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La mostra "Nome in codice: Caesar"
Associazioni 24 Feb 2017

Torture in Siria, fa tappa a Udine la mostra fotografica 'Nome in codice: Caesar'

Da domani arriva a Udine "Nome in codice: Caesar", la mostra fotografica sugli orrori in Siria. 30 foto scattate da Caesar, pseudonimo che protegge l'identità  di un ex agente della polizia militare del regime siriano, il cui incarico, dal 2011, era documentare l'operato dei centri di tortura di Damasco.

Dopo Roma e Napoli, arriva anche a Udine "Nome in codice: Caesar ", la mostra fotografica sugli orrori in Siria. La mostra, già esposta al Palazzo di Vetro dell’Onu, al Memorial dell’Olocausto a Washington, al Parlamento europeo di Strasburgo, a Westminster, Parigi, Boston e Dublino, sarà aperta al pubblico da domani, 25 febbraio, al 4 marzo, alla Galleria Tina Modotti (ex mercato del pesce).

Si tratta di una selezione di 30 fotografie scattate da “Caesar”, pseudonimo che protegge l’identità di un ex fotografo della polizia militare del regime siriano, il cui incarico, dal 2011, era di fotografare i corpi delle persone morte nei centri di tortura di Damasco. Dal maggio 2011 all’agosto 2013, Caesar ha fatto copie delle 53.275 immagini su chiavette Usb, e poi ha disertato, portando con sé in Occidente quelle fotografie.

Human Rights Watch, nel suo rapporto in merito a tale materiale, si concentra su 28.707 fotografie, che raccontano la storia delle torture subite da 6.786 detenuti poi morti, le restanti fotografie mostrano invece corpi di soldati governativi, di combatte ti ribelli, o di civili morti per esplosione.

Le fotografie sono state attentamente visionate e verificate da una squadra di esperti e inquirenti indipendenti. Il dossier è stato affidato a uno studio legale londinese, che ha avuto l’incarico di effettuare una perizia sulle fotografie e verificare l’attendibilità della fonte. Lo studio legale si è avvalso anche di due giuristi di fama internazionale, David Crane e Desmond de Silva, succeduti alla direzione del Tribunale speciale per la Sierra Leone che ha giudicato e condannato il presidente liberiano Charles Taylor per crimini di guerra e contro l’umanità.

La mostra è promossa da Amnesty International, Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Focsiv (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), Unimed (Unione delle Università del Mediterraneo), Un ponte per… e Articolo 21.

L’inaugurazione sarà preceduta, da una presentazione che si terrà alla Sala Ajace del comune di Udine, domani alle 15.30. All’incontro interverranno diverse personalità e ospiti, sarà presente l’ex detenuto sopravvissuto alle torture Mazen Alhummada, il giornalista italo-siriano Fouad Roueiha, e via skype o con una registrazione video l’avvocato Mazen Darwish direttore del “Centro Siriano per i Media e la libertà di espressione”(Scm). Modera Alberto Savioli, archeologo con esperienza in Siria e Iraq.

@fnsisocial

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