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Il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso
Diffamazione 12 Ago 2016

Abruzzo, il presidente D'Alfonso si sente diffamato e chiede 100 mila euro di danni. Ordine e Sindacato: «Allergico alle critiche»

Il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso, ha annunciato di voler promuovere un'azione di rivalsa civile nei confronti della giornalista Lilli Mandara, accusata di aver messo in atto "una vera e propria continuata aggressione e campagna stampa denigratoria e diffamatoria" nei confronti del governatore. Che chiede da 50mila a 100mila euro di danni. «Una richiesta risarcitoria intimidatoria», gli rispondono Ordine e Sindacato regionali.

Il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso, ha annunciato di voler promuovere un'azione di rivalsa civile nei confronti della giornalista Lilli Mandara. Si è sentito diffamato da alcuni articoli e commenti pubblicati sul blog della collega (qui il link) accusata di aver messo in atto "una vera e propria continuata aggressione e campagna stampa di natura irridente e derisoria, nonché denigratoria e diffamatoria" nei confronti del governatore.

Accusa che alla giornalista potrebbe costare da 50mila a 100mila euro: tanto ha chiesto "per il ristoro dei danni morali e materiali", in sede di conciliazione obbligatoria, il presidente D'Alfonso. «La cosa desta sbigottimento - commentano il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Stefano Pallotta e il segretario del sindacato dei giornalisti abruzzesi (Sga), Paolo Durante - non tanto per l'asimmetria dell'iniziativa del presidente della Regione (un blog è pur sempre un blog, non un grande mezzo di comunicazione), quanto perché ritiene fatti e commenti giornalistici lesivi della "posizione istituzionale più alta nella Regione, già impositiva come tale di un rispetto verso la sua persona consono all'elevatezza della carica e funzione"».

Insomma, il presidente della Regione, «secondo questa personale grammatica dell'onore istituzionale – osservano Pallotta e Durante – diverrebbe intoccabile e irreprensibile anche sotto il profilo della critica politico-amministrativa. Se vi sono commenti che il presidente della Regione ritiene diffamatori, farebbe bene, semmai, a tutelare la sua reputazione, istituzionale e personale, in sede penale, ma lasci stare la critica giornalistica, anche irriverente, perché essa è valore fondativo delle libertà civili e democratiche».

«Il legittimo esercizio di questo diritto insopprimibile – concludono il presidente Pallotta e il segretario Durante - non può costituire elemento di intimidatorie richieste risarcitorie per supposti danni alla nominale e mera distinzione di ruolo o di carica».

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