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La foto di gruppo a chiusura dei lavori del Comitato esecutivo della Ifj a Bari
Internazionale 15 Apr 2019

Bari, il Comitato esecutivo Ifj: «La libertà  di stampa sempre più sotto attacco in tutto il mondo»

Conclusa la riunione convocata in Puglia su invito della Fnsi. Allarme per l'escalation di violenze contro gli operatori dei media e per i diffusi tentativi di limitare l'attività  dei giornalisti. Anche sul piano della tutela dei diritti dei lavoratori si registrano ovunque passi indietro. Il pieno sostegno del sindacato mondiale alla lotta dei colleghi della Gazzetta del Mezzogiorno.

Pieno sostegno alla lotta dei giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno e disponibilità a sostenerne le ragioni in ogni sede. I lavori del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) si conclude così come era iniziato. Con una dichiarazione, approvata per acclamazione, in favore dei colleghi del principale quotidiano di Puglia e Basilicata. Nella mozione il Comitato esecutivo dell'Ifj stigmatizza la gravità e l'insostenibilità della situazione, con i giornalisti e i lavoratori senza retribuzione da tre mesi, e auspicano l'impegno delle istituzioni per favorire in tempi brevi una soluzione che garantisca i livelli occupazionali e la qualità dell'informazione.

Approvate all'unanimità anche le mozioni presentate da Italia, Francia e Spagna sui tentativi di limitare l'attività dei giornalisti nei tre Paesi. Nella mozione presentata dalla Fnsi, viene auspicata una moratoria sui tagli al fondo per l'editoria perché il provvedimento del governo ha messo a rischio la sopravvivenza di numerose piccole realtà editoriali e almeno un migliaio di posti di lavoro. Viene inoltre auspicata la cancellazione del carcere i giornalisti, misura più volte censurata dalla Corte europea dei diritti umani, e l'approvazione di una norma per contrastare le cosiddette querele bavaglio.

L'esigenza di sanzioni esemplari per chi ricorre alle querele bavaglio per provare a intimidire i giornalisti viene evidenziata anche nella mozione del Snj, il sindacato dei giornalisti francesi, che esprime anche preoccupazione per una serie di misure di legge che danneggiano i giornalisti e, più in generale, il lavoro intellettuale. I giornalisti francesi denunciano anche un'inaccettabile escalation di violenze contro i cronisti, più volte rimasti vittime dei cosiddetti gilet gialli, oltre che di un'inaccettabile attività repressiva da parte delle forze dell'ordine. Su questi atti è giunta la condanna unanime dell'Ifj, insieme con la richiesta al governo francese di far luce sugli atti compiuti dalle forze di polizia per contrastare il lavoro dei cronisti e sull'eventuale esistenza di 'ordini superiori'.

Preoccupazione per le minacce e le intimidazioni al lavoro dei cronisti viene espressa anche dalla Spagna, che stigmatizza il tentativo di indebolire il servizio pubblico radiotelevisivo. Un disegno in atto da tempo, che l'attuale capo del governo, Pedro Sanchez, ha assecondato rifiutando di partecipare a faccia a faccia elettorali sulla tv pubblica, alla quale ha preferito due network privati.

Approvata all'unanimità una mozione a sostegno dei giornalisti palestinesi e del loro sindacato, il Psj, nella quale si sottolinea il 'potenziale impatto negativo che il risultato delle recenti elezioni israeliane potrà avere sui giornalisti palestinesi'. Unanimità anche per la mozione, presentata dall'Australia, per impedire l'estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, arrestato l'altro giorno dalla polizia inglese.

La libertà di stampa è sempre più sotto attacco in tutto il mondo. Anche sul piano della tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori si registrano ovunque passi indietro. I sindacati europei chiedono alla Federazione europea dei giornalisti maggiore impegno su questi temi e attenzione alla situazione dei cronisti e alla libertà dei media nell'area balcanica, in Turchia e nell'est europeo. Grande preoccupazione per la continua escalation di violenza contro i cronisti giunge dal Sud America: in questa fase sotto la lente di ingrandimento c'è soprattutto il Venezuela.

@fnsisocial

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