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Associazioni 11 Ott 2006

Calabria: compatta adesione allo sciopero - Pressoché raddoppiato il numero degli iscritti al Sindacato

Compatta adesione dei giornalisti calabresi allo sciopero per il rinnovo del contratto di lavoro. Nessun quotidiano in edicola e blocco totale dell’informazione nelle agenzie di stampa, nelle emittenti radio-televisive nazionali e negli uffici stampa.

Compatta adesione dei giornalisti calabresi allo sciopero per il rinnovo del contratto di lavoro. Nessun quotidiano in edicola e blocco totale dell’informazione nelle agenzie di stampa, nelle emittenti radio-televisive nazionali e negli uffici stampa.

Nel darne conferma, il segretario regionale del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente la Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha riferito un altro dato significativo: in quattro anni – ha annunciato – il numero degli iscritti è pressoché raddoppiato, passando dai 519 tesserati del 2002 ai 927 attuali. La forza e la coesione del sindacato continuano a crescere. Durissimo il “jaccuse” del presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, agli editori sempre più piegati – ha detto – a mere logiche di guadagno: “Usano i giornali come carta da imballaggio di libri e riviste. E non si interessano di chi vi lavora dentro”. Ad affrontare i temi di scottante attualità che la categoria dei giornalisti sta dibattendo in questi giorni (libertà di stampa, divieto di pubblicazione delle intercettazioni, contratto di lavoro, precariato a vita, Ordine ed istituti di categoria), oltre a Parisi e Del Boca, sono stati a Reggio Calabria, nella sala delle conferenze del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, ed il componente il Comitato Esecutivo nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Stefano Gallizzi. Lotta dura, insomma, nella battaglia a difesa della categoria “accerchiata dai poteri forti”. Lorenzo Del Boca non è stato tenero neppure con quei giornalisti che, talvolta, scelgono la via dell’inerzia e dell’acquiescenza. “Non sperino di salvarsi – ha ammonito – con delle forme di individualismo che, a volte, sembrano un pò bizzarre ed altre volte un pò spocchiose”. Preoccupa il crescente interesse di gruppi economici e politici per il controllo dei giornali. Ed i giornalisti non dimenticano che, in questi anni, il sistema informativo è stato terreno di scorribande e conquiste di poteri occulti. A fronte di segnali di nuove insidie, i giornalisti in sciopero non possono essere accusati di eccessivo allarmismo. Del Boca, Soluri, Gallizzi e Parisi auspicano che anche nella stessa società civile possano rafforzarsi nuove consapevolezze: non potrà esserci crescita della democrazia senza un’informazione indipendente da ogni condizionamento. Sulla richiesta di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, avanzata dai radicali, del Boca ha affermato: “A Daniele Capezzone dico che deve chiedere conto non a noi ma a se stesso sui motivi che ancora non consentono il confronto sulla riforma della legge che istituisce l’Ordine dei Giornalisti, nonostante le diverse proposte presentate in Parlamento”. D’altra parte è ormai evidente che la proposta di abolizione dell’Ordine sta tutta dentro un clima che va di pari passo con il decreto sulle intercettazioni che prevede di punire il giornalista con una multa fino ad un milione di euro. Anche Giuseppe Soluri ha ribadito che il decreto colpisce il giornalista: “ma c’è da chiedersi – ha detto il presidente dell’Ordine calabrese – se i verbali che sono custoditi nei tribunali, escono con le loro gambe”. Dal tavolo dei relatori è stata riaffermata anche la difesa a spada tratta dei pubblicisti e dei giornalisti free-lance. Lo ha fatto con fermezza, Stefano Gallizzi. Sugli uffici stampa, Carlo Parisi ha ribadito la necessità della massima trasparenza soprattutto in materia di assunzioni, anche con riferimento alla Regione Calabria ed all’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria. Infine il nuovo contratto. Il segretario regionale ha sottolineato la determinazione dei giornalisti a difesa della dignità della professione. “Non possono accettarsi – ha detto Parisi – né la chiusura totale della Fieg né il silenzio dell’Aran. E non è possibile continuare ad ignorare la sentenza che riconosce alla Fnsi il diritto di partecipare alle trattative per la legge 150 che aprirebbe ampi sbocchi professionali nella pubblica amministrazione”.

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