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Ordine 04 Mag 2013

Caso Aldrovandi: respinto ricorso Coisp contro estense.com

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, competente per territorio, ha deciso di respingere all'unanimità il ricorso inviato da Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia), contro il giornalista Marco Zavagli per un articolo pubblicato il 3 marzo sulla testata on line 'estense.com'.

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, competente per territorio, ha deciso di respingere all'unanimità il ricorso inviato da Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia), contro il giornalista Marco Zavagli per un articolo pubblicato il 3 marzo sulla testata on line 'estense.com'.

L'articolo riguardava l'iniziativa del sindacato di polizia a difesa dei quattro agenti della questura di Ferrara condannati per la morte di Federico Aldrovandi, ucciso durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005.
Nell'esposto si parla di ''mancanza di deontologia professionale e di faziosità capziosa'' e si chiede ''una pesante censura''. Secondo il Consiglio dell'Ordine, ''che ha accuratamente analizzato l'articolo contestato'',
l'accusa mossa non ha alcuna fondatezza: ''Il testo di Zavagli riporta infatti ampi stralci del comunicato sindacale del Coisp dando nel contempo una lettura critica dell'iniziativa e rapportandola alle sentenze di condanna per inquadrare la vicenda nel suo annoso contesto. In sostanza il comunicato del Coisp dà un'immagine, libera e legittima, dei fatti, e il giornalista, ritenendo in autonomia che questa descrizione non sia quella risultante dalle sentenze di condanna (peraltro mai esplicitate nel volantino sindacale), esercita il suo diritto di critica. Il fatto che il commento documentato sia sgradito all'interlocutore non significa che sia stata fatta una scorretta informazione''. C'è, accanto al diritto di cronaca - viene ricordato - un diritto ancora più importante che è quello dei cittadini ad essere informati.
 Quanto alla pubblicazione della foto del cadavere di Federico, ''immagine dolorosa e certamente choccante, il Consiglio ritiene che nella sua eccezionalità (così fu nelle intenzioni della madre di Aldrovandi cha a suo tempo la propose come prova nel processo) abbia avuto un impatto e una funzione di scossa decisiva per far luce su una verità nascosta e per ristabilire la verità dei fatti. Consapevole di questo, il Consiglio invita tuttavia tutti i media e i colleghi alla moderazione e ad evitare in futuro un uso disinvolto della stessa''. (BOLOGNA, 4 MAGGIO - ANSA)

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