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La giornalista Maria Grazia Mazzola con il presidente Mattarella (Foto: @inviataspecialeRai)
Minacce 16 Nov 2018

Chiusa l'indagine sull'aggressione a Maria Grazia Mazzola. Fnsi e Usigrai: «Saremo parte civile»

I fatti risalgono al 9 febbraio scorso, quando la giornalista Rai si trovava a Bari per un'inchiesta sulla criminalità  organizzata. Contestata l'aggravante mafiosa alla 44enne Monica Laera, moglie del boss Lorenzo Caldarola, accusata di lesioni e minacce.

Chiuse le indagini sull'aggressione subita dall'inviata Rai Maria Grazia Mazzola nel quartiere Libertà di Bari, il 9 febbraio scorso. La Procura di Bari ha fatto recapitare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a Monica Laera (44enne moglie del boss Lorenzo Caldarola, uno dei referenti del clan Strisciuglio) e ad Angela Ladisa (consuocera della Laera). Alla Laera vengono contestati i reati di lesioni e minacce con l'aggravante mafiosa, alla Ladisa il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Per gli inquirenti, la giornalista è stata aggredita dalle due donne dopo aver chiesto spiegazioni sui procedimenti penali in corso su uno dei figli della Laera. La Procura ha contestato l'aggravante mafiosa ritenendo che l'aggressione sia avvenuta per affermare il controllo del territorio.
«Come fatto in tutti gli episodi simili ai danni di tutti i colleghi minacciati, Federazione nazionale della Stampa italiana e Usigrai sono pronti a costituirsi parte civile al processo», anticipa il sindacato.
«'Ehi!! Non venire più qua che ti uccido!!'. Sono stata minacciata di morte perché ho osato mettere piede in via Petrelli e porre domande. E alla fine ce l'abbiamo fatta!! La Procura di Bari ha chiuso le indagini preliminari sull'aggressione che ho subito con un pugno il 9 febbraio scorso a Bari. E la verità è venuta a galla», scrive su Facebook Maria Grazia Mazzola.

@fnsisocial

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