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L'aula bunker di Lamezia Terme dove si sta celebrando il processo 'Rinascita Scott' (Foto: Ansa)
Libertà di informazione 28 Apr 2021

Cronista strattonata da un capo scorta nell'aula bunker di 'Rinascita Scott'. La solidarietà  della Fnsi

Alessia Truzzolillo, giornalista della testata online Corriere della Calabria e collaboratrice dell'Ansa, è stata fermata in maniera brusca dal carabiniere in borghese, che le ha anche preso il telefono e l'ha trattenuta in corridoio. Si era avvicinata al banco dell'accusa per fotografare il magistrato impegnato nel processo.

Una giornalista della testata online Corriere della Calabria, Alessia Truzzolillo, collaboratrice dell'Ansa, è stata fermata in maniera brusca e strattonata da un carabiniere in borghese, capo scorta del pm d'udienza, dopo che si era avvicinata al banco dell'accusa per fotografare il magistrato impegnato nel processo 'Rinascita Scott' contro le cosche di 'ndrangheta del vibonese. Foto che, dopo essere state vietate nella prima fase del dibattimento, ora sono autorizzate.

La giornalista, davanti a numerosi avvocati, alcuni dei quali sono anche intervenuti per capire cosa stava succedendo, è stata chiamata dal capo scorta e quando si è avvicinato le ha detto, «ora tu cancelli quelle riprese». Poi, «minacciando di farmi uscire dall'aula mi ha spinta – ha raccontato la giornalista – verso un corridoio. Un gesto a metà tra la spinta e l'afferrarmi da sotto l'ascella. Mi divincolo e chiedo di non essere toccata». Il carabiniere ha quindi preso il telefono della cronista sfogliando l'album personale per accertarsi che non vi fossero altre foto. Truzzolillo è stata bloccata nel corridoio per una trentina di minuti.

Alla cronista, ha riferito lei stessa, è giunta la solidarietà del dirigente del Commissariato della Polizia di Lamezia Terme, dei carabinieri presenti e del comandante del reparto in cui presta servizio il capo scorta. Anche il pm Antonio De Bernardo, saputo quanto era accaduto, si è recato nel settore riservato ai giornalisti dicendosi dispiaciuto per l'accaduto. Alcuni avvocati hanno chiesto al Tribunale di prendere provvedimenti. I giudici, dal canto loro hanno ribadito che le foto sono ammesse.

«Un episodio su cui è necessario che si faccia piena luce anche per evitare che il comportamento di un singolo offuschi l'immagine dell'Arma dei carabinieri e dei tanti rappresentanti delle forze dell'ordine che quotidianamente sono in trincea per combattere la criminalità comune e mafiosa», ha commentato il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri.

«Non è accettabile che qualcuno, seppure in divisa, in un'aula di Tribunale possa impedire a un giornalista di raccontare cosa avviene in udienza», l'intervento del direttivo del gruppo regionale dell'Unci.

Ad Alessia Truzzolillo la solidarietà della Federazione nazionale della Stampa italiana.

@fnsisocial

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