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Migranti 30 Mag 2012

“E’ peggio che stare in galera”, “Qui c’è da impazzire” Otto mesi, quando bastano, per avere asilo politico

Al Cie di Trapani Milo - che mediamente ospita 200 richiedenti asilo politico - ''mensilmente registriamo 15 casi di autolesionismo''. A parlare ad una delegazione di giornalisti, guidati dal presidente della Fnsi Roberto Natale, è Giovanna Ottoveggio, medico della struttura. ''Si procurano ferite anche impegnative, ingeriscono corpi estranei; emergenze che, spesso, ci portano a trasferire gli ospiti al pronto soccorso, ed i casi sono in continuo aumento''.

Al Cie di Trapani Milo - che mediamente ospita 200 richiedenti asilo politico - ''mensilmente registriamo 15 casi di autolesionismo''. A parlare ad una delegazione di giornalisti, guidati dal presidente della Fnsi Roberto Natale, è Giovanna Ottoveggio, medico della struttura. ''Si procurano ferite anche impegnative, ingeriscono corpi estranei; emergenze che, spesso, ci portano a trasferire gli ospiti al pronto soccorso, ed i casi sono in continuo aumento''.

All'interno del Cie di Trapani Milo, la permanenza media degli ospiti in attesa di asilo è di 8 mesi. ''Io - dice un tunisino - quando sono entrato non avevo alcun problema di depressione; mi sono provocato, per tre volte, ferite ad una gamba, perché qui c'è da impazzire''. ''È peggio di stare in galera - dice un altro ospite - Lì, almeno, sei chiamato per nome e sai quando devi uscire''. ''Siamo dei numeri, soltanto dei numeri'', racconta ai cronisti un altro ospite tunisino, che ci mostra una confezione di dolci ricevuta dai familiari, ridotta a briciole: ''Per controllare i pasticcini non c'era bisogno di ridurli ad un impasto; non siamo animali, ma esseri umani''. I giornalisti sono accolti dagli ospiti con grande entusiasmo. ''Non ci abbandonate, scrivete quello che stiamo denunciando: qui' vedete sedie e tavoli nuovi. Li hanno portati adesso perché sapevano che dovevate venire voi''. Il presidente della Fnsi, Roberto Natale, si inserisce nel dialogo per dire che la funzione della presenza dei cronisti è proprio quella di mantenere alta l'attenzione: ''l'apertura alla stampa da parte dei Cie ha una doppia funzione - dice Natale - quella di spingere le istituzioni a fare di piu' e meglio in favore dei richiedenti asilo'' e, nel contempo, ''sensibilizzare gli stessi giornalisti nel raccogliere le istanze di chi, dentro i Cie, si trova in una situazione di disagio''. La Fnsi, assieme all'Ordine dei giornalisti si è battuta per consentire ai cronisti di entrare all'interno delle strutture e toccare con mano realtà finora sconosciute. Nell'ultima settimana, dal Cie di Trapani sono fuggite 110 persone. La polizia è riuscita a fermarne soltanto 5. ''La fuga è la nostra salvezza - dice un altro ospite - qui rischiamo solo di impazzire''. (TRAPANI, 30 MAGGIO -ANSA)

@fnsisocial

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