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La locandina dell’appello dell’Ifj
Internazionale 01 Set 2025

Gaza, 200 organi di stampa di tutto il mondo in protesta contro l’uccisione dei cronisti nella Striscia

L’Ifj con Rsf e Avaaz: «Al ritmo con cui i giornalisti vengono uccisi dall'Idf, presto non ci sarà più nessuno per tenere informato il mondo».

«In un'azione globale senza precedenti, quasi 200 organi di stampa di 50 Paesi interromperanno simultaneamente le loro prime pagine, homepage e trasmissioni per chiedere la fine dell'uccisione di giornalisti a Gaza e per chiedere alla stampa internazionale di accedere all'enclave». Lo si legge in un comunicato stampa diffuso dall’Ifj lunedì 1° settembre 2025.

La Federazione internazionale prosegue: «Per la prima volta nella storia moderna, le redazioni di tutti i continenti coordineranno una protesta editoriale su larga scala. L'azione, coordinata da Reporter Senza Frontiere (Rsf), dal movimento globale di campagne Avaaz e dalla Ifj, avrà luogo lunedì 1° settembre. I giornali cartacei pubblicheranno prime pagine oscurate con un messaggio chiaro e diretto. Le emittenti radiofoniche e i notiziari interromperanno la programmazione con un comunicato congiunto. Le testate online oscureranno le loro homepage o i loro banner in segno di solidarietà. Anche redattori, reporter e altri giornalisti prenderanno parte».

L’Ifj conclude: «L'azione giunge mentre il bilancio delle vittime tra i giornalisti a Gaza sale a oltre 210 dal 7 ottobre 2023, il conflitto più mortale per i giornalisti in epoca moderna. Israele ha contemporaneamente impedito ai media stranieri di entrare a Gaza per quasi due anni, lasciando i giornalisti palestinesi sotto attacco».

Thibaut Bruttin, direttore generale di Rsf, dichiara: «Al ritmo con cui i giornalisti vengono uccisi a Gaza dall'Idf, presto non ci sarà più nessuno per tenere informato il mondo. Questa non è solo una guerra contro Gaza, è una guerra contro il giornalismo stesso. I giornalisti vengono uccisi, presi di mira, diffamati. Senza di loro, chi parlerà di carestia, chi denuncerà i crimini di guerra, chi denuncerà i genocidi?».

Andrew Legon, direttore della campagna di Avaaz, aggiunge: «È molto chiaro che Gaza viene trasformata in un cimitero per i giornalisti per un motivo. Il governo di estrema destra di Israele sta cercando di finire il lavoro al buio, senza il controllo della stampa. Se gli ultimi testimoni saranno messi a tacere, l'uccisione non si fermerà, semplicemente passerà inosservata. Ecco perché oggi siamo uniti alle redazioni di tutto il mondo per dire: "Non possiamo, non permetteremo che ciò accada!».

Infine le parole di Anthony Bellanger, segretario generale della Ifj: «Ogni giornalista ucciso a Gaza era un collega, un amico o una famiglia di qualcuno. Hanno rischiato tutto per dire al mondo la verità, e hanno pagato con la vita. Il diritto del pubblico di sapere è stato profondamente danneggiato a causa di questa guerra. Chiediamo giustizia e una Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla sicurezza e l'indipendenza dei giornalisti». (anc)

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