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Sciopero delle firme al Secolo XIX. La solidarietà  dell'Assostampa Ligure
Vertenze 19 Nov 2019

Gnn, sciopero delle firme al Secolo XIX. La solidarietà  dell'Assostampa Ligure ai lavoratori del gruppo

«Una decisione presa dopo un incontro con l'azienda e a seguito della presentazione del piano di riorganizzazione del lavoro poligrafico per tutto il gruppo che prevede 27 esuberi su 38 lavoratori al Decimonono e l'accentramento del lavoro grafico su Torino: misure inaccettabili», spiega il Cdr. Al fianco dei giornalisti anche i colleghi della Tgr Rai della Liguria.

Secondo giorno di sciopero delle firme al Secolo XIX, sia sul cartaceo che sugli articoli del sito internet. «Gli articoli firmati – spiega una nota del Cdr – sono dei colleghi di altre testate del gruppo Gnn. Ce ne scusiamo con i lettori. La decisione è maturata all'interno dello stato di agitazione proclamato dai giornalisti con un pacchetto di sette giorni di sciopero».

Una scelta, prosegue il Comitato di redazione, «presa dopo un incontro con l'azienda e a seguito della presentazione del piano di riorganizzazione del lavoro poligrafico per tutto il gruppo Gnn. Un piano che prevede 27 esuberi su 38 lavoratori poligrafici al Decimonono e l'accentramento del lavoro grafico su Torino: misure che per la redazione sono inaccettabili. Non solo per le ricadute occupazionali, ma anche perché vanno a impoverire e colpire la qualità e l'autonomia dell'informazione de Il Secolo XIX».

L'azienda, incalzano i giornalisti, «si affida a tagli del costo del lavoro, senza prospettive, come unica risposta alla crisi del mercato. E penalizza una testata che è la voce di Genova e della Liguria da oltre 130 anni e che ha già affrontato un pesante piano di risanamento dei conti negli ultimi sei anni. Mai, nella sua lunga storia, Il Secolo XIX si era trovato davanti alla mancanza di un disegno di sviluppo e di lungo periodo. E lascia perplessi che questo accada nel primo gruppo editoriale italiano, Gedi. Le risposte incomplete e a tratti sprezzanti dell'azienda alle richieste del Comitato di redazione sono un'ulteriore ferita alla storia di questo giornale».

Il Cdr e la redazione chiedono, infine, «rispetto per i colleghi poligrafici e per un quotidiano che ha saputo fornire a tutto il gruppo Gnn contenuti e contributi di qualità ed essere in prima linea a fare luce su alcuni degli eventi più importanti, in alcuni casi drammatici, che hanno colpito il nostro Paese: il crollo di Ponte Morandi, la crisi di Carige, la vertenza ex Ilva e le sorti del principale porto italiano. Negli ultimi anni la redazione ha affrontato con senso di responsabilità la cassa integrazione, i tagli alle collaborazioni, i turni di lavoro anche oltre i limiti del contratto. Ma non accetterà – concludono – di ridurre ancora la propria voce e la propria capacità di informare».

Al fianco dei colleghi si schiera l'Associazione Ligure dei Giornalisti, «solidale – si legge in una nota – con i lavoratori poligrafici che lottano contro il piano di ristrutturazione presentato dal gruppo Gedi  News Network (Gnn) presente in Liguria con Il Secolo XIX e le redazioni locali de La Stampa».
Tale piano, spiega l'Assostampa, «prevede la decimazione dei lavoratori poligrafici: nella divisione operativa Nord- Ovest (che somma il Secolo al Tirreno di Livorno) si richiedono 57 esuberi su un organico di 90 persone.  Per quanto riguarda La Stampa si prevede la chiusura di tutti i presidi poligrafici nelle redazioni liguri. Il piano di riorganizzazione delle attività poligrafiche impatterà significativamente e negativamente anche sul lavoro dei giornalisti. L'Alg condivide l'analisi contenuta nel documento approvato dall'assemblea dei giornalisti del Secolo XIX e ne sosterrà le iniziative».

Per il sindacato regionale, «per rispondere alla crisi dell'editoria italiana – nel contesto della più grave crisi economica che abbia mai colpito le economie occidentali – le aziende del settore hanno finora messo in campo ricette conservative con tagli – i cui costi sono stati scaricati sull'istituto di previdenza della categoria, l'Inpgi, che ha fatto fronte a prepensionamenti, contratti di solidarietà e cassa integrazione – o fusioni il cui unico obiettivo era quello di realizzare economie di scala, ovvero tagliando costi e lavoro. Le due cure non hanno funzionato, non funzioneranno. Al contrario, hanno dissipato valore per gli azionisti, indebolito le redazioni, ridotto l'autonomia delle singole testate, impoverito l'offerta destinata ai lettori. O si cambia registro o il settore – già in avvitamento sulla propria crisi – rischia di schiantarsi».

L'Alg sollecita quindi il governo a dare subito corso all'impegno di aprire un confronto tra tutti i protagonisti della filiera dell'editoria, per aggiornare una legge di sistema che sostituisca quella del 1981 e consenta al settore di affrontare le nuove sfide in un nuovo e più difficile contesto di mercato, e sollecita il parlamento ad adottare la direttiva europea sul copyright, per impedire che i giganti del web continuino a realizzare profitti appropriandosi, senza in alcun modo remunerarlo, del lavoro dei giornalisti.

Il sindacato regionale «sosterrà quel tavolo proponendo alle altre forze sociali di aprire subito un cantiere per definire una vertenza 'informazione-Liguria' che coinvolga le istituzioni regionali e locali. Una vertenza – conclude l'Assostampa – ispirata dall'urgenza di inverare anche sul nostro territorio lo spirito della Costituzione più volte richiamato dal presidente della Repubblica e dalla necessità di unire e valorizzare le forze del lavoro».

Il Cdr della Tgr Rai della Liguria: «Solidarietà e vicinanza ai lavoratori del Secolo XIX»
La redazione Rai della Tgr Liguria desidera esprimere solidarietà e vicinanza ai lavoratori del Secolo XIX, ai colleghi giornalisti che hanno intrapreso una nuova azione di protesta, togliendo la firma ai propri articoli, al proprio lavoro. Il gruppo Gedi News Network ha deciso di tagliare 27 poligrafici in Liguria, 121 in tutta Italia. Si danneggiano gli ultimi giornali in grado di raccontare con professionalità e indipendenza i territori. Si riduce la libertà di stampa. Da oltre un decennio si attendono risposte dagli editori, in Italia incapaci di uscire dalla crisi se non colpendo i propri dipendenti. Lo fanno anche seguendo le politiche dei governi che invece di difendere la stampa e la Costituzione vanno in direzione opposta tagliando i sostegni alle voci grandi e piccole di giornali, agenzie, radio e cancellando il contributo che ogni testata ha dato e continua a dare alla nostra democrazia. Oggi non ci sono i nomi sugli articoli del Decimonono, domani non ci saranno neanche gli articoli.
Il Cdr della Tgr Rai Liguria

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