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Il senatore Fabio Porta (Foto: genteditalia.org)
Internazionale 24 Feb 2022

Il 'caso' Gente d'Italia all'attenzione del governo. Dal senatore Porta interrogazione al ministro Di Maio

Al titolare della Farnesina il componente della commissione Affari Esteri di palazzo Madama chiede, fra l'altro, di fare in modo che nel percorso per la concessione dei contributi pubblici alla testata «vi sia da parte degli organi preposti a tali decisioni una valutazione più legata all'obiettività  dei fatti».

Una interrogazione urgente al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, sul caso del parere negativo, obbligatorio ma non vincolante, espresso nei giorni scorsi a maggioranza dal Comites di Montevideo sul quotidiano 'La Gente d'Italia'. L'ha presentata, facendo seguito a quanto annunciato assieme al responsabile del Partito Democratico per gli italiani nel mondo, Luciano Vecchi, il senatore e componente la commissione Affari Esteri ed Emigrazione di palazzo Madama Fabio Porta.

«La mia interrogazione si riferisce ad un gravissimo attacco alla libertà di stampa e, al tempo stesso, ad una delle poche testate in lingua italiana pubblicata all'estero da parte della maggioranza dei consiglieri del Comites di Montevideo», dichiara il parlamentare eletto in Sudamerica. «Una pesante interferenza – aggiunge – che costituisce di per sé un evidente abuso di potere da parte di un organismo che dovrebbe semplicemente confermare l'esistenza dei criteri richiesti dalla legge per il sostegno dell'editoria».

Nell'interrogazione, il senatore Porta chiede al ministro Di Maio di «dare chiare e urgenti disposizioni ai rappresentanti diplomatico-consolari operanti in Uruguay affinché l'esercizio delle prerogative riconosciute agli organismi di rappresentanza locali, per la loro stessa efficacia, siano ricondotti rigorosamente nell'alveo delle leggi e della prassi amministrativa esistenti, superando prevenzioni di parte e scorie localistiche».

In conclusione, Porta chiede al titolare della Farnesina «se non intenda fare in modo che nel percorso ulteriore della questione dei contributi pubblici a una testata in lingua italiana come "Gente d'Italia", tra le più autorevoli tra quelle sopravvissute a livello mondiale, vi sia da parte degli organi preposti a tali decisioni una valutazione più legata all'obiettività dei fatti e dell'attività che realmente la testata svolge».

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