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Il premier albanese Edi Rama a Roma il 13 novembre 2025 (Foto: ImagoEconomica via Chigi)
La polemica 14 Nov 2025

Il premier albanese Edi Rama contro Jacopo Matano, solidarietà al collega da Usigrai e Cdr Tg3

A una domanda sui centri migranti, rivolta in conferenza stampa, il primo ministro ha risposto provando a ridicolizzare l'intervento del cronista. Il sindacato dei giornalisti Rai: «Domande prerequisito indispensabile di uno Stato libero e democratico. Porle sta diventando un modo per resistere all'arroganza del potere».

«Può sembrare banale, ma oggi fare domande al potere sta diventando un modo per resistere alla arroganza e alla violenza che coglie chi, investito di un ruolo, si trova davanti ad un giornalista che gli chiede di rispondere sul suo operato. Così è successo a Jacopo Matano del Tg3 che, in conferenza stampa, ha fatto una domanda di stretta attualità al primo ministro albanese Edi Rama, sui centri migranti italiani voluti dal nostro governo». Così l'Esecutivo Usigrai in una nota diffusa venerdì 14 novembre 2025.

«Stizzito dalla semplice domanda - spiegano i rappresentanti sindacali - Edi Rama ha pensato bene di prendere di mira il collega provando malamente a ridicolizzare il suo intervento. Il leader albanese è oggi in buona compagnia con politici, presidenti e capi di governo che non fanno mistero di non gradire il confronto con i giornalisti. Si trovano meglio con le dichiarazioni confezionate dai loro uffici stampa o con chi si limita a mettergli davanti un microfono».

Per il sindacato dei giornalisti Rai, «ieri non è andata così e questo sarà finché giornaliste e giornalisti  continueranno a porre domande. Bene hanno fatto la redazione e il Cdr del Tg3 a difendere apertamente l'operato del collega». (mf)

Attacco a Jacopo Matano, il Cdr del Tg3: «Orgogliosi di fare domande»
Le giornaliste e i giornalisti del Tg3 sono totalmente solidali con il collega Jacopo Matano che in presenza della premier Meloni ha chiesto al primo ministro albanese Rama se si sia pentito del protocollo con l'Italia sui migranti e se lo riproporrebbe con altri Paesi. La domanda è più che mai attuale e interessante.
In un Paese democratico si risponde o magari non si risponde, ma non è accettabile che si attacchi frontalmente l'intervistatore facendo del sarcasmo prolungato e fuori luogo e pretendendo, come è successo oggi (ieri giovedì 13 novembre 2025, ndr) a Villa Pamphili, di dettare al giornalista cosa dovrebbe scrivere.
Crediamo che le domande siano il prerequisito indispensabile di uno Stato libero e democratico. Per questo noi certamente non ci vergogniamo, anzi, siamo orgogliosi di continuare a farne.
Il Cdr del Tg3

 

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