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Editoria 07 Lug 2006

Il Sottosegretario Levi: "Il testo Bonaiuti è una base eccellente da rimodulare. Avanti con l'operazione pulizia sui contributi" Mediacoop: "La comunicazione italiana si trova in una situazione ingessata"

I tagli all'editoria controbilanciati da snellimento delle procedure e da tempi più veloci nell'erogazione delle agevolazioni, il testo Bonaiuti come base da rimodulare, un tavolo Fieg-Fnsi sul diritto d'autore per le rassegne stampa e anche come occasione per riprendere il filo interrotto del dialogo sul contratto nazionale dei giornalisti, ferma restando la competenza del Ministero del Lavoro: Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, parla alla platea dell'emittenza ed editoria cooperativa e non profit e spiega la filosofia dell'azione di governo ricalcando l'intervento in commissione Cultura della Camera il 5 luglio

I tagli all'editoria controbilanciati da snellimento delle procedure e da tempi più veloci nell'erogazione delle agevolazioni, il testo Bonaiuti come base da rimodulare, un tavolo Fieg-Fnsi sul diritto d'autore per le rassegne stampa e anche come occasione per riprendere il filo interrotto del dialogo sul contratto nazionale dei giornalisti, ferma restando la competenza del Ministero del Lavoro: Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, parla alla platea dell'emittenza ed editoria cooperativa e non profit e spiega la filosofia dell'azione di governo ricalcando l'intervento in commissione Cultura della Camera il 5 luglio

L'occasione è un convegno sul 'Sistema della comunicazione in Italia: una riforma necessarià e sull'importanza delle imprese editoriali organizzate in cooperative e nel non profit. Al tavolo dei relatori Valentino Parlato, in primo piano la crisi del 'Manifestò ma anche la necessità che i contributi vengano assegnati in maniera corretta, trasparente e soprattutto a chi ne ha realmente diritto. L' 'operazione di pulizià è stato uno dei capitoli affrontato da Levi, operazione già avviata dal dipartimento per l'editoria e che non si deve assolutamente fermare: c'è chi realmente merita di ricevere i contributi ma bisogna impedire casi di malversazioni. Un punto centrale per Levi il cui intervento ha preso le mosse dai nodi non risolti che affliggono l'editoria, in primis quello rappresentato dall'esigenza di riequilibrare la distribuzione delle risorse pubblicitarie fra carta stampata e televisione. Come? Grazie a interventi tesi a un riequilibrio nel sistema televisivo per liberare risorse finanziarie provenienti dal mercato pubblicitario. Stampa e tv, due facce della stessa medaglia, dove ciò che serve sono concorrenza, sviluppo tecnologico, pluralismo: "Come ogni medaglia ben coniata bisogna sapere cosa si va a incidere sui due lati". Obiettivo di legislatura un testo unico che metta ordine nella enorme quantità di testi per una sistemazione del settore, testo che potrebbe inglobare nel tempo la stessa legge Bonaiuti, una base, un punto di partenza ottimo ma che - ha sottolineato il sottosegretario - deve essere rimodulata sulla base dell'impatto dei provvedimenti del governo come quello sul cuneo fiscale. E poi la questione dei tagli ripercorsa punto per punto, tagli necessari - scesi dai 240 milioni ipotizzati in un primo tempo per il triennio 2006-2008 a 100 milioni - che saranno in qualche modo controbilanciati dalla semplificazione delle procedure, da tempi certi e rapidi soprattutto nell' erogazione del contributo. Levi ha preso impegni precisi con la platea alla quale ha sottoposto altri importanti elementi di riflessione: la distribuzione che ha bisogno di una boccata di ossigeno e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale su Internet. Un tema importante quello del diritto d'autore e proprio sulla questione delle rassegne stampa si va verso un tavolo tra giornalisti ed editori, Fieg e Fnsi. "Nessun governo - ha detto Levi - può rimanere indifferente a quanto accade in questo settore ancora privo di un contratto collettivo". E, nel rispetto assoluto delle competenze del ministero del Lavoro, il sottosegretario ha auspicato che questo tavolo possa essere un'occasione per riprendere un dialogo al momento interrotto. (ANSA) In Italia operano più di 600 televisioni, 1200 emittenti radiofoniche, oltre 141 quotidiani tra nazionali e locali, circa 10 mila periodici. La stampa italiana diffonde quasi 6 milioni di copie giornaliere soprattutto attraverso le edicole, alle quali vanno aggiunte circa 1,8 milioni di copie della free press. Le vendite dei periodici sono di 18 milioni a numero per i settimanali e 25 milioni di copie per i mensili. Sono 127 le testate quotidiane e 2037 quelle periodiche che operano su Internet. La realtà cooperativa del comparto è di oltre 650 imprese, 4000 addetti e oltre 10 mila collaboratori senza contare l'indotto. Sono i dati elencati dal presidente di Mediacoop Lelio Grassucci al convegno sulla riforma del sistema della comunicazione e sull'editoria e l'emittenza cooperativa e non profit. Una radiografia anche di quello che è il mercato pubblicitario e il caso italiano come "anomalia in Europa e nel mondo" - come lo definisce Grassucci - e che necessita secondo di una nuova legge sull'editoria. Nel settore dell'emittenza televisiva i due maggiori operatori, Rai e Mediaset, sfiorano quasi il 90 per cento degli ascolti televisivi nell'intera giornata - sempre secondo i dati diffusi da Mediacoop - e raccolgono quasi i tre quarti dei ricavi del sistema complessivo. Al settore televisivo affluisce il 56% delle risorse pubblicitarie, mentre il settore della carta stampata può contare sul 38%. I cinque maggiori gruppi editoriali detengono la proprietà del 10% delle testate, diffondono da soli il 52% delle copie vendute, hanno il 60% dei ricavi e concentrano il 64% delle risorse indirizzate alla carta stampata. "Si tratta - ha commentato Grassucci - di dati che offrono una concreta indicazione della situazione di ingessatura del settore della comunicazione italiana. È compito del nuovo governo porre mano, con grande determinazione e trasparenza, ad una svolta profonda e costruire una riforma dei media capace di garantire più pluralismo, più libertà, più cultura". (ANSA)

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