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Diffamazione 23 Ott 2012

Inaccettabile l'ordinanza di carcerazione per Sallusti No scambio tra libertà d'espressione e diritto di cronaca

“L’ordinanza di carcerazione per Sallusti è un passaggio inaccettabile di una procedura che ancora non può  considerarsi conclusa. Le parole sagge del Capo della Procura di Milano, Bruti Liberati, rassicurano sulle risorse di cui ancora dispone la giustizia. Ma la politica, che pure dice di considerare incivile il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, dovrebbe riflettere ed essere coerente.

“L’ordinanza di carcerazione per Sallusti è un passaggio inaccettabile di una procedura che ancora non può  considerarsi conclusa. Le parole sagge del Capo della Procura di Milano, Bruti Liberati, rassicurano sulle risorse di cui ancora dispone la giustizia. Ma la politica, che pure dice di considerare incivile il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, dovrebbe riflettere ed essere coerente.

Se, invece, sotto il pretesto di una norma per evitare il carcere a Sallusti, insisterà nel tentativo di varare una legge vendicativa verso tutti i giornalisti, sappia che troverà la stessa opposizione che ha incontrato nei tentativi di legge-bavaglio sulle intercettazioni. Non ci può essere alcuno scambio sulla libertà di espressione e sul diritto-dovere di cronaca: non si possono accettare norme intimidatorie e censorie, come sarebbero quelle che vogliono raddoppiare le pene civili e penali e cancellare le tutele dell’autonomia professionale nella ricerca e nella verifica di notizie di pubblico interesse per i cittadini.
Con le norme in dirittura di arrivo in Senato Ester Castano, la cronista precaria de “L’Altomilanese”, oggi sarebbe forse ridotta all’indigenza e sicuramente privata della possibilità di porre domande scomode, mentre un politico inquisito per ipotesi di collusione con la malavita rimarrebbe tranquillamente in attività.
Dietro i casi Sallusti, così come dietro ipotesi di norme ad personam contro Milena Gabanelli, ci sono minacce intollerabili, ed è gravissimo che possano trovare un qualche credito in Parlamento. I giornalisti devono fare i conti con i propri doveri professionali, ma non possono essere presi a scudo per vendette del ceto politico. Solo con una legge liberale una politica malridotta può riscattare una legislatura opaca.” 19 ottobre 2012

CASO SALLUSTI: CASSAZIONE, SU DIFFAMAZIONE MANCA RIFORMA RAZIONALE E COERENTE
'IL DIRITTO A MENTIRE NON RIENTRA NELLA LIBERTA' DI OPINIONE'

Per il reato di diffamazione manca ancora "una razionale e coerente riforma". Lo deve rilevare la Cassazione nelle motivazioni con le quali spiega il sì al carcere per il direttore de 'Il Giornale' Alessandro Sallusti, condannato a 14 mesi per una diffamazione commessa nel 2007 quando era direttore di 'Libero'. Nel dettaglio, la suprema Corte spiega che "la critica del ricorrente alla finalità dissuasiva di questa pena non è idonea, per la sua genericità, a introdurre nel presente procedimento un tema (la concezione pluridimensionale della finalità della pena) su cui il legislatore, la dottrina e la giurisprudenza si confrontano da tempo, senza raggiungere una condivisa scelta e una razionale e coerente riforma".
Nel capitolo relativo al "trattamento sanzionatorio" inflitto ad Alessandro Sallusti, la Cassazione cita la Corte europea e osserva che essa "razionalmente ritiene che la legittimità dell'ingerenza dello Stato nell'esercizio del diritto alla libertà di espressione vada valutata, tenendo anche conto della natura e della gravosità delle pene inflitte, nella prospettiva di impedire agli stati di adottare misure punitive atte a dissuadere i mezzi di comunicazione dall'adempiere al loro ruolo di allertare il pubblico, in caso di abusi dei pubblici poteri".
Piazza Cavour, però, sente di dover evidenziare anche che "la misura dell'ingerenza punitiva dello stato nei confronti del giornalista deve essere attentamente calibrata e strettamente proporzionata ai fini legittimi perseguiti; dall'altro -fa notare ancora la suprema Corte- la Corte europea ha riconosciuto senza tentennamenti la legittimità di un trattamento sanzionatorio detentivo condizionato alle ipotesi eccezionali, intese come condotte lesive di altri diritti fondamentali".
Per rafforzare quanto dice, la Cassazione cita una sentenza del 2010 che aveva ritenuto corrispondente "ad un pressante bisogno sociale" l'applicazione del carcere ai redattori capo di due quotidiani stranieri che avevano pubblicato foto scattate senza il consenso dell'interessata che ritraevano una donna sconvolta in lacrime nell'atto di essere accompagnata in carcere per scontare 21 anni per omicidio". Insomma, insiste la Cassazione, il caso di Alessandro Sallusti rientra certamente tra le ipotesi 'eccezionali' ma"in un ordinamento e in una società che vivono e si sviluppano grazie al confronto delle idee -dice la Cassazione a Sallusti- non può avere alcun riconoscimento l'invocato diritto di mentire, al fine di esercitare la libertà di opinione".
E invece nel caso in questione, ribadisce ancora la Cassazione, "forma, sostanza, modalità, tecnica di informazione impiegati ed esibiti dal quotidiano, in persona del direttore Sallusti, dimostrano la presenza di una illecita strategia di intimidatrice intolleranza, di discredito sociale, di sanzione morale diretta contro il magistrato" Giuseppe Cocilovo, descritto come giudice che aveva ordinato l'aborto per una 13enne residente a Torino. (ROMA, 23 OTTOBRE - ADNKRONOS)

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