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Fnsi 04 Nov 2004

Informazione Senza Frontiere e Reporter Senza Frontiere – Italia denunciano l’efferato assassinio di giornalisti in Iraq

Informazione Senza Frontiere e Reporter Senza Frontiere – Italia denunciano l’efferato assassinio di giornalisti in Iraq

Informazione Senza Frontiere e Reporter Senza Frontiere – Italia denunciano l’efferato assassinio di giornalisti in Iraq

Sono stati l'attacco bomba di questo fine settimana sferrato all'ufficio di Baghdad dell'emittente araba Al Arabica, nel quale sono rimasti uccisi numerosi impiegati, e l'uccisione di ieri del cameraman Dhia Najim a confermare come attualmente l'Iraq sia il luogo più pericoloso al mondo per i giornalisti. "I giornalisti e gli operatori media sono vittime di una brutalità senza precedenti," ha dichiarato ha dichiarato Aidan White, segretario generale di IFJ. "Dobbiamo ancora fare tanto per ridurre i rischi e abbiamo bisogno di risposte chiare al perchè i nostri colleghi siano stati uccisi." White è molto preoccupato per l'incidente in cui è morto Najim anche se la versione ufficiale afferma che il giornalista sarebbe stato ucciso per mano delle truppe americane. "Il nuovo bersaglio delle manipolazioni terroristiche così violente è il business che si è creato intorno alle notizie, assistiamo a incidenti che potrebbero essere evitati, dobbiamo sapere perché sono stati uccisi." Le ultimi uccisioni hanno portato il numero dei giornalisti uccisi a 98, 62 dei quali sono morti in Iraq dal marzo del 2003. Il massacro degli ultimi giorni è iniziato giovedì scorso quando Liqaa Abdul-Razzaq, un giornalista della televisione irachena, è stato ucciso insieme alla sua interprete mentre il taxi su cui viaggiavano è esploso. Alcuni testimoni hanno dichiarato che questo attacco era già stato deciso per intimidire i mezzi d'informazione iracheni. L'attentato di sabato contro Al Arabiya ha ucciso sette giornalisti, cinque erano impiegati, e altri sette persone sono rimaste ferite. L'attacco è stato rivendicato da un gruppo che si fa chiamare le "brigate del martire Jihadist". Al Arabiya ha subito numerosi attacchi e minacce da parte dei militanti per le sue tendenze occidentaliste: il suo staff infatti è stato attaccato da tutti i fronti. Tre giornalisti che lavoravano per l'emittente sono stati uccisi in incidenti che coinvolgevano le truppe statunitensi. L'uccisione di Dhia Najim, uccisa da un colpo di arma da fuoco, è arrivata dopo che aveva filmato gli scontri tra i militari e i manifestanti. Non sono state fornite spiegazioni accettabili ma gli ufficiali americani sostengono che Najim sia stato ucciso in una sparatoria ma i suoi colleghi e la famiglia credono che sia stato ucciso da un cecchino. IFJ ha dichiarato che questo è solo l'ultimo incidente di una lista di una dozzina di morti inspiegabili causate dalle forza di coalizione dall'inizio dell'invasione in Iraq. "Ancora una volta ci stiamo chiedendo come e perchè un nostro collega è stato ucciso," ha affermato White. "Abbiamo bisogno di essere certi che i giornalisti siano vittime di comportamenti incoscienti o di azioni militari che potrebbero e dovrebbero essere evitate." Il progetto di IFJ per gestire la crisi sarà presentato al meeting annuale dell'International News Safety Institute, una coalizione che si batte per salvaguardare il giornalismo, che si terrà alla fine di questo mese. (traduzione di Paola Melani per Informazione Senza Frontiere) sito web: www.italian.it/isf Reporter Senza Frontiere – Italia: Iraq, un cameraman dell'agenzia Reuters ucciso in circostanze oscure Dhia Najim, cameraman free-lance collaboratore dell’agenzia Reuters, è stato ucciso in circostanze oscure, il 1° novembre 2004, nella città di Ramadi, a ovest di Bagdad. "Mentre la famiglia della vittima evoca la responsabilità delle truppe americane, noi chiediamo al segretariato americano alla Difesa che venga aperta un’inchiesta approfondita e onesta al fine di fare luce sulle sconcertanti circostanze della morte di Dhia Najim ", ha dichiarato Reporter senza frontiere. Dall’inizio del conflitto, il fuoco americano ha causato la morte di almeno otto giornalisti, senza che peraltro siano state aperte delle serie inchieste per chiarire le circostanze esatte di questi drammi. Tarek Ayyoub (Al-Jazira), Taras Protsyuk (Reuters), José Couso (Telecinco), Mazen Dana (Reuters), Ali Al-Khatib (Al-Arabiya) e Ali Abdel Aziz (Al-Arabiya), Assad Kadhim (Al-Iraqiya), Hussein Saleh (Al-Iraqiya) e Mazen Al-Tomaizi (Al-Ekhbariya) sono stati uccisi dal fuoco americano.

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