Il contratto di lavoro fermo da ormai dieci anni, la crisi del settore dell'informazione, gli attacchi al lavoro dei giornalisti. Una escalation legislativa che cerca di imbavagliare l'attività giornalistica, il nodo delle concentrazioni editoriali, l'assenza di una norma efficace contro i conflitti di interesse. «Sembra di vivere un momento storico in cui tutte le questioni in sospeso che riguardano il giornalismo abbiano ripreso vigore», dice la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, in una lunga intervista dal titolo 'Giù le mani dalla libertà di stampa' pubblicata sul numero di aprile-maggio 2024 di Prima Comunicazione.
Dialogando con il collega Claudio Sonzogno, Costante rileva come i giornalisti italiani abbiano «bisogno di recuperare reddito e tempi di vita» e punta il dito contro la precarietà dilagante nelle redazioni, chiedendo agli editori «una massiccia campagna di stabilizzazioni». Ora a tenere banco c'è anche l'avvento dell'intelligenza artificiale nelle redazioni, mentre la categoria resta ancorata a un quadro di regole vecchie e inadeguate. «La legge dell'Ordine avrebbe bisogno di essere attualizzata, come la 416, che risale a 40 anni fa e che oggi dovrebbe essere abolita perché – evidenzia la segretaria Fnsi – è diventata solo una porta girevole per espellere attraverso stati di crisi, ammortizzatori sociali e prepensionamenti la forza lavoro dalle aziende editoriali».
Riconoscendo al sottosegretario all'Editoria, Alberto Barachini, «la piena consapevolezza della gravità e della difficoltà di risolvere i problemi che investono il settore su tanti fronti», Costante snocciola poi le vicende più scottanti degli ultimi mesi, dall'ipotesi di cessione dell'agenzia Agi al gruppo che fa capo al parlamentare leghista Antonio Angelucci al caso dei colleghi del Domani che rischiano il carcere per le loro inchieste giornalistiche, la situazione in Rai, l'eterno ritorno della tentazione di mettere le manette ai giornalisti che dovessero essere riconosciuti colpevoli di diffamazione a mezzo stampa.
Nodi irrisolti cui si affiancano le nuove sfide figlie dell'innovazione tecnologica che il giornalismo italiano è chiamato ad affrontare, come la gestione dell'intelligenza artificiale, che «deve entrare nel nostro contratto perché devono essere i giornalisti – afferma la numero uno del sindacato – ad averne il controllo», e la partita aperta con i cosiddetti Over the top per la giusta remunerazione dei contenuti editoriali. «L'Italia dal punto di vista delle norme, con il regolamento Agcom sull'equo compenso, è all'avanguardia. Bisogna insistere – rimarca Costante – e chiedere tutti insieme il pagamento di quanto dovuto».