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La giornalista Angela Caponnetto, aggredita a Isola di Capo Rizzuto
Minacce 17 Mag 2017

Isola di Capo Rizzuto, aggredite tre troupe televisive. La solidarietà  della Fnsi ai colleghi

Minacciati i giornalisti di Rai News 24 e Piazza pulita mentre documentavano il seguito dell'inchiesta "Johnny" della Dda di Catanzaro. Anche una terza troupe ha denunciato ai Carabinieri la stessa aggressione. Lorusso, Giulietti, Parisi e Michele Albanese: «La mafia teme l'informazione che illumina quei territori».

Tre troupe televisive sono state aggredite, una quasi investita, a Isola di Capo Rizzuto mentre documentavano il seguito dell'inchiesta "Johnny" della Dda di Catanzaro. Solo per aver cercato di riprendere la chiesa e la canonica dove operava uno dei fermati, don Scordio, e per aver provato a raccogliere qualche testimonianza sul posto, la troupe di Rai News 24 è stata minacciata di morte da due uomini usciti dalla stessa canonica. Uno dei due aveva un sacchetto in mano con dei panini che, a suo dire, stava portando ai poveri come gli ha "insegnato don Scordio". L'altro invece si è avvicinato al cameraman minacciandolo pesantemente. I due poi sono saliti su una monovolume bianca che si è lanciata sull'altra troupe di Piazza Pulita di La7, poco distante.

I giornalisti di Rai News intanto erano saliti di corsa in macchina cercando di scappare, ma sono stati inseguiti da una Fiat bianca e bloccati in un vicolo cieco. Mentre continuavano a minacciarli gli scattavano foto. Cosa che a quel punto ha fatto anche la collega di Rai News Angela Caponnetto mentre avvertiva i Carabinieri. Solo a quel punto gli aggressori se ne sono andati. Secondo quanto è stato possibile apprendere, anche una terza troupe ha denunciato ai Carabinieri la stessa aggressione ed un'altra ha deciso di andare in giro scortata.

«Io – ha detto la collega Angela Caponnetto – ho solo una preoccupazione: quella per la mia troupe che è del luogo ed è stata fotografata. Questo fa capire il clima che si respira quando si toccano gli interessi delle cosche. Bisogna respirarlo per capirlo questo clima a Isola di Capo Rizzuto, dove i clan si sono spartiti la torta dei migranti rubando la dignità dei richiedenti asilo e i soldi allo Stato e agli italiani, dando lavoro a decine di ragazzi che altrimenti qui farebbero la fame. Per questo si sentono forti, perché si sentono padroni del territorio. E aggredire i media altro non è che la loro bieca dimostrazione di forza per marchiare la zona».

Preoccupazione per quanto accaduto è stata espressa dal presidente Giuseppe Giulietti, dal segretario generale Raffaele Lorusso, dal segretario generale aggiunto Carlo Parisi e dal responsabile dei progetti per la legalità della Fnsi, Michele Albanese. «Lavorare in territori così difficili per garantire al Paese una libera informazione diventa sempre più difficile e rischioso. Ci auguriamo – dicono Giulietti, Lorusso e Albanese – che le forze dell'ordine identifichino i soggetti che hanno aggredito e minacciato i colleghi e che la magistratura verifichi le ragioni per le quali sono scattate le aggressioni ed in particolare se gli aggressori hanno rapporti di parentela con le persone fermate nel corso dell'operazione della Dda di Catanzaro. Nei territori infestati dalle mafie il ruolo dell'informazione diventa importantissimo e quanto accaduto ad Isola Capo Rizzuto testimonia come le famiglie di 'ndrangheta temono sia l'azione della magistratura e delle forze dell'ordine, ma anche quella dell'informazione, grazie alla quale la società civile prende coscienza della loro pericolosità».

La solidarietà ai colleghi del Cdr di Rainews24 e dell'Esecutivo UsigRai
Martedì la collega Angela Caponnetto e l'operatore, impegnati nel racconto di quanto sta accadendo a Isola Capo Rizzuto dopo i 68 fermi collegati all'inchiesta sulla gestione del Cara che vede coinvolti anche il governatore delle Misericordie Leonardo Sacco e don Edoardo Scordio, sono stati vittime di una aggressione verbale con minacce di morte da parte di due uomini usciti dalla canonica della chiesa di Maria Assunta.
La giornalista di Rainews24, insieme all'operatore e a una troupe de La7, sono stati inseguiti fino a una strada senza uscita con il preciso intento di impedire la realizzazione del servizio e del collegamento.
Un atto intimidatorio preoccupante, che i colleghi hanno immediatamente denunciato ai carabinieri. Il Cdr di Rainews24 e l'Esecutivo UsigRai condannano duramente questo episodio che si aggiunge ad altre intimidazioni subite ogni giorno da decine di colleghi che documentano e raccontano fatti legati alla criminalità organizzata e mafiosa. Illuminare il loro lavoro è per tutti noi un dovere. (Roma, 18 maggio 2017)

La solidarietà dell’Unci
L’Unione nazionale cronisti italiani esprime solidarietà ai colleghi che sono stati minacciati ed aggrediti ad Isola Capo Rizzuto (Crotone) mentre erano impegnati a confezionare i servizi del giorno dopo nell’ambito dell’operazione "Johnny" della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sugli interessi della criminalità organizzata nella gestione di alcuni centri di accoglienza per migranti. Giornalisti, operatori tv e specializzati di ripresa di Rai News 24, La 7 e di un’altra emittente, sono stati minacciati, aggrediti e inseguiti da sconosciuti.
Per il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti, «l’ennesimo episodio di minacce e intimidazione nei confronti dei cronisti toglie ogni alibi alla classe politica sull’urgenza di individuare una fattispecie aggravata per rendere dissuasiva la punizione dei responsabili, una pena edittale sufficientemente alta per poter permettere l’arresto immediato nella flagranza o nella quasi flagranza della minaccia. Il livello di intolleranza nei confronti della stampa, spesso alimentato dalla stessa classe dirigente, sta creando un clima fertile per il ritorno di una stagione di violenza che speravano sepolta per sempre. A nessuno oggi deve più essere consentito di voltarsi dall’altra parte, aspettando l’ineluttabile».
«Ancora una volta cronisti e fotocineoperatori aggrediti e minacciati solo perché svolgevano con puntuale professionalità e coraggio il proprio mestiere. – ha sottolineato il vicepresidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales – Alle forze dell’ordine e alla magistratura chiediamo di fare luce sulle aggressioni e denunciare i responsabili».

@fnsisocial

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