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La giornalista Marilù Mastrogiovanni (al centro) con il team della trasmissione "Cose Nostre"
Diffamazione 19 Gen 2017

La giornalista non diffamò l'editore, rispedita al mittente la richiesta di danni da 260mila euro

Le richieste del querelante sono infondate e vanno rigettate perché Marilù Mastrogiovanni ha scritto la verità . Con questa motivazione il giudice del tribunale di Lecce ha archiviato oggi una vicenda che durava da oltre 11 anni e per la quale l'editore Pagliaro aveva chiesto 260mila euro di risarcimento per presunta diffamazione.

Le richieste del querelante sono infondate e vanno rigettate perché la giornalista ha scritto la verità. Questa la conclusione a cui è arrivato il tribunale di Lecce che ha scritto oggi, dopo oltre 11 anni di contenzioso civile (e l'archiviazione, già qualche anno fa, della causa penale collegata), la parola “fine” in calce ad una vicenda iniziata a cavallo tra il 2005 e il 2006.

Vicenda in cui erano contrapposti da un parte la giornalista Marilù Mastrogiovanni, direttrice responsabile de "Il tacco d'Italia", e dall'altra l'editore Paolo Pagliaro, legale rappresentante di Tele Rama e Radio Rama.

Sentendosi diffamato da un articolo pubblicato da Mastrogiovanni nel dicembre 2005, l'editore aveva querelato per diffamazione la giornalista e chiesto un risarcimento danni per complessivi 260mila euro.

La causa penale era stata archiviata nel 2010. Quella civile si è conclusa oggi con la sentenza del giudice Antonino Ieremonti che ha escluso «qualunque carattere diffamatorio» delle notizie riferite da Marilù Mastrogiovanni nell'articolo "incriminato", rigettando di conseguenza la richiesta di risarcimento e stabilendo la compensazione tra le parti delle spese di lite.

In calce la sentenza del tribunale di Lecce.

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