CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Lutto 11 Mar 2007

L'ultima coraggiosa battaglia di Laura Dubini, coraggiosa Bionic girl

Bionic girl era la definizione ironica che Laura Dubini dava di se stessa, e anche quella che usava per dialogare con gli amici via e-mail. Bionic girl stamane, a Milano, ha concluso una battaglia coraggiosa che - dicono i medici - le ha fatto conquistare almeno 7 anni di vita e che molte altre esistenze ha salvato

Bionic girl era la definizione ironica che Laura Dubini dava di se stessa, e anche quella che usava per dialogare con gli amici via e-mail. Bionic girl stamane, a Milano, ha concluso una battaglia coraggiosa che - dicono i medici - le ha fatto conquistare almeno 7 anni di vita e che molte altre esistenze ha salvato

Avrebbe compiuto 60 anni il primo aprile, un'età che nessuno le dava perchè Laura, colta giornalista del Corriere della Sera e madre di Stefano Baldeschi, era incredibilmente bella e giovane, nonostante gli sforzi strenui per impedire al cancro di vincere. Si era ammalata nel 1989 e, dopo una decina d'anni dalla prima operazione, la malattia si era ripresentata nella sua vita con una violenza che avrebbe fiaccato chiunque. Non lei: Laura Dubini ha scelto di continuare a vivere mettendo se stessa al servizio di una alleanza, quella tra medico e paziente. Niente privacy, niente pudore inutile, solo una battaglia a viso aperto, scegliendo come alleata la medicina più avanzata. Si era affidata a Umberto Veronesi e all'equipe dell'Istituto Europeo di Oncologia. Ed era per l'Airc una valida testimonial. "La nostra disperazione oggi - dice Emanuela Properzi dell'Airc - è quella di non averle potuto dare di più. Ma il suo esempio ha certamente salvato molte vite, ha fatto capire che la battaglia contro il cancro va combattuta in due, medico e paziente insieme. Lei non si sentiva una cavia, ma una persona che aveva fiducia nella ricerca, nelle cure più nuove e sperimentali. Perfino quando aveva ricevuto il premio Ischia per il 'giornalismo coraggiosò aveva rivolto al presidente della Repubblica un appello a favore della ricerca". "Oggi le cure devono essere personalizzate - spiega Properzi - cioè costruite sul dna del paziente e sul gene del tumore: Laura è stata la paladina di tutto questo, ha scelto di comparire in televisione, di rilasciare interviste, di scrivere articoli". Ma Laura, pur mettendo se stessa al servizio della scienza, continuava ad essere una stimata cronista musicale, dopo essere stata una giornalista di moda. Non ha mai mollato, ha sempre continuato a lavorare e perfino a vivere gli appuntamenti della società milanese, dove era una ambita presenza, con una gioia che spiazzava gli altri. Entrava e usciva dall'ospedale con coraggiosa ironia: a chi titubante le chiedeva 'come stai?', alla vigilia di quei controlli e di quelle cure che diventavano sempre più frequenti, di solito rispondeva: "domani vado a farmi un tagliando". I funerali di Laura Dubini saranno celebrati dopodomani alle 14,45, nella chiesa di San Marco a Milano. Meno di due anni fa, insieme ai fratelli Paola, Nicolò e Andrea, Laura aveva salutato per l'ultima volta la sorella Cristina, sconfitta dal cancro. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati