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Giudiziaria 19 Set 2006

Nuove perquisizioni a Repubblica Serventi: “Necessario un intervento urgente per ripristinare la libera informazione” Siddi: "Intollerabili le iniziative sul caso Abu Omar" Comunicato del Cdr

“L’inchiesta sulle violazioni del segreto nel caso Abu Omar sta assumendo l’aspetto di una vera e propria intimidazione nei confronti di giornali e giornalisti. Dopo la decisione della scorsa settimana di far copiare la memoria di cronisti de La Stampa, stamane la magistratura ha ordinato di copiare anche la memoria del pc del collega Carlo Bonini di Repubblica

“L’inchiesta sulle violazioni del segreto nel caso Abu Omar sta assumendo l’aspetto di una vera e propria intimidazione nei confronti di giornali e giornalisti. Dopo la decisione della scorsa settimana di far copiare la memoria di cronisti de La Stampa, stamane la magistratura ha ordinato di copiare anche la memoria del pc del collega Carlo Bonini di Repubblica

Una situazione intollerabile che è ormai chiaramente parte di un clima di intimidazione, frutto dell’impotenza degli inquirenti nei confronti delle fonti dei giornalisti. Occorre un intervento immediato, forte, del Sindacato dei Giornalisti e dell’Ordine contro una iniziativa che giudico illegale e che comporta di fatto il sequestro di tutto il materiale, professionale e privato, nella memoria dei pc dei cronisti. Nel frattempo il ddl Mastella sulle intercettazioni comincia il suo iter parlamentare con il rischio di rendere efficaci solo per i giornalisti le sanzioni pecuniarie. Incontreremo il Ministro Mastella al più presto, mentre abbiamo proposto di incontrare i vertici dell’Anm, che hanno subito accolto l’invito. E’però grave che esponenti politici come Giuliano Pisapia oggi accostino indebitamente le iniziative della magistratura sulle violazioni con gli impropri rapporti tra alcuni giornalisti e i servizi segreti. E’ proprio vero: occorre agire in fretta e con determinazione contro tutti gli abusi e le intimidazioni”. ''Gli ultimi sviluppi dell' inchiesta Abu Omar, per le ripercussioni e intromissioni giudiziarie nell' attivita' di ricerca, catalogazione e diffusione delle notizie da parte dei giornalisti, non sono piu' accettabili''. Lo dice il presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, dopo le perquisizioni nella sede de 'La Repubblica'. ''Si sta oltrepassando il limite di guardia. Le legittime indagini giudiziarie su fatti di reato - aggiunge Siddi - non possono arrivare ad essere reale impedimento alla libera attivita' di informazione cardine di garanzia democratica della stessa funzione giudiziaria. Dopo quello che e' successo oggi a Repubblica, e prima alla Stampa e a Trieste, richiediamo urgente verifica da parte del Consiglio Superiore della Magistratura''. Per il presidente Fnsi, ''i giornalisti non sono i responsabili dello scandalo Abu Omar, ma chi ha avuto la capacita' di scoprirne opacita' gravi, dandone conto alla pubblica opinione, non puo' essere trattato cosi' con iniziative che assumono carattere di intimidazione e coercizione''. (ANSA) IL COMITATO di redazione, di fronte al nuovo intervento della magistratura di Brescia che ha disposto la clonazione del computer del collega Carlo Bonini — cioè la copiatura di tutto ciò che in esso è conservato, compresi documenti, messaggi di posta, indirizzi e-mail e altro che nulla hanno a che fare con l'inchiesta sulla presunta violazione del segreto istruttorio nel caso Abu Omar - denuncia l'escalation di un'azione intimidatoria nei confronti di giornalisti che non fanno altro che il loro mestiere: quello di informare l'opinione pubblica. Una copiatura che, va sottolineato, fa carta straccia della privacy personale. Sono state prese persino le foto familiari del collega: vorremmo sapere cosa c'entrano con l'indagine sulle violazioni del segreto istruttorio a cui, del resto, Bonini è assolutamente estraneo, in quanto non indagato, anzi, addirittura vittima di pedinamenti e intercettazioni illegali partite proprio da un ufficio del Sismi. Il Comitato di redazione, considerando anche altri episodi, quali le ventilate minacce di sequestrare l'intero sistema di posta elettronica dei giornalisti de La Stampa, rileva che si sta configurando una pesantissima intimidazione contro tutta la categoria e la libertà di stampa. L'avevamo già detto nei mesi scorsi, quando ci furono le prime perquisizioni nelle sedi di Milano e Roma del nostro giornale e lo ribadiamo oggi ancora con più forza: è il momento di dire basta a questo atteggiamento vessatorio nei confronti di chi sta facendo soltanto il proprio, sacrosanto, legittimo lavoro. Il Comitato di redazione ribadisce che non è più il tempo soltanto della solidarietà verso le vittime di queste continue vessazioni: è ora che il mondo politico e quello istituzionale prendano una chiara posizione a difesa del diritto d'informazione e della libertà di stampa. Per quel che ci riguarda, non solo l'intera redazione di Repubblica continuerà ad essere al fianco dei colleghi colpiti da ingiusti provvedimenti, ma farà muro in modo che le inchieste giornalistiche in corso e quelle future si svolgano sempre libere da intimidazioni e condizionamenti da parte del potere. Il cdr di Repubblica

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