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Vertenze 07 Giu 2006

Oggi in sciopero il Corriere della Sera: “Contro il tentativo di trasformare i quadri redazionali in figure manageriali” Il comunicato del Cdr e del Sindacato

Il Corriere della Sera domani non sarà in edicola per uno sciopero proclamato dal Comitato di Redazione su mandato dell'assemblea. Lo sciopero è stato indetto come risposta ai comportamenti con i quali la Rcs, in linea con quanto persegue a livello nazionale la Federazione degli editori nella trattativa per il prossimo contratto di lavoro, sta mirando sistematicamente a stravolgere la natura e i principi del lavoro giornalistico.

Il Corriere della Sera domani non sarà in edicola per uno sciopero proclamato dal Comitato di Redazione su mandato dell'assemblea. Lo sciopero è stato indetto come risposta ai comportamenti con i quali la Rcs, in linea con quanto persegue a livello nazionale la Federazione degli editori nella trattativa per il prossimo contratto di lavoro, sta mirando sistematicamente a stravolgere la natura e i principi del lavoro giornalistico.

L'obiettivo ormai esplicito è quello di trasformare i quadri redazionali in figure manageriali che rendano conto direttamente all'azienda. In questo modo non conterebbero più la libera informazione, l'autonomia e l'indipendenza al servizio dei lettori; e il punto di riferimento diventerebbero, invece, gli interessi finanziari, politici, industriali, di marketing e pubblicità che fanno capo agli azionisti. L'ultimo esempio eclatante è rappresentato da un seminario su temi non giornalistici ma esclusivamente manageriali: il primo di una serie, organizzato per ieri e oggi dalla Rcs su sollecitazione dei direttori sia del Corriere sia di altre testate del gruppo, e rivolto ad alcuni capiredattori. Nei giorni scorsi, e ancora fino a ieri sera, il CdR ha fatto presente alla direzione gli aspetti inquietanti e rischiosi di questa iniziativa e le possibili ricadute in termini contrattuali e deontologici e ha chiesto di sospenderne l'attuazione per quanto riguarda il Corriere della Sera. Malgrado questo, e rifiutando la richiesta della redazione, il direttore Paolo Mieli ha scelto di sostenere la posizione dell'azienda, rinunciando al suo ruolo di garante dei giornalisti. Inizialmente, per assicurare un minimo di trasparenza, il CdR aveva chiesto di essere presente al seminario con un suo rappresentante in qualità di semplice osservatore. Questa opzione era stata respinta drasticamente, ma ieri sera è stata l'unica offerta che il direttore ha fatto in extremis al CdR, proiettandola in un futuro ipotetico. Cosa che è apparsa, a quel punto, come il tentativo di coinvolgere il sindacato a copertura dell'operazione. A sostegno della posizione del CdR e della redazione, e condividendone le preoccupazioni, ieri la Federazione Nazionale della Stampa, in un comunicato congiunto con l'Associazione Lombarda dei Giornalisti e l'Associazione Stampa Romana, ha definito quella della Rcs «una iniziativa i cui contenuti, mirati alla gestione delle risorse umane ed economiche, confliggono con alcune delle norme deontologiche fondamentali della legge sulla professione giornalistica. L'iniziativa di Rcs sembra invece anticipare e concretizzare una delle richieste più pericolose avanzate dalla Fieg, ovvero considerare i quadri giornalistici espressione diretta dell'azienda, fino al punto di richiederne la licenziabilità». L'Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha denunciato il fatto che «l'iniziativa del Corriere della Sera va in una direzione che non tutela i valori dell'autonomia della professione di giornalista. La Rcs punta a trasformare, in linea con i postulati della contropiattaforma della Fieg, i capiredattori in manager abituati a vedere "i giornalisti come risorse e non come colleghi"». Il CdR La Federazione Nazionale della Stampa, l’Associazione Lombarda dei giornalisti e l’Associazione Stampa Romana condividono le osservazioni e le preoccupazioni del Comitato di redazione del Corriere della Sera che ha preso posizione, con un comunicato pubblicato ieri sul giornale, contro l’iniziativa di Rcs Mediagroup, condivisa dalla direzione giornalistica, di organizzare un seminario sperimentale di formazione manageriale che coinvolge alcuni capiredattori del gruppo editoriale. Una iniziativa i cui contenuti, mirati alla gestione delle risorse umane ed economiche, confliggono con alcune delle norme deontologiche fondamentali della legge sulla professione giornalistica, ancora prima che con previsioni specifiche del contratto nazionale di lavoro. Particolarmente grave appare soprattutto che uno dei temi previsti dal seminario proponga di “vedere i giornalisti come risorse e non come colleghi”. La Federazione della Stampa e le Associazioni regionali si oppongono fermamente a una visione e a un’organizzazione all’interno delle redazioni che non ponga al primo posto la funzione costituzionale del giornalismo: garantire e tutelare un’informazione libera, autonoma e trasparente. L’iniziativa di Rcs Mediagroup sembra invece anticipare e concretizzare una delle richieste più pericolose avanzate dalla Fieg, ovvero considerare i quadri giornalistici espressione diretta dell’azienda, fino al punto di richiederne la licenziabilità. L’Associazione Stampa Romana esprime piena e convinta solidarietà ai colleghi del Corriere della Sera, di fronte alla decisione aziendale - confermata dalla direzione giornalistica – di dare ai capiredattori una formazione manageriale, assolutamente avulsa dalla funzione giornalistica, con un seminario indirizzato espressamente alla “gestione delle risorse umane”, economiche e tecniche. L’Associazione Stampa Romana ritiene particolarmente grave la decisione assunta dalla Rcs e fatta propria dalla direzione del Corriere della Sera, che anticipa nei fatti quella che è una delle richieste della Fieg, ovvero considerare i quadri giornalistici espressione diretta dell’azienda, fino al punto di richiederne la licenziabilità (e azzerandone quindi, nei fatti, ogni autonomia). Il sindacato dei giornalisti si oppone fermamente ad una visione e organizzazione dei giornali che non ponga al primo posto, indiscutibilmente, la funzione costituzionale del giornalismo: cioè quella di garantire e tutelare un’informazione libera, autonoma e trasparente. E’ evidente che dei capiredattori trasformati in quadri aziendali, ai quali è espressamente richiesto di considerare la redazione come una “risorsa e non come colleghi”, snatura profondamente la ragion d’essere del nostro mestiere ed è antitetica con la stessa libertà di informazione. La formazione professionale è un bene prezioso per chi ha scelto di fare il giornalista: un diritto-dovere per riuscire a dare una informazione di maggiore qualità ai cittadini, non per fornire scorciatoie nella gestione delle aziende. L’Associazione Stampa Romana invita tutti i colleghi, in tutte le redazioni, alla massima vigilanza in questa delicatissima fase contrattuale, affinché siano impedite alle aziende fughe in avanti che compromettano il futuro dei nostri giornali e della nostra professione. 6 giugno - Il Comitato di Redazione ha sottoposto all'Ordine nazionale dei Giornalisti, e a quelli della Lombardia e del Lazio, alla Federazione Nazionale della Stampa, all'Associazione Lombarda Giornalisti e all'Associazione Stampa Romana, quanto sta accadendo al Corriere della Sera. La Rcs ha organizzato, su sollecitazione della direzione sia del Corriere sia di altre testate del gruppo, un seminario formativo sperimentale: il primo di una serie, che si svolgerà oggi e domani a Pallanza e al quale parteciperanno alcuni capi-redattori, su argomenti non strettamente giornalistici ma manageriali ("gestione delle risorse umane, gestione delle risorse economiche in un'impresa editoriale, sviluppo tecnologico e sistemi multimediali"). I corsi saranno tenuti da "consulenti che erogano questa formazione a personale manageriale" (tra le voci indicate, "vedere i giornalisti come risorse e non come colleghi"). La prima sessione di lavori sarà aperta da Paolo Mieli. Il CdR, pur essendo favorevole al più ampio aggiornamento professionale dei redattori, non può non esprimere preoccupazione per i seguenti motivi: - dalla direzione ci si aspetterebbe prioritariamente una riflessione sul modello e sulla qualità del giornale e sul modo più adeguato per corrispondere alle esigenze dei lettori, con un'informazione completa e libera da condizionamenti di qualsiasi potere; - questo tipo di iniziative, come prevede l'articolo 45 del Contratto nazionale di lavoro, devono svolgersi all'interno di una regolamentazione concordata con il sindacato, che in questo caso è totalmente mancante; - informato solo alla vigilia del seminario, il CdR ha chiesto alla direzione di poter essere presente con un proprio rappresentante. Ma l'azienda si è opposta con questa motivazione: "I partecipanti devono poter svolgere il lavoro liberi da condizionamenti e influenze che il CdR potrebbe esercitare". Appare particolarmente grave che questo nuovo tipo di iniziative nasca proprio quando la Federazione Editori ha presentato, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico, una piattaforma con la quale intende ottenere la trasformazione strutturale dei capiredattori: non più figure autonome e dipendenti esclusivamente dalla direzione giornalistica, ma quadri dirigenti con un mix di funzioni giornalistiche e amministrative/manageriali. Per questi motivi e anche per evitare di essere messi di fronte a fatti compiuti, prima dell'auspicata ripresa della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, il CdR: - per il metodo seguito, ha protestato con azienda e direzione; -sui contenuti dell'iniziativa ha chiesto ai propri referenti nazionali e territoriali di contribuire, per quanto di loro competenza, a fare chiarezza sulla legittimità dei comportamenti della Rcs e, anche dal punto di vista deontologico, della direzione. Il CdR de Il Corriere della Sera

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