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Il tribunale di Palermo (Foto: Ansa)
Diffamazione 14 Apr 2022

Palermo, attacchi a giornalista su Facebook. Deputato regionale a processo

Luigi Sunseri, membro dell'ARS, si scagliò contro Mariella Pagliaro per alcune parole usate in un articolo in cui dava conto di un femminicidio. La cronista si era rivolta alla Procura, che aveva chiesto di archiviare la querela per diffamazione. Ora il Gip ha ordinato l'imputazione coatta nei confronti dell'esponente politico.

Oltre tremila condivisioni, quasi 800 commenti e 3600 mi piace a un post su Facebook che si scagliava contro una parte di un articolo riguardante l'omicidio di una giovanissima, Roberta Siragusa. Autrice un'altra donna, una cronista del Giornale di Sicilia, Mariella Pagliaro, aspramente criticata dal deputato regionale del M5s Luigi Sunseri, subito seguito dai suoi "followers", autori di commenti durissimi contro la giornalista.

Ora la vicenda approderà in tribunale, davanti al giudice monocratico, perché il Gip di Palermo Annalisa Tesoriere ha ordinato l'imputazione coatta nei confronti dell'esponente politico. La Procura - a cui si era rivolta Pagliaro con una querela per diffamazione - avrebbe voluto archiviare il caso in base alla scriminante per il diritto di critica politica, ma la giudice ha rigettato la richiesta e Sunseri sarà citato dal pm davanti al giudice monocratico.

La vicenda risale al gennaio del 2021, quando a Caccamo, la diciassettenne Siragusa fu brutalmente assassinata e data alle fiamme. Del delitto risponde il fidanzatino, oggi ventenne, Pietro Morreale, in carcere e a giudizio in Corte d'assise.

Da uno degli articoli scritti da Pagliaro per il quotidiano palermitano, il 27 gennaio 2021, Sunseri estrapolò un paio di frasi, ignorando il contesto e tutto il resto del "pezzo", in cui si riportavano le risultanze delle indagini e gli elementi che gli investigatori avevano raccolto per ricostruire il movente di quell'atroce omicidio.

L'espressione usata nell'articolo («Roberta potrebbe aver firmato la sua condanna a morte con l'ingenuità dei suoi 17 anni») era dunque riferita all'analisi di chi indaga e alla probabile furiosa reazione di Morreale dopo la scoperta di alcuni messaggi tra la ragazza e il suo ex fidanzato. Di conseguenza il commento di Sunseri sulle frasi estrapolate, come scrive la Gip Tesoriere, «forniva un'interpretazione personale e arbitraria del tutto difforme dal significato letterale dell'articolo stesso».

Non solo: il deputato pentastellato avrebbe «di gran lunga travalicato i limiti imposti per l'operatività della scriminante della critica politica», perché avrebbe definito le «parole (come) gravi, pericolose e indegne. Chieda scusa a Roberta – si leggeva nel post di Sunseri, con riferimento alla Pagliaro – e a tutte le donne. Quella frase mi fa veramente schifo».

La giornalista, annota sempre la giudice, non aveva manifestato «alcuna opinione personale in merito né ai drammatici fatti né riguardo al comportamento della persona offesa». Sunseri invece, «nel condividere l'articolo nella sua pagina Facebook, ha attribuito alla Pagliaro un'interpretazione soggettiva del fatto di cronaca, non corrispondente alla realtà, utilizzando espressioni integranti, dal punto di vista oggettivo e soggettivo, un'offesa alla dignità e al decoro» della cronista. (Da: assostampasicilia.it)

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