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Il voto in plenaria del Parlamento Ue (Foto: Philippe Stirnweiss/European Union 2023)
Istituzioni 14 Mar 2023

Parlamento Ue, primo via libera al Data Act

Attenzione allo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell'intelligenza artificiale, e al flusso delle enormi quantità  di informazioni generate da persone e macchine, «fattore fondamentale per l'innovazione di imprese e autorità  pubbliche.

Via libera dal Parlamento europeo alla sua posizione negoziale sul Data Act, la proposta di legge per lo sviluppo di nuovi servizi digitali, in particolare nel settore dell'intelligenza artificiale, per regolare le il flusso delle enormi quantità di dati.

Stando al testo approvato con 500 voti favorevoli, 23 contrari e 110 astensioni, la necessità di un nuovo quadro normativo nasce dal fatto che «il volume di dati generati dalle persone e dalle macchine sta aumentando in modo esponenziale e sta diventando un fattore fondamentale per l'innovazione da parte delle imprese e delle autorità pubbliche al punto di poter affermare che i dati siano il nuovo petrolio».

Il testo che il Parlamento intende negoziare con Consiglio e Commissione chiede di consentire agli utenti di poter accedere ai dati da loro generati, dato che secondo la Commissione l'80% dei dati industriali non viene mai utilizzato e di garantire che gli accordi contrattuali siano al centro delle relazioni tra imprese. Secondo la proposta inoltre, le aziende potranno decidere quali dati possono essere condivisi, mentre il produttore potrà scegliere di non rendere disponibili alcuni dati "per scelta".

«L'obiettivo è raggiungere un'economia dei dati aperta e innovativa, ma alle nostre condizioni e in conformità con i nostri valori», ha avvertito, il commissario europeo per l'Industria, Thierry Breton, parlando in plenaria prima del voto.

La normativa dovrebbe riequilibrare il potere negoziale a favore delle Pmi nella redazione dei loro contratti di condivisione di dati, mettendole al riparo da clausole contrattuali inique imposte da aziende in una posizione significativamente più favorevole, «con particolare attenzione ai diritti dei consumatori, all'interesse pubblico e alla protezione dei dati europea», ha aggiunto Breton.

@fnsisocial

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