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Ordine 09 Ott 2014

Reintegro Renato Farina: si dimettono Bonini e Suber

Il reintegro di Renato Farina, la presenza di Giovanni Lucianelli nella Commissione di esame per giornalisti professionisti che sta attualmente tenendo la sua 118esima sessione. ''Cos'altro vi attende e ci attende? Quale altro tradimento siamo, siete pronti a consumare? Cosa vi preparate a raccontare a chi, oggi, si sbatte per poche centinaia di euro lorde al mese credendo in quello che fa e rischiando spesso la pelle per uno scatto o per l'ostinazione di scrivere un nome impronunciabile in una cronaca locale?''. Queste alcune delle ragioni che hanno portato Carlo Bonini a dimettersi in modo ''irrevocabile'' da consigliere nazionale dell'Ordine.

Il reintegro di Renato Farina, la presenza di Giovanni Lucianelli nella Commissione di esame per giornalisti professionisti che sta attualmente tenendo la sua 118esima sessione. ''Cos'altro vi attende e ci attende? Quale altro tradimento siamo, siete pronti a consumare? Cosa vi preparate a raccontare a chi, oggi, si sbatte per poche centinaia di euro lorde al mese credendo in quello che fa e rischiando spesso la pelle per uno scatto o per l'ostinazione di scrivere un nome impronunciabile in una cronaca locale?''. Queste alcune delle ragioni che hanno portato Carlo Bonini a dimettersi in modo ''irrevocabile'' da consigliere nazionale dell'Ordine.

 Lo ha annunciato in una lettera che ha letto pubblicamente al consiglio nazionale riunito a Roma questo pomeriggio. ''Butto li' un'idea: perché, contando già su Lucianelli agli esami di idoneità, non pensare a Renato Farina per la formazione permanente, magari da tenere in una sala intitolata a "Giuseppe D'Avanzo"?'', scrive ancora Bonini. ''Un anno fa, ho accettato di candidarmi per il Consiglio. Perché ero convinto - e resto convinto - che se si vogliono cambiare le cose, sia necessario mettersi in gioco'', scrive ancora Bonini nella sua lettera di dimissioni dal consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti.   ''Anche a rischio di perdere, perché nella sconfitta non c'è vergogna, se leale. Ritenevo di essere in compagnia di colleghi che, pur pensandola diversamente da me, con me condividessero i principi di questo mestiere. O, comunque, un orizzonte etico minimo. Che nulla è 'irriformabile'. Mi sbagliavo. E non prenderne atto sarebbe un inganno'', spiega ancora.  È critico quindi nei confronti di Renato farina: ''Sette anni sono stati un tempo sufficiente a questo Ordine per trasformare la notte in giorno. La vergogna e il discredito in perdono e resurrezione. E allora lasciate che vi racconti io un pezzo di questa storia che qualcuno ha dimenticato o forse ignora. Renato Farina, alias "Betulla", ebbe tra i suoi "target" spionistici anche il lavoro giornalistico per "Repubblica" del sottoscritto e di chi non può piu' parlare, perché un infarto lo ha portato via troppo presto la mattina del 30 luglio 2011: Giuseppe D'Avanzo. Un amico di cui ho pudore a parlare. Per me, un padre non solo della professione''.   Ma punta il dito anche contro Lucianelli: ''Già, anche Lucianelli è uno di noi. Direi di piu': la nostra faccia dentro e fuori la categoria visto l'incarico di commissario d'esame. E, del resto, ha un mentore professionale d'eccezione, l'ex senatore e pregiudicato Sergio De Gregorio, e una lunga storia professionale che definire opaca è un eufemismo. Che ha spesso incrociato il codice penale e non per reati professionali''.   E conclude ''non vi annoio oltre. Io, da oggi, separo la mia strada dalla vostra e renderò pubblica questa mia lettera di dimissioni che chiedo venga formalmente messa agli atti del Consiglio, perché nessuno, un giorno possa dire, 'non sapevo', 'non c'ero', 'nessuno me lo ha detto'. Sono consapevole di aver perso la mia battaglia qui dentro. E sono consapevole di lasciare un lavoro a metà. A cominciare da un progetto di Riforma dell'Ordine su cui mi ero impegnato''.   (ROMA, 7 OTTOBRE - ANSA)

GIORNALISTI: SUBER, ANCH'IO MI DIMETTO DA CONSIGLIO ORDINE
'TUTTI I TENTATIVI DI CAMBIAMENTO FRANTUMATI CONTRO UN MURO'

"Ritengo che le motivazioni riportate dal collega Carlo Bonini per le sue dimissioni siano ineccepibili nella forma e nella sostanza. Penso che tutti i tentativi di cambiare, di riformare quest'Ordine dei giornalisti - prematuri o meno, sbagliati o troppo avanzati che dir si voglia - si siano frantumati contro un muro, quello dei tanti consiglieri che non solo vogliono difendere uno status quo indifendibile da qualsiasi punto di vista, ma che negano di fatto gli stessi principi fondanti dell'Ordine". Cosi' in una lettera al presidente e all'esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, il giornalista Pietro Suber annuncia le dimissioni da consigliere nazionale.    "La triste pantomima dei tentativi di riforma, tutti piu' o meno naufragati nel nulla, la riammissione all'unanimità di Renato Farina, alias "Betulla", da parte dell'Ordine della Lombardia, la scelta di personaggi già coinvolti in vicende molto discusse come Giovanni Lucianelli tra i membri della commissione d'esame per giornalisti professionisti – spiega Suber nella lettera - sono solo gli ultimi esempi di punti, a mio modesto avviso, di non ritorno: lista alla quale vorrei aggiungere la miopia di un Consiglio dell'Ordine che continua ad arroccarsi dietro alcuni privilegi senza capire che la barca sta affondando e che ci siamo sopra tutti, professionisti e pubblicisti, garantiti e meno garantiti (che sono chiaramente la maggioranza)".
Suber cita anche "la questione non certo secondaria del controllo sul codice deontologico, questione nascosta velocemente sotto il tappeto come dimostra la recente assoluzione da parte dell'assemblea del consigliere Andro Merku', protagonista delle imitazioni utilizzate dalla trasmissione radiofonica "La Zanzara". Violazione del codice deontologico accertata, se ce ne fosse il bisogno, da ultimo anche dal Garante per la privacy in una delle sue ultime riunioni di fine settembre. Certo, inutile nascondere che le dimissioni sono comunque una sconfitta anche personale. Il tentativo di cambiare le cose - di portare avanti una riforma radicale di una legge (quella istitutiva dell'Ordine) che risale a piu' di 50 anni fa - è stato fatto in questo anno e mezzo, ma è stato bocciato piu' volte dalla maggioranza del Consiglio. La sconfitta - conclude - sta nell'ordine delle cose e del gioco democratico, non però le altre". (ROMA, 7 OTTOBRE - ANSA)

GIORNALISTI: CDR REPUBBLICA, CONDIVIDIAMO SCELTA BONINI 

Il Cdr di Repubblica "ringrazia Carlo Bonini per il lavoro sin qui svolto come consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti e prende atto con amarezza delle ragioni che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni un anno dopo la sua elezione in Consiglio".     "Come colleghi e giornalisti di Repubblica, prima ancora che come componenti del Cdr del quale anche Carlo fa parte – si legge in una nota del Comitato di redazione - condividiamo in pieno i contenuti e le motivazioni della sua scelta. Siamo fermamente convinti che le battaglie intraprese da questo giornale e da Peppe D'Avanzo vadano difese ogni giorno, in ogni momento e in ogni sede da qualsivoglia tentativo di strumentalizzazione e ricordate ai lettori per vanificare i tentativi di chi cerca, con l'oblio, di cancellarle". (ROMA, 7 OTTOBRE - ANSA)

GIORNALISTI: ODG, RAGIONI RADIAZIONE FARINA RESTANO VALIDE
MANDATO A PRESIDENTE PER RIPRESA PROCESSO RIFORMATORE

Il reintegro di Renato Farina nell'albo dei giornalisti, che ha portato nei giorni scorsi alle dimissioni di Carlo Bonini da consigliere nazionale dell'Ordine, è stato discusso dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.
Il Consiglio - si legge in una nota - "prende atto della decisione assunta all'unanimità, nella piena autonomia e rispetto delle proprie competenze e prerogative, dall'Ordine regionale della Lombardia, il 3 settembre scorso, con la quale si dispone la reiscrizione di Renato Farina all'Albo dei Giornalisti; pur consapevole che nessuna azione può competere ai suoi organismi nel merito di questa decisione, riconferma piena condivisione e convinta adesione alle motivazioni contenute nella delibera che era stata approvata dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti il 29 marzo 2007, con la quale si disponeva la radiazione dall'Ordine di Renato Farina specificando tra l'altro come 'il comportamento di Farina resta incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione giornalistica ed ha provocato un gravissimo discredito per l'intera categoria'. Quella delibera venne poi annullata dalla Cassazione perché Farina si era dimesso dall'Ordine pochi giorni prima del 29 marzo 2007, ma i principi e il giudizio in essa contenuti restano un valido e attuale richiamo al rispetto delle regole etiche e deontologiche per tutti coloro che esercitano la professione giornalistica".
Inoltre, il Consiglio - si legge in un'altra nota - "al termine di un appassionato dibattito da' mandato al presidente del Cnog perché avvii la ripresa immediata del processo riformatore, con incisivi interventi su Governo e Parlamento".   (ROMA, 9 OTTOBRE - ANSA)

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