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Un momento del Consiglio nazionale del 26 giugno 2025
Un momento del Consiglio nazionale del 26 giugno 2025
Consiglio Nazionale 26 Giu 2025

Rinnovo contrattuale, il Consiglio nazionale Fnsi: «Pronti alla lotta per difendere i diritti di giornalisti e lettori»

In un documento approvato all'unanimità, giovedì 26 giugno 2025, i consiglieri nazionali si esprimono contro «la proposta della Fieg di destrutturare il contratto creando delle differenze generazionali», stigmatizzando, fra l'altro, il rifiuto degli editori a limiti etici all'uso dell'intelligenza artificiale in redazione.

Il Consiglio nazionale della Fnsi si esprime all'unanimità contro le proposte finora avanzate dagli editori della Fieg nell'ambito delle trattative per il rinnovo contrattuale e respinge al mittente ogni tentativo di «destrutturare il contratto creando delle differenze generazionali a livello di tutele e di diritti».

È quanto si legge in un documento approvato dai consiglieri nazionali, riuniti a Roma giovedì 26 giugno 2025, nel quale viene anche stigmatizzato il rifiuto degli editori a limiti etici all'uso dell'intelligenza artificiale nelle redazioni e si ribadisce che «se gli editori non decidono di investire sul lavoro, i giornalisti sono pronti a intraprendere una dura stagione di lotta per difendere i loro diritti e quelli dei lettori».

Di seguito il testo integrale del documento.

Il Consiglio nazionale della Federazione nazionale della Stampa italiana impegna la Giunta esecutiva del sindacato unico dei giornalisti a respingere l'impianto di rinnovo contrattuale per ora prospettato dagli editori.
Il Consiglio fa propria la posizione della Conferenza nazionale dei Comitati di redazione che ha affidato alla Giunta un pacchetto di cinque giorni di sciopero, respingendo la proposta della Fieg di destrutturare il contratto creando delle differenze generazionali a livello di tutele e di diritti.
Il Contratto nazionale dei giornalisti è scaduto da nove anni, ma nel frattempo gli editori hanno incassato centinaia di milioni di euro di aiuti statali che hanno gonfiato i loro utili e i loro dividendi.
E ora, in piena espansione dell'AI, gli editori rifiutano limiti etici all'uso dell'algoritmo nelle redazioni, puntando invece ancora una volta ad un tornaconto economico vendendo l'accesso ad archivi di news per cifre che vanno dai 5 ai 25 milioni di euro l'anno, come evidenziato nel rapporto 2025 sull'industria dei quotidiani in Italia.
Ai lettori arriverà un'informazione sempre più omologata e di basso livello. Se gli editori non decidono di investire sul lavoro, i giornalisti sono pronti a intraprendere una dura stagione di lotta - dagli scioperi alle azioni legali - per difendere i loro diritti e quelli dei lettori.

@fnsisocial

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