«È tempo di un sussulto europeo per la tutela dei media pubblici»: a meno di un mese dall'entrata in vigore della legislazione Ue sulla libertà dei media (Emfa, 8 agosto 2025), Reporters sans frontières (Rsf) pubblica il nuovo rapporto 'Pressioni sui media pubblici: un test decisivo per le democrazie europee', avanzando dodici raccomandazioni per il servizio pubblico di domani.
Nel documento (pubblicato su rsf.org), l'Ong con sede a Parigi bacchetta, in particolar modo, il servizio pubblico italiano «trasformato - deplora Rsf - in portavoce governativo» o quello ungherese, divenuto «l'offficina di propaganda» del potere.
«Se i successivi governi di questi ultimi dieci anni hanno sempre tentato di influire sul servizio pubblico rappresentato dalla Rai, quello di Giorgia Meloni, al potere da ottobre 2022, è nettamente più offensivo», continua Rsf, citando il nostro Paese tra gli esempi più allarmanti in Europa.
In un capitolo ad hoc intitolato 'Da Mamma Rai a Telemeloni', l'Ong sottolinea, tra l'altro, che i giornalisti Rai «denunciano un netto aumento delle pressioni della direzione dell'azienda dall'arrivo al potere del governo di estrema destra, portando ad una notevole autocensura e alla cancellazione di figure critiche».
Critiche anche per la situazione della tv in Ungheria, l'aumento del canone in Repubblica Ceca, la scomparsa della radio pubblica in Liechtenstein e per l'America di Trump. Secondo lo studio, oltre il 50% della popolazione negli Stati membri ritiene che ci siano pressioni sui media pubblici. Per il 55,17% queste pressioni sono di natura politica.
Tra le 12 raccomandazioni di Rsf, lo sviluppo di pratiche comuni per il controllo del pluralismo e la creazione di un organo indipendente per valutare i bisogni finanziari dei media pubblici. (Ansa - 21 luglio 2025)