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La solidarietà  dei Cdr del Gruppo Caltagirone ai lavoratori licenziati da Servizi Italia
Cdr 08 Giu 2017

Servizi Italia, la solidarietà  dei Cdr del Gruppo Caltagirone ai lavoratori licenziati

«I lavoratori, tutti, sono una risorsa per l'azienda e non un mero costo o, peggio, un ramo secco da tagliare. Scene come quelle viste lo scorso primo giugno non fanno parte della storia di queste aziende», commentano i giornalisti.

Il Coordinamento dei Comitati di redazione delle testate del Gruppo Caltagirone esprime vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Servizi Italia che lo scorso primo giugno sono stati licenziati al termine della trattativa avviata a seguito dell'annuncio di 19 esuberi dichiarato dall'azienda ad aprile.

«Il risultato drammatico – spiegano i Cdr in una nota – non è solo la perdita, dolorosissima, di 19 posti di lavoro, fra cui quello di un disabile, ma anche la dispersione di un patrimonio professionale e umano che ha contribuito alla crescita e allo sviluppo delle testate di riferimento, nella fattispecie Il Gazzettino, Il Mattino e il Messaggero.

Si tratta di dipendenti che «con dignità e senso di responsabilità – prosegue il Coordinamento – hanno continuato a prestare la loro opera tutti i giorni con dedizione e correttezza, anche dopo aver appreso dell'apertura della procedura di cessazione del rapporto di lavoro, che in alcuni casi si protraeva da venti o addirittura da trent'anni».

Lavoratori che il primo giugno sono stati fermati all'ingresso della sede di lavoro dalle guardie giurate, per consegnare loro la lettera di licenziamento e poi scortarli ai rispettivi uffici per ritirare i propri effetti personali.

«I lavoratori, tutti, sono una risorsa per l'azienda e non un mero costo o, peggio, un ramo secco da tagliare. I lavoratori – conclude la nota dei Cdr – contribuiscono in maniera determinante al successo dell'azienda e vanno valorizzati e rispettati. Scene come quelle viste lo scorso primo giugno non fanno parte della storia delle aziende ricondotte sotto il Gruppo Caltagirone, le quali condividono un passato e un percorso in cui la credibilità e l'affidabilità occupazionale va di pari passo con quella dei giornali e dei loro redattori».

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