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Il segretario Usigrai, Daniele Macheda
Servizio pubblico 11 Feb 2022

Tgr Rai, Usigrai e Cdr: «Nuova bocciatura per il piano Casarin, ora l'azienda volti pagina»

Di fronte a un documento ripresentato tale e quale, ma con promesse verbali di nuove posizioni da caposervizio, giornaliste e giornalisti rispondono con 524 no: 14 in più rispetto alla prima votazione. «Una sconfitta anche per l'Ad. Direttore e vertici ne traggano le conseguenze», rilevano i rappresentanti sindacali.

«Ancora una bocciatura, con ancora più no rispetto alla prima votazione. Le giornaliste e i giornalisti della Tgr di fronte a un piano ripresentato tale e quale, ma con promesse verbali di nuove posizioni da caposervizio, rispondono in maniera compatta con 524 no - pari al 78,2 per cento dei votanti - con un aumento di 14 voti di bocciatura. Un segnale inequivocabile: il direttore e i vertici aziendali che hanno condiviso il percorso che ha portato il piano editoriale della Tgr ad una nuova e netta bocciatura da parte della più grande redazione giornalistica Europea di servizio Pubblico, ne traggano le conseguenze». Lo affermano, in una nota congiunta Esecutivo Usigrai e Coordinamento dei Cdr della Tgr Rai.

«Una sconfitta – proseguono – anche per l'Ad che ha dato il via libera per ripresentare il piano tale e quale in violazione del contratto e che ha fatto della chiusura dei rapporti sindacali il suo modus operandi. Per l'Usigrai questo doppio voto negativo dimostra che la fiducia delle redazioni nel direttore è compromessa. E non lo è solo per il taglio dell'edizione notturna, come qualcuno ha voluto intendere, ma in generale su un piano editoriale di appena 9 pagine, senza contenuti editoriali, ripresentato identico a quello già largamente bocciato dalle redazioni, in violazione del contratto che parla di riformulazione e senza che l'azienda abbia, ancora adesso, firmato gli intendimenti di nomina di condirettori e vicedirettori, unico caso fra le testate giornalistiche Rai».

Per i rappresentanti sindacali, «un'altra violazione delle previsioni contrattuali, nonostante la quale il sindacato, che da sempre chiede il rispetto delle regole, ha deciso di procedere comunque alla seconda votazione in modo da rendere ancora più evidente la sfiducia».

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