L'Usigrai ha espresso all'azienda, con un documento approvato dall'assemblea dei Cdr e fiduciari della Rai, «forte preoccupazione per l'annunciata chiusura di diversi programmi di informazione della Rai».
«Si tratta - spiega l'Usigrai - di scelte che impoveriscono l'offerta informativa dell'azienda di Servizio pubblico, come già sottolineato dal sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai. Chiudono programmi che vedono impegnati giornalisti interni e, per contro, si annunciano nuovi arrivi dall'esterno che nessuna logica possono avere a maggior ragione mentre si avvia un percorso di selezione per giornalisti da assumere all'interno della Rai».
«A questo si aggiunga - prosegue il sindacato - la gravità dei comportamenti messi in atto dall'Azienda che proprio in queste ore, mentre ancora non è approvata dal Cda Rai l'ipotesi di accordo sulla nuova selezione, procede unilateralmente a trasferimenti in ambito TgR che dovevano essere decisi secondo le modalità previste dall'accordo stesso e solo dopo la sua ratifica. Si tratta di un comportamento gravemente lesivo delle prerogative sindacali dell'Usigrai che, dopo aver illustrato oggi a Cdr e Fiduciari i termini dell'ipotesi di accordo, sottoporrà nei prossimi giorni il testo al voto dell'assemblea».
«I trasferimenti decisi senza un quadro chiaro di tutte e tutti i colleghi che da anni attendono la possibilità di riavvicinarsi a casa o di avere una nuova opportunità professionale solleva pesanti dubbi sulla trasparenza di tutta la procedura - si sottolinea ancora nella nota -. Non sono questi i termini con i quali l'Usigrai ha faticosamente cercato un accordo per portare dentro le redazioni della Rai nuovi posti di lavoro e nuove opportunità per colleghe e colleghi. Ricordiamo che, se l'azienda avesse voluto procedere senza coinvolgere il sindacato, avrebbe potuto farlo rispettando le prescrizioni del piano anticorruzione che prevedono esclusivamente ingressi per selezione pubblica. Se questa è l'azienda con la quale dobbiamo avere a che fare, non esiteremo ad aprire una nuova stagione di conflitto».
«Non si può confondere l'Usigrai - si legge ancora - con chi pensa di trasformare le relazioni sindacali nel luogo dove correttezza e trasparenza possono essere messe da parte in qualsiasi momento, con grave danno per il sindacato e per la stessa azienda». (Ansa, 18 giugno 2025)