«Un silenzio che fa rumore quello della Rai sui referendum. Bisogna onorare il Contratto di Servizio e garantire ai cittadini l'informazione necessaria per recarsi alle urne l'8 e 9 giugno avendo chiaro quali sono i temi su cui ci si esprime per i quesiti referendari. E invece i dati emersi dal monitoraggio dell'Agcom sono inequivocabili: tra il 9 aprile e il 10 maggio il tempo dedicato dalle principali emittenti televisive ai 5 quesiti referendari è quasi nullo». Lo afferma l'Esecutivo Usigrai, in una nota diffusa venerdì 16 maggio 2025.
«Non parlare dei referendum dai canali della Rai - aggiunge il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico - significa rendersi complici di chi sta chiedendo di non andare a votare: una opzione che punta ad affievolire l'esercizio della sovranità popolare, sancito all'articolo 1 della Costituzione. Chi invita a rimanere a casa e chi non informa sulle ragioni dei referendum sta dalla stessa parte: quella di chi vuole alimentare l'assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, attraverso l'astensionismo di elettrici e elettori».
Per l'Usigrai, «la Rai non può continuare ad essere in questa compagnia, dovendo onorare il Contratto di Servizio, la concessione decennale per esercitare in esclusiva il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, la riscossione del canone in bolletta da parte di tutti i cittadini. L'Usigrai - conclude la nota - eserciterà tutte le opzioni del sindacato per rompere il silenzio sui referendum dell'8 e 9 giugno».