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Uffici Stampa 20 Ott 2005

Assostampa Romana - Comune di Roma: riconosciuto ai giornalisti il versamento dei contributi previdenziali all’Inpgi

I giornalisti addetti stampa in servizio presso l’Ufficio Stampa del Comune di Roma hanno finalmente ottenuto il riconoscimento del versamento dei contributi previdenziali all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (INPGI) in luogo dell’INPDAP.

I giornalisti addetti stampa in servizio presso l’Ufficio Stampa del Comune di Roma hanno finalmente ottenuto il riconoscimento del versamento dei contributi previdenziali all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (INPGI) in luogo dell’INPDAP.

I giornalisti addetti stampa in servizio presso l’Ufficio Stampa del Comune di Roma hanno finalmente ottenuto il riconoscimento del versamento dei contributi previdenziali all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (INPGI) in luogo dell’INPDAP. La pre-intesa era stata raggiunta nel luglio scorso tra Federazione Nazionale della Stampa, Associazione Stampa Romana e Comune di Roma, in osservanza della pronuncia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che con nota del 24/9/2003 aveva disposto che “i giornalisti assunti alle dipendenze della pubblica amministrazione, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, con affidamento di incarico di natura giornalistica, ovvero che svolgano attività di lavoro riconducibile alla professione giornalistica, debbano essere obbligatoriamente iscritti presso l’INPGI”. Il Comitato di Redazione dell’Ufficio Stampa del Comune di Roma e l’Associazione Stampa Romana esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto e rilanciano la propria iniziativa comune per la corretta e completa applicazione della legge 150 del 7/6/2000 che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni. A tal proposito il CdR e l’ASR esprimono seria preoccupazione per le modalità attraverso le quali il Comune di Roma, pur richiamandosi alla legge n. 150, sta pervenendo alla definizione della Pianta Organica dell’Ente, ostinandosi a percorrere la via che conduce a una onnicomprensiva “Famiglia della Comunicazione” in cui non compaiono in modo distinto – come invece dovrebbe essere, in osservanza della disciplina di cui alla legge n.150 – le funzioni di “Comunicazione” da quelle di “Informazione” e in cui i giornalisti che svolgono attività di addetto stampa neppure vengono menzionati.

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