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Giudiziaria 31 Ott 2006

Caso Farina, Assostampa Umbra su Procura della Repubblica

Senza una tempestiva e radicale riforma della legge istitutiva, le funzioni di autogoverno della categoria rischiano di giorno in giorno di essere sempre più lontane dalla realtà della professione e svuotate dagli interventi di altre istituzioni chiamate dai fatti, dalla difformità dei provvedimenti disciplinari, dalle interpretazioni metagiuridiche che sostituiscono la certezza della norma, a svolgere un ruolo di supplenza.

Senza una tempestiva e radicale riforma della legge istitutiva, le funzioni di autogoverno della categoria rischiano di giorno in giorno di essere sempre più lontane dalla realtà della professione e svuotate dagli interventi di altre istituzioni chiamate dai fatti, dalla difformità dei provvedimenti disciplinari, dalle interpretazioni metagiuridiche che sostituiscono la certezza della norma, a svolgere un ruolo di supplenza.

E’ successo con alcuni interventi dell’Authority nei giorni scorsi, come è successo ieri con il ricorso della Procura della Repubblica di Milano che ha impugnato la decisione dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia di sanzionare con una semplice sospensione di 12 mesi il vice direttore di “Libero”, Renato Farina, reo confesso di aver collaborato, ricevendone compensi, con i servizi segreti (SISMI). La Procura chiede all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di intervenire, ponendo rimedio a quanto il Consiglio della Lombardia non ha ritenuto di dover fare e cioè di applicare a Farina la sanzione massima della radiazione stante la estrema gravità delle violazioni commesse che non pongono problemi di interpretazione dei codici deontologici. La decisione della Procura milanese è, appunto, una ulteriore conferma, ove ce ne fosse bisogno, della necessità urgente di una revisione legislativa che porti almeno omogeneità nell’applicazione dell’ordinamento disciplinare. Il Consiglio direttivo Asu

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