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Diffamazione 22 Giu 2015

Diffamazione, la pdl oggi in aula alla Camera: voto previsto entro mercoledì. Fnsi: “Restano luci e ombre”

Arriva in discussione generale alla Camera (alle 14 di oggi, con eventuale prosecuzione notturna), la pdl C. 925-c - Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale (approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Arriva in discussione generale alla Camera (alle 14 di oggi, con eventuale prosecuzione notturna), la pdl C. 925-c - Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale (approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Raccolti i pareri favorevoli della Commissione Affari costituzionali e della Commissione Cultura e il nulla osta della Commissione Bilancio, la proposta di legge passa quindi al vaglio dei deputati che tra domani e mercoledì procederanno con la discussione e le votazioni (qui il testo trasmesso all’Aula).
Confermate la cancellazione della pena del carcere per i giornalisti e non punibilità nel caso di pubblicazione integrale della rettifica richiesta, tra gli altri punti qualificanti del provvedimento anche gli inasprimenti di sanzione in caso di querele temerarie - spesso vere e proprie intimidazioni a danno dei giornalisti – e l’introduzione della norma a tutela dei giornalisti rimasti senza editore e costretti a rispondere in caso di condanna, i quali potranno rivalersi sull’azienda editoriale anche se fallita o in stato di liquidazione. Tutto rinviato, invece, per quel che riguarda i blog.
“Costringere una piccola testata a difendersi in cento tribunali diversi diventa una forma indiretta di intimidazione”, commenta a tal proposito il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, che dalle colonne di Repubblica avverte poi: “L’abolizione del carcere non può diventare un paravento per una resa dei conti contro i giornalisti”.

Diffamazione, Verini: testo innovativo ed equilibrato
“Il testo che abbiamo elaborato in commissione, e che ora l'Aula è chiamata a votare, è incisivo, innovativo ed equilibrato. Arriva in un momento difficile per la stampa come contributo non solo legislativo ma anche civile, tutelando i cittadini perbene e incoraggiando la piena libertà di giornalisti e giornali. Resta fuori dal testo il tema della diffamazione nei blog che il Senato aveva introdotto: abbiamo ritenuto che il tema sia assolutamente reale ma che debba essere affrontato in maniera più organica, non con un semplice emendamento. L'auspicio è che il Senato, dopo l'approvazione della Camera, approvi il testo senza modifiche. Dopo circa 2 anni vedere in gazzetta questa legge sarebbe una conquista di tutti”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, Walter Verini, relatore della proposta di legge sulla diffamazione intervenendo in aula alla Camera durante la discussione generale.
“L'aspetto più rilevante del testo - spiega Verini - è la cancellazione del carcere per i giornalisti, una norma che non è stata pensata per qualcuno perché si tratta di un principio generale di civiltà. Al contempo il cittadino diffamato ha diritto ad una rettifica che è causa di non punibilità: ma, nel caso in cui non ci fosse, ci sarà una giusta sanzione pecuniaria, soprattutto nel caso di attribuzione di un fatto determinato palesemente falso. Si dà un duro colpo alle querele temerarie, fatte spesso per intimidire i giornalisti e, nelle cause civili, se si agisce con malafede o colpa grave, il Giudice potrà condannare il richiedente al pagamento di una somma fino alla metà del risarcimento richiesto. Infine il fatto che giornalisti e direttori di testate la cui proprietà è fallita potranno rivalersi sulla proprietà stessa in caso di condanna al risarcimento rappresenta una scelta di notevole rilievo”. (Ansa – Roma, 15 giugno 2015)

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