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Lutto 07 Nov 2006

E' morto Jean-Jacques Servan-Schreiber, fondatore de 'L'Express'

Jean-Jacques Servan-Schreiber, nato il 2 febbraio 1924 a Parigi, è stato nella Francia del secondo dopoguerra uno degli intellettuali militanti più impegnati sul fronte delle battaglie culturali, politiche e sociali.

Jean-Jacques Servan-Schreiber, nato il 2 febbraio 1924 a Parigi, è stato nella Francia del secondo dopoguerra uno degli intellettuali militanti più impegnati sul fronte delle battaglie culturali, politiche e sociali.

Ha rinnovato la stampa del suo paese fondando il settimanale ''L'Express'', nel 1953 con Françoise Giroud, da cui poi è nato un potente gruppo editoriale; ha rinnovato la vita politica impegnandosi come presidente del Partito radicale tra il 1971 e il 1979; si è fatto promotore di un conservatorismo illuminato in stretto dialogo con la sinistra liberale; è stato capofila del movimento europeista, avviando un grande dibattito culturale con la pubblicazione del libro ''La sfida americana'' nel 1967, dove aveva previsto un mondo dominato dagli Stati Uniti con l'Europa in posizione secondaria. Un percorso intellettuale riassumibile nel titolo di una biografia: ''Colui che voleva cambiare tutto''. Jean-Jacques Servan-Schreiber nacque in una famiglia influente, nipote di un segretario del cancelliere tedesco Bismarck, figlio del direttore del quotidiano ''Les Echos''. Partecipò alla Resistenza al fianco del generale Charles de Gaulle e poi fu un militante del movimento della ''decolonizzazione''. A soli 29 anni, nel 1953 fondò ''L'Express'', primo ''newsmagazine'' francese, che si presentò con l'obiettivo di rinnovare il quadro della stampa francese e di avviare una palestra di idee, di tendenze radicaleggianti e fautore di un conservatorismo illuminato. Da subito la rivista si presentò come sostenitrice delle posizioni dell'allora primo ministro Pierre Mendes-France. Richiamato in Algeria nel 1957, Jean-Jacques Servan-Schreiber ha raccontato la sua esperienza nella guerra nel libro ''Ufficiale in Algeria'', schierando il suo giornale nella lotta per la fine della Francia come potenza coloniale. Diresse l'innovativo settimanale come ''un laboratorio di idee'' fino al 1969, diventandone poi presidente (1970-1971) e quindi presidente e direttore generale del Groupe Express (1974-1977). Sotto le ali di Servan-Schreiber e di Françoise Giroud, ''L'Express'' fece scrivere le più grandi firme francesi, da François Mauriac a Raymond Aron, passando per Andrè Malraux, Roger Martin du Gard e Jean-Paul Sartre. E' da questo settimanale che sono poi usciti alcuni dei grandi nomi dei giornalisti francesi degli ultimi decenni, tra i quali Claude Imbert, Michele Cotta, Catherine Nay, Jean Bothorel. Nel 1967, ''Jjss'', come la stampa chiamava Jean-Jacques Servan-Schreiber, pubblico' il pamphlet ''La sfida americana'', dove analizzava i rischi di un ritardo dell'Europa di fronte al formidabile sviluppo tecnologico degli Stati Uniti. Tradotto in quindici lingue, il libro divenne un bestseller internazionale e contribuì in maniera determinante a fare di lui un capofila del movimento europeista e addirittura un ''futurologo'', come venne poi definito in numerose occasioni. In Italia ''La sfida americana'' fu pubblicato nel 1968 dall'editore Etas-Kompass con la prefazione del leader repubblicano Ugo La Malfa. ''La sfida americana'' è stato seguito nel 1980 da ''La sfida mondiale'' (ttradotto in italiano da Rizzoli), dove l'autore evocava i rischi legati allo sviluppo del Giappone. Nella seconda metà degli anni Sessanta, ''Jjss'' iniziò la carriera politica: deputato di Nancy, presidente della regione Lorraine, ministro delle Riforme per breve tempo nel governo del primo ministro Valery Giscard d'Estaing (1974), che aveva conosciuto al tempo degli studi al Polytechnique di Parigi. Nel 1970 pubblico' ''Cielo e terra: manifesto radicale'', in cui affermava la sua volonta' di un impegno politico diretto. Fu presidente del Partito radicale francese tra il 1971 e il 1979, lasciando poi definitivamente la carriera politica. Servan-Schreiber ha pubblicato numerosi libri, tra i quali ''Il risveglio della Francia (1968), ''La scelta degli ebrei: Israele, Medio Oriente, la pace'' (1988), ''I becchini'' (1993), ''Passioni'' (1991), ''Arte del tempo'' (2000) e ''Vivre content'' (2002), quest'ultimo non ancora tradotto in Italia. Fino al 1995 ha insegnato all'Università Carnegie Mellon di Pittsburgh, in Pennsylvanie. (ADNKRONOS)

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