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Giudiziaria 01 Giu 2006

G8, processo per gli incidenti alla Diaz, ascoltato il presidente dell'Ordine della Liguria

GENOVA. Attilio Lugli, presidente dell' Ordine dei giornalisti della Liguria e Stefano Lenzi, dirigente nazionale del WWF, sono stati sentiti stamani, come testi, al processo per l' irruzione nella scuola Diaz durante il G8.

GENOVA. Attilio Lugli, presidente dell' Ordine dei giornalisti della Liguria e Stefano Lenzi, dirigente nazionale del WWF, sono stati sentiti stamani, come testi, al processo per l' irruzione nella scuola Diaz durante il G8.

Lugli ha riferito della telefonata che ricevette verso mezzanotte da un collega pubblicista del Veneto, Enrico Fletzer. «Chiedeva il mio aiuto - ha detto - perché agenti della polizia erano entrati nel centro stampa del Genoa Social Forum e, a suo dire, lo stavano malmenando. La telefonata, però, fu interrotta bruscamente. Telefonai all' allora questore Colucci per riferire quanto il collega mi aveva appena riferito e lui mi assicurò il suo interessamento». Lugli ha raccontato di aver avvertito il collega Marcello Zinola, segretario dell' Associazione ligure dei giornalisti e di essersi recato con lui alla scuola. «Vi era molta confusione - ha detto - vedemmo molti feriti portati via in barella. Manifestammo il nostro disappunto al dott. Spartaco Mortola (allora capo della Digos) per l' elevato numero di feriti e per il coinvolgimento dei nostri colleghi in questa operazione. Egli ci rispose che la polizia era stata oggetto di lancio di pietre dalle finestre e che era stato sequestrato diverso materiale». «Quando riuscimmo ad entrare nella scuola - ha aggiunto - notammo nel dormitorio macchie di sangue sul pavimento, sulle scale e sui muri; inoltre vetrate infrante, computer spaccati, macchine fotografiche rotte. Al mattino Zinola ricevette la telefonata di due colleghi emiliani che segnalavano il ferimento e l' arresto del collega Lorenzo Guadagnucci di Bologna che si trovava nel dormitorio di via Battisti». Ha poi deposto come teste Stefano Lenzi che la sera del 21 luglio 2001 si trovava nei locali della scuola Diaz-Pascoli perché era uno dei coordinatori dell' ufficio stampa del G.S.F. Lenzi ha raccontato che verso mezzanotte sentì confusione in strada e qualcuno che gridava :«C' è la polizia»; a quel punto si diresse nella stanza dell' ufficio legale dove c' erano due persone e dove riuscì a telefonare ad alcuni avvocati. «Poi - ha ricordato Lenzi - quattro o cinque agenti entrarono nella stanza. Un uomo, che aveva l' aria di comandare il gruppo, ci ordinò di sdraiarci a terra con la faccia in giù». Ha proseguito il racconto riferendo che i poliziotti spaccarono tre computer e due apparecchi telefonici che erano di proprietà del Comune o della Regione e che erano stati ceduti in comodato al G.S.F.. «In seguito ci dissero di alzarci - ha riferito Lenzi - e di andare in corridoio dove ci fecero inginocchiare con la faccia al muro e con le mani alzate dietro la nuca. Poi mi permisero di tornare nella stanza per cercare il mio cellulare che, però, non ho più trovato». Hanno poi deposto, sempre come testi, i giornalisti Luca Tomassini che si trovava nel centro stampa della scuola dove era stata allestita la redazione del settimanale `Carta´ col quale collaborava, la giornalista Elisabetta Biancalani della Tv genovese Primo Canale ed il cameraman della stessa Tv Enrico Cominoli. Tomassini, Lugli, Zinola e un freelance francese, furono i primi tre testimoni ad essere interrogati dal pm di turno, Francesco Pinto, poche ore dopo l’irruzione della polizia alla Diaz.

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