Exor ha siglato con Cir l'accordo per rilevare il 43,78% di Gedi a 0,46 euro per azione con un esborso di 102,4 milioni. Al termine dell'operazione, da realizzare con una società di nuova costituzione, verrà lanciata un'Opa allo stesso prezzo. Cir reinvestirà nella nuova società per una quota pari al 5% di Gedi. Sono questi i dettagli dell'operazione che, superati i passaggi relativi alle necessarie autorizzazioni delle autorità (Antitrust, Agcom e Commissione Europea) vedrà nel primo quadrimestre del 2020 il passaggio del controllo tra l'altro dell'Espresso e della Repubblica per trent'anni in mano alla famiglia De Benedetti. A guidare il nuovo gruppo, che possiede anche altri quotidiani tra cui La Stampa e il Secolo XIX, sarà ora Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli.
Il via libera è arrivato lunedì a tarda serata, alla fine di una lunga giornata cominciata con il board di Cir e la sospensione del titolo Gedi dagli scambi in Borsa. La finanziaria guidata da John Elkann è già socia di Gedi con una quota del 5,99% davanti agli altri azionisti di minoranza Giacaranda Falck (al 5,08%) e Carlo Perrone (5,02%). Con l'acquisto da Cir del 43,78% di Gedi Exor si porterebbe al 49,8% e per questo dovrà lanciare l'Opa obbligatoria.
«Con questa operazione ci impegniamo in un progetto imprenditoriale rigoroso, per accompagnare Gedi ad affrontare le sfide del futuro», ha affermato John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor. Che ha rassicurato sugli obiettivi di qualità giornalistica: «Oltre a portare l'esperienza maturata nel settore, anche a livello internazionale, Exor assicurerà la stabilità necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo. Siamo convinti che il giornalismo di qualità ha un grande futuro, se saprà coniugare autorevolezza, professionalità e indipendenza con le esigenze dei lettori, di oggi e di domani».
«Passiamo il testimone ad un azionista di primissimo livello – ha invece detto il presidente di Cir Rodolfo De Benedetti – che da più di due anni partecipa alla vita della Società, che conosce l'editoria e le sue sfide, che in essa ha già investito in anni recenti e che anche grazie alla propria proiezione internazionale saprà sostenere il gruppo nel processo di trasformazione digitale in cui esso, come tutto il settore, è immerso».
L'assemblea dei giornalisti di Repubblica: «Difenderemo i valori, la storia e l'identità del giornale»
L'assemblea dei giornalisti di Repubblica si è riunita ieri (lunedì 2 dicembre, ndr) e ha approvato la seguente mozione: «I giornalisti di Repubblica si impegnano a difendere i valori, la storia e l’identità del giornale, sia durante sia dopo il perfezionamento del nuovo assetto proprietario. Accolgono e sostengono la volontà espressa dal Direttore, Carlo Verdelli, di farsi garante di questi valori insieme alla redazione.
Inoltre ribadiscono, sin da ora, che riterranno irricevibile qualsiasi ulteriore intervento sul costo del lavoro e sui livelli occupazionali, così come eventuali modifiche al perimetro di Repubblica».
Il Cdr di Repubblica
L'assemblea dei giornalisti de L'Espresso: «L'azienda rispetti gli impegni presi con il Cdr»
L'assemblea dei giornalisti de L'Espresso che si è riunita all'indomani dell'annuncio della vendita a Exor della quota di controllo del Gruppo Gedi, sollecita l'azienda a formalizzare da subito gli impegni presi nell'ultimo incontro avuto con il Comitato di redazione.
La redazione, nonostante i molteplici sacrifici imposti, è riuscita a rafforzare l'immagine della testata confermandone la storica centralità nel panorama editoriale.
Forti del sostegno in tal senso del direttore Marco Damilano, i giornalisti de L'Espresso continueranno a garantire ai lettori autonomia, qualità e indipendenza».
L'assemblea dei giornalisti de L'Espresso
Il Cdr della Stampa: «Il nuovo assetto fa chiarezza su Gruppo. Ora piani di sviluppo credibili»
Il Comitato di redazione de La Stampa «accoglie positivamente le notizie sui nuovi assetti azionari di Gedi che fanno finalmente chiarezza sul nostro gruppo dopo mesi di voci e indiscrezioni e confida che la nuova proprietà metta a disposizione il prima possibile tutte le risorse necessarie per affrontare e vincere le nuove sfide dell'editoria 5.0».
La redazione, «dopo anni di duri sacrifici, ritiene non siano più possibili ulteriori decurtazioni a stipendi e organici, tagli che potrebbero compromettere definitivamente la qualità del giornale, valore fino ad ora salvato grazie all'impegno e al senso di responsabilità di tutti i suoi giornalisti. Guardiamo ai nuovi assetti societari non come a 'una operazione nostalgica' - concordando con quanto peraltro dichiarato dalla nuova proprietà - ma non dimentichiamo le nostre radici e anzi rivendichiamo orgogliosamente il nostro passato, elementi fondamentali per guardare al futuro».
La redazione, infine, «concorda con John Elkann: non servono 'suggestioni filantropiche', ma risorse certe, piani di sviluppo credibili e un gruppo più coeso e determinato nel perseguire i nuovi obiettivi che verranno individuati. E per quanto riguarda nello specifico la Stampa occorre riprendere la via del confronto e del dialogo all'insegna di corrette e serene relazioni sindacali - conclude il cdr del quotidiano torinese - nel rispetto della nostra storia e della nostra autonomia, unica vera garanzia per un'informazione autorevole e di qualità». (Ansa)
Il Cdr de Il Secolo XIX: «Bene chiarezza, ora basta tagli a stipendi e organico»
Il Cdr de Il Secolo XIX apprende positivamente le notizie sui nuovi assetti azionari di Gedi che fanno chiarezza sul nostro gruppo dopo mesi di incertezza. La redazione del Decimonono, dopo anni di ammortizzatori sociali e duri sacrifici, ritiene che non siano più possibili decurtazioni a stipendi e tagli all'organico.
Il Cdr attende un incontro sulle future strategie di sviluppo che l'azienda intende intraprendere e condivide la necessità di puntare su un giornalismo di «qualità che sappia coniugare autorevolezza, professionalità e indipendenza con le esigenze dei lettori», come auspicato nella nota diramata da Exor.
Da tempo, l'intera redazione si batte per difendere l'autonomia e la qualità dell'unico quotidiano ligure che è la voce di Genova e della Liguria da oltre 130 anni. I giornalisti de Il Secolo XIX, inoltre, non possono dimenticare la critica vertenza che vede coinvolti i lavoratori poligrafici di Gnn, colpiti da un piano di esuberi a livello nazionale che riguarda 121 lavoratori di cui 27 su un totale di 38 al Decimonono.
Il Cdr di Radio Capital: «Seguiremo con rigorosa attenzione gli sviluppi dell'operazione»
Con il riassetto dell'azionariato di Gedi, il Cdr di Radio Capital prende atto dello storico cambiamento negli equilibri del nostro Gruppo e nel panorama dell'editoria italiana e seguirà con rigorosa attenzione gli sviluppi dell'operazione.
Il Cdr di Radio Capital auspica che il progetto imprenditoriale della nuova proprietà sia all'altezza degli impegni annunciati per assicurare la stabilità necessaria ed affrontare le sfide del futuro. La Società può contare sul profittevole polo delle Radio, un patrimonio che i giornalisti di Radio Capital intendono difendere e migliorare con gli strumenti opportuni, tutelando la loro autonomia ed indipendenza.
Il Cdr e tutta la redazione sostengono con forza la volontà espressa dal Direttore, Massimo Giannini, di garantire e rafforzare i progetti di Radio Capital.
Il Cdr di Radio Capital
I Cdr del quotidiani locali: «L'azienda chiarisca le strategie future»
«Prima di esprimere valutazioni sul nuovo assetto societario, attendiamo un incontro chiarificatore sulle future strategie che l'azienda intende intraprendere». È quanto si legge in una nota dei Cdr dei 13 quotidiani locali del gruppo Gedi.
«Consapevoli che per anni gli ex quotidiani Finegil sono stati la cassaforte del gruppo, continuando a garantire utili all'azienda anche in una fase di contrazione nelle vendite e sulla pubblicità, rivendichiamo l'importanza, la qualità e l'autonomia dell'informazione locale - prosegue la nota -. Allo stesso tempo non possiamo scordare la critica vertenza che vede tuttora coinvolti i nostri colleghi poligrafici, colpiti da un piano di esuberi che riguarda 121 famiglie. Crediamo che alla luce di questa trattativa si potrà esprimere un giudizio nel merito, su quella che al momento appare come un'operazione di cui restiamo all'oscuro per strategie, contesto e piano industriale». (Ansa)
Il Cdr di HuffPost Italia: «La nuova proprietà dia garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali»
In seguito all'annunciata acquisizione da parte di Exor della quota di controllo del gruppo Gedi, il Cdr di HuffPost Italia - pur consapevole di un assetto societario più articolato rispetto a quello delle altre testate del gruppo - crede sia importante ribadire l'autonomia e l'indipendenza della testata, che in questi suoi sette anni di vita è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama giornalistico del Paese.
Un lavoro di qualità che, teniamo a sottolineare, non sarebbe stato possibile senza la guida del direttore Lucia Annunziata.
Il Cdr continuerà dunque a vigilare affinché la libertà e l'indipendenza della testata continuino a essere garantite. E al contempo chiede alla nuova proprietà di offrire garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali dei giornalisti e sugli investimenti indispensabili per fare crescere ulteriormente HuffPost Italia.
Cdr di HuffPost Italia