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Cdr 03 Ott 2005

I Cdr di Qn, Il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione denunciano l'arroganza del gruppo Riffeser incapace di avere normali relazioni sindacali

I comitati di redazione di Qn, Il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione, esprimono la propria soddisfazione per l'altissima e compatta partecipazione allo sciopero nazionale di venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre.

I comitati di redazione di Qn, Il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione, esprimono la propria soddisfazione per l'altissima e compatta partecipazione allo sciopero nazionale di venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre.

I comitati di redazione di Qn, Il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione, esprimono la propria soddisfazione per l'altissima e compatta partecipazione allo sciopero nazionale di venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre. L'uscita in edicola delle quattro testate, decisa dalla Poligrafici Editoriale Spa e portata avanti dai direttori in spregio ai numeri e al buon senso, anche a costo di offrire ai lettori un prodotto raffazzonato e incompleto, nega alla radice il valore collettivo dell'impresa giornalistica e ribadisce l'arroganza di un'azienda incapace di normali relazioni sindacali con i suoi lavoratori. La chiamata nominativa dei contrattisti a termine, ricattabili per definizione e in molti casi deportati nelle sedi centrali di testata come mera forza "operaia", costituisce l'ennesima prova di quali siano la fragilità e la pericolosità di un mercato del lavoro nel quale la reiterazione perenne dei contratti a termine ha l'unico risultato di distruggere la solidità delle redazioni e - sul lungo periodo - le retribuzioni di tutti i giornalisti. Nel momento in cui i giornalisti contrattualizzati a tempo indeterminato scelgono di farsi carico delle problematiche di tutta la categoria, incluse quelle dei precari e dei free lance, a nessuno deve sfuggire la necessità e l'importanza di uno schieramento unitario e senza deroghe per sterilizzare gli effetti immediati e di lungo periodo di una normativa del mercato del lavoro che mina alle fondamenta l'esistenza stessa delle redazioni, l'adeguamento delle retribuzioni, e persino, in prospettiva, la tenuta del sistema previdenziale di categoria. A tutti i colleghi già in sciopero e ora in stato di agitazione permanente i Cdr di Qn, Giorno, Carlino e Nazione chiedono pertanto di far sentire il proprio biasimo sindacale (oltre che la massima distanza professionale e culturale) nei confronti di quei direttori, vicedirettori e graduati che - lavorando nei giorni di sciopero a dispetto di clamorose percentuali di astensione dal lavoro - hanno mostrato di disprezzare profondamente il valore collettivo della professione giornalistica e di lavorare contro gli interessi più alti e condivisibili della categoria. I Cdr del gruppo segnaleranno alle associazioni regionali di competenza i nominativi dei colleghi iscritti al sindacato che, in violazione della normativa associativa e delle espresse consegne della segreteria nazionale della Fnsi, hanno lavorato durante gli scioperi: sanzioni della massima severità (non esclusa la radiazione), pur modulate a seconda dei differenti gradi di responsabilità nell'impresa giornalistica, appaiono quanto mai auspicabili, specie per quei colleghi che nei giorni di sciopero hanno invaso con impegno i campi professionali di altri colleghi senza neppure il coraggio di firmarsi. Al tempo stesso i Cdr presenteranno un esposto denuncia agli ordini regionali dei giornalisti per valutare la compatibilità del comportamento di tutti i colleghi che hanno lavorato nei giorni di sciopero - nessuno escluso - in relazione all'art. 2 della legge istitutiva dell'Ordine. Nel ringraziare ancora tutti i colleghi che hanno scioperato per accelerare la soluzione della vertenza sul rinnovo del C.N.L.G., i quattro Cdr ribadiscono lo stato di agitazione delle quattro testate e confermano l'invito a tutti i colleghi ad attenersi rigidamente al proprio orario di lavoro, senza nulla regalare a un'azienda e a vertici giornalistici che hanno confermato una lontananza siderale dai temi caldi della professione, preoccupati unicamente - come sono - di non dispiacere mai al proprio editore, anche a scapito del futuro della categoria. L'assemblea dei redattori de il Resto del Carlino stigmatizza il comportamento dei pochi colleghi, in particolare dei direttori, vicedirettori e graduati, che lavorando il 30 settembre e l'1 ottobre scorso hanno permesso l'uscita in edicola del Resto del Carlino in forma assolutamente ridotta e irrispettosa sia del diritto di sciopero dei colleghi sia del prestigio della testata. Tale comportamento si configura come autentico vulnus al valore collettivo dell'impresa giornalistica e determina la sfiducia immediata espressa all'unanimità dall'assemblea dei redattori de il Resto del Carlino nei confronti del direttore Giancarlo Mazzuca. "La sfiducia nei miei confronti dell’assemblea dei redattori del Carlino è stata votata da una minoranza dell’intero corpo redazionale, così come una minoranza è stata quella dei colleghi che venerdì e sabato scorsi ha deciso di lavorare senza alcuna intimidazione da parte mia. Non aggiungo altro, tranne il fatto di ricordare che fortunatamente in Italia c’è il pluralismo e c’é anche la libertà di scioperare o di non scioperare". Giancarlo Mazzuca L'assemblea dei redattori del quotidiano Il Giorno ha espresso la propria sfiducia al direttore e agli altri vertici giornalistici in seguito all'uscita del quotidiano nei giorni di sciopero. In un comunicato, l'assemblea afferma che ''tale comportamento si configura come autentico vulnus al valore collettivo dell'impresa giornalistica'' e ''determina la sfiducia immediata espressa dall'assemblea dei redattori de Il Giorno nei confronti del direttore responsabile Pierluigi Fadda, dei vicedirettori Marco Mangiarotti e Giulio Giuzzi e del direttore editoriale Giancarlo Mazzuca''. Contestualmente, conclude la nota, ''l'assemblea proclama lo stato di agitazione e affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero''. (ANSA)

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