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Cdr 03 Ott 2005

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Il Cdr de 'La Nazione', ha espresso 'indignazione' per la qualita' del giornale uscito nei due giorni di sciopero indetto dalla Fnsi nonostante che ''il 99% dei giornalisti articoli 1 della testata abbia scioperato; la percentuale scende al 90% se si considerano i contratti a termine, alcuni dei quali hanno lavorato dopo telefonate dei vertici aziendali''.

Il Cdr de 'La Nazione', ha espresso 'indignazione' per la qualita' del giornale uscito nei due giorni di sciopero indetto dalla Fnsi nonostante che ''il 99% dei giornalisti articoli 1 della testata abbia scioperato; la percentuale scende al 90% se si considerano i contratti a termine, alcuni dei quali hanno lavorato dopo telefonate dei vertici aziendali''.

Il Cdr de 'La Nazione', ha espresso 'indignazione' per la qualita' del giornale uscito nei due giorni di sciopero indetto dalla Fnsi nonostante che ''il 99% dei giornalisti articoli 1 della testata abbia scioperato; la percentuale scende al 90% se si considerano i contratti a termine, alcuni dei quali hanno lavorato dopo telefonate dei vertici aziendali''. Su questo comportamento il Comitato di redazione ha chiesto ''un parere legale anche in relazione alla sentenza del giudice del lavoro, che vieta all'Azienda di impiegare giornalisti non assunti a tempo indeterminato nei giorni di sciopero ed e' evidente che, laddove se ne ravvedano gli estremi, il Cdr procedera' alle opportune azioni giudiziarie''. ''Ma al di la' delle conseguenze di vario genere, prosegue la nota del Cdr, a nome di tutti i colleghi, non si puo' nascondere l'indignazione per aver visto andare in edicola un giornale assolutamente inguardabile, dannoso e oltraggioso all'immagine che 'La Nazione' si e' costruita in quasi 150 anni di vita. Non c'erano servizi, non c'erano notizie, non c'erano le firme autorevoli conosciute dai lettori, ma soprattutto non c'era quell'informazione locale completa e incisiva che fa delle nostre cronache l'autentica spina dorsale del quotidiano. Su tutto questo dovrebbe fare un esame di coscienza l'Editore che cerca di giustificare il boicottaggio dello sciopero dei giornalisti con la sua necessita' di essere in edicola perche' altri giornali escono. Un risultato del genere e' sicuramente un rimedio assai peggiore del male. Soprattutto se per un giornale del genere si chiede un euro come gli altri giorni, senza valutare che al lettore viene offerto un prodotto che definire inferiore e' un generoso eufemismo. E non e' giustificato, il prezzo, nemmeno dal fatto che sono stati distribuiti prodotti collaterali non scritti dai giornalisti de 'La Nazione' o realizzati nei giorni precedenti''.''Riguardo al direttore, prosegue il Cdr, dovrebbe prendere atto che la sua lettera-appello ai giornalisti a lavorare nonostante lo sciopero e' caduta nel vuoto pressoche' totale''. Il Cdr ricorda che ''le due giornate di sciopero erano state decise dalla FNSI dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, in seguito alle proposte, sindacalmente oscene, degli Editori che, fra l'altro, vorrebbero fare assunzioni solo attraverso la legge Biagi, intenderebbero introdurre la regola secondo la quale il licenziamento scatterebbe dopo tre richiami verbali e avrebbero l'ardire di massacrare le buste paga tagliando nettamente gli scatti di anzianita'''. (ANSA) Il Direttore de 'La Nazione' ha rifiutato la pubblicazione del comunicato sindacale del Cdr sui due giorni di sciopero dei giornalisti. Lo comunica il Comitato di redazione. In una breve lettera, secondo quanto reso noto dal Cdr, ha spiegato che non sarebbero state rispettate le norme contrattuali perche' il documento ''contiene giudizi e valutazione che esulano dai problemi sindacali dei giornalisti'' e perche' ''era troppo lungo''. In realta', sostiene il Cdr, il ''Direttore chiedeva una modifica del giudizio sulla qualita' del giornale nei due giorni di sciopero e la cancellazione della frase che lo riguarda''. ''Il Cdr - si legge in una nota - convinto di essere nella pienezza delle norme contrattuali, ha chiesto cosi' come previsto dalle regole, l'intervento del presidente dell'Assostampa toscana che ha confermato la correttezza del comunicato, sia nelle forme che nei contenuti. Per questo motivo, Ast e Cdr procederanno per vie legali''. (ANSA)

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