«Domenica 6 luglio "Il Tirreno" non sarà in edicola. L'assemblea dei redattori, all'unanimità, con 42 voti a favore su 42, ha assegnato al Comitato di redazione un pacchetto di scioperi di cinque giorni. Lo sciopero è stato indetto contro la chiusura della redazione di Viareggio, che va a colpire duramente una delle aree storiche e di maggior diffusione del Tirreno. E' l'ennesimo taglio portato da Gruppo Sae nella sola ottica del risparmio, un taglio a cui la redazione, compatta, ha deciso di rispondere». Lo si legge in un comunicato stampa del Cdr de Il Tirreno diffuso venerdì 4 luglio 2025.
Il Comitato di redazione prosegue: «L’assemblea dei redattori durata quasi quattro ore ha discusso dell'esito degli incontri avvenuti tra Associazione Stampa Toscana, Comitato di redazione e Azienda a partire da metà maggio nei quali l'azienda ha presentato la volontà di attuare una serie di tagli che se messi in atto andrebbero a depauperare ulteriormente il prodotto, creando un contraccolpo pesantissimo in edicola, con perdita di lettori ed appeal, finendo per rendere la situazione economica del giornale assai più deficitaria».
I rappresentanti sindacali evidenziano poi che «l’assemblea ritiene inaccettabile il paventato taglio delle edizioni e la creazione di edizioni monstre che attraverserebbero province e capoluoghi, non tenendo conto della specificità della Toscana e della forza territoriale e identitaria che da sempre caratterizza Il Tirreno con le sue tante testate locali. La politica dei tagli attuata da Sae, con i soli sacrifici sulle tasche dei giornalisti e sulla pelle del giornale, non è più accettabile. I redattori del Tirreno si opporranno a operazioni che conducano alla distruzione del Tirreno».
Il Cdr, «nell’ottica del dialogo che ha sempre cercato di portare avanti, chiede all'azienda intanto una immediata sospensione dello sgombero della sede di Viareggio, reso noto ufficialmente con una mail dal capo del personale che chiedeva ai colleghi di portar via i propri oggetti entro il 7 luglio. Peraltro senza aver mai aperto una trattativa con l'organismo sindacale per un eventuale smart working ipotizzato nella stessa comunicazione. Si ribadisce che il pacchetto di scioperi deliberato resta pienamente valido e a disposizione della rappresentanza sindacale, ma si dichiara altresì la disponibilità a garantire l'uscita in edicola domenica, qualora l'azienda revochi lo sgombero e apra un confronto concreto e costruttivo sulla questione».
Il Cdr infine ricorda che «il piano presentato al ministero del lavoro il 31 marzo scorso prevede che per un anno non ci siano operazioni sulle edizioni e sulle sedi. Si respinge dunque qualunque ipotesi di accorpamenti delle edizioni e di tagli delle redazioni, così come di innalzamento della cassa integrazione nel rispetto di un accordo firmato appena tre mesi fa. L'assemblea ha anche confermato la procedura sin qui attuata della partecipazione a qualunque tavolo sindacale di rappresentanti Ast e Fnsi insieme ai colleghi del comitato di redazione».
Il fallimento del confronto con l’azienda era stato annunciato dall’Associazione della Stampa Toscana in una nota pubblicata il 4 luglio 2025. Il Consiglio nazionale della Fnsi, nel corso della riunione svoltasi a Roma lo scorso 26 giugno, aveva approvato per acclamazione un documento di sostegno ai colleghi de Il Tirreno (il documento integrale è disponibile a questo link).
Sciopero confermato al Tirreno. Ast e Cdr: «Irricevibili le proposte dell'azienda
«Il Cdr, con l’Associazione Stampa Toscana, dopo oltre due ore di confronto con l’azienda rappresentata direttamente dal presidente del Gruppo Sae Alberto Leonardis, dal direttore generale Vito Nobile e dal direttore del personale Antonio Crudo, ha preso atto che non vi sono spazi per la revoca dello sciopero del 5 luglio, proclamato al termine dell’assemblea dei redattori del 4 luglio». Lo annunciano in un comunicato congiunto, diffuso sabato 5 luglio, il Comitato di redazione de Il Tirreno e il sindacato regionale.
La nota prosegue: «La proposta di revoca dello sciopero avanzata dall’azienda prevedeva infatti, a fronte del ritiro della chiusura della sede di Viareggio, di ricorrere a nuovi aggravi sulla percentuale di Cig o altre voci, a carico dei giornalisti, per compensare in modo strutturale il costo della permanenza della sede. La delegazione sindacale ha mostrato ampia disponibilità al dialogo e al confronto, tentando in tutti i modi di trovare una soluzione positiva. Dall’azienda non è stata inoltre illustrata alcuna soluzione per chiarire le modalità di lavoro per i colleghi di Viareggio interessati dalla chiusura. La proposta dell’azienda - concludono Cdr e Ast - è stata ritenuta pertanto irricevibile e su quella si è concluso il confronto». (anc)