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Fnsi 09 Nov 2004

Inpgi, le opposizioni alla dirigenza Fnsi e gli editori bloccano l’impugnazione al Tar sul Gruppo Riffeser I comunicati di Autonomia e Solidarietà e Giornalisti Uniti di Stampa Democratica Andriolo Puntoeacapo d

Inpgi, le opposizioni alla dirigenza Fnsi e gli editori bloccanol’impugnazione al Tarsul Gruppo RiffeserI comunicatidi Autonomia e Solidarietàe Giornalisti Unitidi Stampa DemocraticaAndrioloPuntoeacapodel Coordinamentodelle associazioniper un sindacatodi servizioe di Nuova Informazione

Inpgi, le opposizioni
alla dirigenza Fnsi
e gli editori bloccano
l’impugnazione al Tar
sul Gruppo Riffeser
I comunicati
di Autonomia
e Solidarietà
e Giornalisti Uniti
di Stampa Democratica
Andriolo
Puntoeacapo
del Coordinamento
delle associazioni
per un sindacato
di servizio
e di Nuova Informazione

Comunicato di Autonomia e Solidarietà e Giornalisti Uniti: Le componenti di maggioranza della Federazione Nazionale della Stampa italiana “Autonomia e Solidarietà” e “Giornalisti Uniti” comunicano: “Il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi ha oggi respinto la proposta del Presidente Gabriele Cescutti di procedere all’impugnazione davanti al Tar del Lazio del decreto del ministro del lavoro relativo allo stato di crisi della società “Poligrafici Editoriale” ( gruppo Riffeser) e ai conseguenti trenta prepensionamenti. Si tratta di una decisione pericolosa per l’intera categoria, un voto che ha dell’incredibile considerato che la delibera è stata respinta con i voti dei rappresentanti del Governo e degli Editori e del Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, con l’astensione di due consiglieri che per lo statuto dell’Inpgi vale come voto negativo. Il Presidente della Lombarda e i due consiglieri fanno riferimento alle componenti di opposizione della Fnsi “Stampa Democratica” e “Puntoeacapo”. Le componenti di “Autonomia e Solidarietà” e “Giornalisti Uniti” sottolineano che la delibera respinta avrebbe consentito un ricorso al tribunale regionale contro un decreto ministeriale sbagliato in quanto riconosce al gruppo Riffeser uno stato di crisi inesistente. Si tratta, quindi, di una posizione incomprensibile di una parte del Sindacato che vota insieme agli editori e non tiene conto dei possibili effetti di imitazione, da parte di aziende sane, che potrebbero “liberarsi” di parte delle loro redazioni, utilizzando analoghi decreti ministeriali. Questa posizione, quindi, si pone in aperta alternativa agli interessi dei giornalisti.” Stampa Democratica, componente di opposizione nella Fnsi, comunica: "Stampa Democratica sostiene senza riserve la decisione del presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Maurizio Andriolo, di votare contro la proposta del Presidente Inpgi che intendeva proporre ricorso al Tar contro il Ministero del Lavoro che ha concesso lo stato di crisi al gruppo Riffeser. Il Presidente della Lombarda, unitamente ai consiglieri di Puntoeacapo, altro non ha fatto che rappresentare il pensiero e la volontà delle intere redazioni di "QN", "Il Giorno" e Nazione, nonché metà del corpo giornalistico del "Resto del Carlino". Non è stato quindi un voto "con" gli editori - come imprudentemente afferma la maggioranza Fnsi - bensì un voto "per" i colleghi interessati alla vicenda". Il Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti Maurizio Andriolo ha dichiarato: “E’ impudente e farneticante il comunicato di “Autonomia e Solidarietà” e di “Giornalisti Uniti” con il quale questi lamentano che il Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi ha respinto la proposta di impugnare davanti al TAR il decreto del Ministero del Lavoro relativo allo stato di crisi per la società “Poligrafici”. Se tale impugnazione fosse stata presentata al TAR esso si sarebbe trasformato in un boomerang su i giornalisti delle testate del gruppo Rieffeser. La delibera intendeva coprire in verità l’incapacità del Sindacato Federale e delle due componenti in questione”. “Non entro in polemiche, ma reputo vergognoso che le due componenti “Autonomia e Solidarietà” e “Giornalisti Uniti” guidino allo sbaraglio una Federazione della Stampa provocando risse, spaccature e divisioni. Queste due non possono guidare il Sindacato Unitario dei Giornalisti”. I Consiglieri di Amministrazione dell’Inpgi di Puntoecapo e di Stampa Democratica hanno respinto oggi la proposta di impugnazione al TAR del decreto relativo allo stato di crisi della Poligrafici Editoriale, perché coscienti di salvaguardare, anche così, il posto di lavoro e la dignità dei giornalisti delle testate “QN”, “La Nazione”, la maggioranza del corpo giornalistico de “Il Resto del Carlino” e de “Il Giorno”. “Autonomia e Solidarietà” e “Giornalisti Uniti”, dimenticano che l’Associazione Stampa Romana fu dilaniata, come pure altre Associazioni, dalle discussioni tra chi accertando lo stato di crisi voleva evitare chiusure di testate e licenziamenti e chi disinvoltamente riteneva di dover soverchiare i giornalisti per puro interesse di bottega politica. Non si può neppure ignorare che il ricorso al TAR rischiava di diventare un boomerang per l’intera categoria, e che l’Inpgi non può essere strumentalizzato da beghe sindacali. La solidarietà tra i giornalisti può presupporre anche dei sacrifici. Il problema non è se dire si o no a uno stato di crisi. Il problema vero è quello di modificare la legge 416 in modo, fra l’altro, che l’Inpgi partecipi alle trattative su tutti gli stati di crisi. E, proprio su questo punto, si registra con soddisfazione l’impegno dei rappresentanti nell’Inpgi della Presidenza del Consiglio e del Ministero del Lavoro. I Consiglieri dell’Inpgi hanno agito in piena autonomia. Soltanto il Segretario della Fnsi non è stato capace di fare il suo dovere ed essere altrettanto autonomo. Il comunicato del Coordinamento Associazioni per un sindacato di servizio (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Liguria) Riffeser, e gli editori ringraziano Dividendi in tasca, giornalisti a spasso tanto paga l’Inpgi Tessera onoraria Fieg per chi ha votato con gli editori Non servono molte parole per commentare quanto accaduto nel CdA dell’Inpgi, dove “grazie” al voto dei rappresentanti degli editori, dei rappresentanti del Ministero, del consigliere e presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e all’astensione di due altri consiglieri (scelta per lo statuto Inpgi vale come voto contrario) è stata respinta la proposta del presidente Gabriele Cescutti, relativa al ricorso al Tar contro lo stato di crisi (30 nuovi prepensionamenti) concesso alla Poligrafici Editoriale, nonostante mancassero i presupposti. Lo stato di crisi era già stato bocciato dalla Fnsi e anche delle Associazioni del coordinamento per un sindacato di servizio. Il gruppo Riffeser ottiene quindi, dopo il regalo del Ministero, anche quello dell’Inpgi dove il voto contrario e le astensioni arrivano da tre esponenti delle componenti di opposizione della Fnsi “Stampa Democratica” e “Puntoeacapo”. E’ chiaro ora cosa intendeva chi, all’epoca delle elezioni per il rinnovo delle cariche Inpgi, si era mosso sotto il vessillo di Inpgi, si cambia. E’ stata espresso un voto incomprensibile il cui risultato apre la porta alle iniziative ulteriori di editori che pur con i bilanci in attivo e aziende sane, potranno decidere di ridurre organici e redazioni, diritti, tutele e posti di lavoro. Altro che aprire alla tutela e alla garanzia di tutti i giornalismi. Certo per salvare un’azienda e il posto di lavoro i giornalisti sono disposti a fare dei sacrifici e li hanno sempre fatti. Ma che senso ha fare un sacrificio quando l’editore distribuisce dividendi, vanta introiti, bilanci saldi e decide poi di aumentare il suo guadagno sulla pelle della categoria e sui bilanci dell’Inpgi. Complimenti a chi ha intrapreso questa strada del “rinnovamento”. La coerenza vorrebbe che chi ha deciso di schierarsi con la controparte lasciasse il posto che occupa all’interno dell’Inpgi. Ma, indubbiamente, sarà chiedere troppo a chi ha predicato il non accumulo delle cariche per poi aggiungerne un’altra a quelle che già possedeva. Quantomeno chi ha votato con e per gli editori un diritto consolidato lo ha conquistato: la tessera onoraria della Fieg. Marcello Zinola Portavoce del Coordinamento Associazioni per un Sindacato di Servizio COMUNICATO STAMPA di NUOVA INFORMAZIONE E' stata una bella giornata per gli editori. Una giornata infausta per i giornalisti. Dell'ultimo Consiglio di amministrazione dell'INPGI si ricorderà il sorriso, anzi, meglio, il rotondo sghignazzo stampato sul volto del vicepresidente INPGI in rappresentanza degli Editori, avvocato Zingoni. Nella votazione sull'opportunità di ricorrere al Tar avverso lo scandaloso stato di crisi concesso al Gruppo Riffeser, la proposta del presidente Gabriele Cescutti, condivisa dai consiglieri di Nuova Informazione, è stata bocciata: contro han votato i rappresentanti del Ministeri, quelli degli Editori e, fra i giornalisti, Maurizio Andriolo, segretario della Lombarda, vicepresidente INPGI e storico leader di Stampa Democratica. Astenuti, ma per lo statuto Inpgi è come se avessero votato contro, altri due giornalisti: Pierluigi Franz (nonostante fino ad un minuto prima avesse annunciato il suo voto favorevole) e Silvana Mazzocchi, di Puntoeacapo. Quindi si impedisce al Fondo pensione dei giornalisti di tutelare i propri interessi contro una decisione vergognosa: quella di far pagare all'intera categoria (attraverso il suo fondo pensioni) l'ennesima "finta crisi" di un editore che, viceversa, sbandiera a destra e a manca la floridezza de suoi conti. Che ne dice di tutto ciò Ciccio Abruzzo? Come spiega l'atteggiamento dei suoi alleati a Milano e Roma? Chiuderà tutt'e due gli occhi? Gli altri colleghi, quelli che gli occhi li tengono aperti e che vorrebbero arrivare all'età della pensione senza dover scoprire che nel frattempo le risorse dell'Inpgi sono state saccheggiate, possono facilmente fare due conti. Ilgruppo Riffeser dall'88 al 2001 ha ottenuto dal ministero ben tre decreti di "stato di crisi", in base ai quali l'Inpgi è stato costretto a pagare, per 44 casi di prepensionamento, ben 24 milioni e 644mila euro. Quest'ultimo decreto riguarda altri 30 colleghi e costerà "solo" 12 milioni e 766mila euro. Quindi Riffeser preleva dalle casse dell'Inpgi (e dal nostro monte pensioni!) un totale di 37,420 milioni di euro, pari a 72 miliardi e 121 milioni delle vecchie lire. Grazie al voto di editori, governo, Andriolo (Stampa democratica di Milano), Franz e Mazzocchi (Puntoeacapo di Roma).

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