In molte redazioni italiane l'intelligenza artificiale è già entrata in silenzio. Non attraverso progetti formali o policy strutturate, ma nel lavoro quotidiano: c'è chi utilizza strumenti generativi per riformulare testi, sintetizzare contenuti, trovare ispirazione, accorciare i tempi di produzione. Lo fa spesso in autonomia, senza linee guida, senza tutele, senza un confronto aperto.
Parte da questo presupposto la ricerca che la giornalista Pina Debbi, vicedirettrice del Tg La7 e dottoranda in Learning Sciences and Digital Technologies all'Università di Modena e Reggio Emilia, sta conducendo con l'obiettivo di raccogliere dati ed esperienze reali sull'uso dell'intelligenza artificiale generativa nel lavoro giornalistico in Italia con un'attenzione particolare a contesto, strumenti, percezioni, bisogni formativi.
Il progetto indaga come strumenti quali ChatGPT, Gemini, Claude (per la scrittura), Midjourney e DALL·E (per le immagini), oltre ad applicazioni per trascrizioni, sintesi o fact-checking, vengano già utilizzati, formalmente o informalmente, nelle pratiche giornalistiche quotidiane.
«Mentre nel mondo molte testate internazionali hanno già avviato sperimentazioni controllate e trasparenti, il contesto italiano è ancora poco esplorato dalla ricerca scientifica, nonostante la crescente adozione spontanea di questi strumenti da parte dei professionisti. La rilevazione sarà fondamentale per: fornire dati empirici utili a indirizzare policy editoriali e percorsi di formazione e comprendere come i giornalisti stiano ridefinendo il proprio ruolo nell'ecosistema digitale», spiega Debbi, che sottolinea l'importanza di capire dove siamo realmente, quali strumenti vengono già utilizzati, quali competenze si stanno sviluppando e, soprattutto, in quali condizioni.
Partecipare alla rilevazione, completamente anonima, richiede circa 10-15 minuti. I dati raccolti saranno trattati in forma aggregata esclusivamente a fini di ricerca, in conformità e nel pieno rispetto delle norme sulla tutela della privacy.
«Se vorrai dedicare questo breve tempo alla compilazione, contribuirai in modo concreto a far emergere la voce della nostra professione in un momento di grande trasformazione», conclude Debbi nell'introduzione al questionario online.
La Federazione nazionale della Stampa italiana invita giornaliste e giornalisti a partecipare all'indagine (qui il link diretto).