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Internazionale 02 Gen 2006

Iran: il Governo mette al bando un quotidiano economico e un periodico dedicato alle donne

Primo giro di vite in Iran dopo l'elezione di Ahmadinejad: a Teheran Il governo iraniano ha ordinato oggi la chiusura di un quotidiano economico e ha bloccato la prevista pubblicazione di un periodico dedicato alle donne, nel primo giro di vite contro la stampa imposto dopo l'insediamento del presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad.

Primo giro di vite in Iran dopo l'elezione di Ahmadinejad: a Teheran Il governo iraniano ha ordinato oggi la chiusura di un quotidiano economico e ha bloccato la prevista pubblicazione di un periodico dedicato alle donne, nel primo giro di vite contro la stampa imposto dopo l'insediamento del presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad.

"L'organo di supervisione sulla stampa ha deciso la chiusura temporanea del quotidiano Asia daily e di Nur-e Banovan e ha demandato i due casi a un tribunale", ha scritto nel decreto del governo. La chiusura delle due pubblicazioni non è stata motivata, ma un giornalista di Asia Daily ha spiegato alle agenzie internazionali che in precedenza il quotidiano economico aveva ricevuto un avvertimento per aver pubblicato foto di donne il cui abbigliamento non rispettava i dettami della Repubblica islamica. Asia Dialy era già stato chiuso dal giugno 2003 al marzo 2005, dopo aver pubblicato la foto di Maryam Rajavi, la leader dei Mujaheddin del Popolo, il principale gruppo di opposizione all'estero. Il direttore del giornale era stato imprigionato per 13 mesi. L'altra pubblicazione messa al bando, Nur-e Banovan, avrebbe dovuto essere dedicata alle donne ma non era ancora uscita. È la prima volta che un giornale viene chiuso dopo l'elezione di Ahmadinejad, nel giugno scorso. In passato raramente il governo iraniano ha ordinato la chiusura di giornali. Sotto i due mandati successivi del presidente riformista Mohammad Khatami, decine di pubblicazioni sono state invece messe al bando dal potere giudiziario, che ha ordinato gli arresti di numerosi giornalisti. (ANSA-AFP-REUTERS)

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