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Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli (Foto: dire.it)
La polemica 21 Set 2018

L'Ordine dei medici: «Amareggiati dalla volontà  del governo di abolire l'Ordine dei giornalisti»

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, interviene sulle dichiarazioni del sottosegretario Crimi: «Ci opporremo a qualunque tentativo di smantellare o anche solo indebolire gli Ordini intesi come comunità  etiche a garanzia dei diritti e delle libertà  dei cittadini».

«Siamo profondamente amareggiati dai contenuti e dai toni del dibattito parlamentare sulle intenzioni del governo di abolire l'Ordine dei giornalisti, trasformandolo in qualcosa di diverso e, dunque, snaturandolo». Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, interviene sulle dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vito Crimi.

«Se questa è la visione che il governo ha degli Ordini professionali – rileva Anelli in una nota – è un'idea quantomeno riduttiva, che va contro la ratio legis che ha portato all'istituzione di questi Enti, e contro la stessa Costituzione».

Gli Ordini professionali, afferma, «lungi dall'essere strumenti coercitivi, restrittivi della libertà del sistema, sono invece garanzie che lo Stato ha voluto a tutela proprio delle libertà e dei diritti dei cittadini. L'Ordine dei giornalisti è infatti garante dell'articolo 21, sulla libertà di stampa e di manifestazione del pensiero e delle opinioni, così come l'Ordine dei medici e gli altri Ordini delle professioni sanitarie sono posti a guardia dell'articolo 32, sulla tutela del diritto alla salute».

Iscriversi a un Albo «significa ben più che pagare una tassa – afferma ancora –. Vuol dire entrare a far parte di una comunità professionale che condivide principi e valori e che si detta autonomamente regole per concretizzare tali valori nell'interesse dei cittadini, dello Stato, della professione stessa nel senso più alto. Iscriversi a un Albo significa accettare, in nome di un interesse più elevato, quello della collettività, di essere sottoposto non solo, come tutti i cittadini, alla responsabilità civile e a quella penale, ma anche a quella etica e deontologica, a volte persino più restrittiva delle altre due, ma fondamento essenziale e ineludibile dell'esercizio della professione».

«Noi medici non siamo contrari alle riforme, così come non lo sono i giornalisti – conclude il presidente Fnomceo –. Ci opporremo invece a qualunque tentativo di smantellare o anche solo indebolire gli Ordini intesi come comunità etiche a garanzia dei diritti e delle libertà dei cittadini». (Ansa – Roma, 21 settembre 2018)

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