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Unione Europea 30 Apr 2012

“Monti dica ad Erdogan, liberate l'informazione L'Europa non può essere solo dei banchieri”

Il giornalista turco Baha Okar, in carcere da 17 mesi, 'adottato' dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), è stato rimesso in libertà oggi da una corte di Istanbul: lo ha riferito il presidente della Fnsi Roberto Natale, che ha assistito all'udienza. Circa 100 giornalisti turchi si trovano tuttora in carcere. Natale oggi ha lanciato un appello al presidente del consiglio Mario Monti perché chieda la loro liberazione al premier turco Recep Teyyip Erdogan, che vedrà a Roma l'8 maggio. Okar, direttore della rivista 'Scienza e Futuro', era stato arrestato nel settembre del 2010.

Il giornalista turco Baha Okar, in carcere da 17 mesi, 'adottato' dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), è stato rimesso in libertà oggi da una corte di Istanbul: lo ha riferito il presidente della Fnsi Roberto Natale, che ha assistito all'udienza. Circa 100 giornalisti turchi si trovano tuttora in carcere. Natale oggi ha lanciato un appello al presidente del consiglio Mario Monti perché chieda la loro liberazione al premier turco Recep Teyyip Erdogan, che vedrà a Roma l'8 maggio. Okar, direttore della rivista 'Scienza e Futuro', era stato arrestato nel settembre del 2010.

Da allora era detenuto, accusato di favoreggiamento del gruppo armato separatista curdo Pkk, nel carcere di massima sicurezza di Tekirdag.
Con Okar la corte ha disposto la liberazione di altri tre accusati, non giornalisti. Tutti rimangono imputati. Quasi 100 cronisti, per metà curdi, sono tuttora in carcere in Turchia, ha rilevato Natale, ''con fantasiose accuse di appoggio al terrorismo'' o a un presunto colpo di stato. La recente classifica di Reporter senza Frontiere sul rispetto della libertà di stampa piazza la Turchia al 148mo posto su 176 stati. Secondo il presidente della Fnsi la liberazione di Okar ''è il segno della inconsistenza delle accuse''. Durante l'udienza, ha precisato, il presidente della corte e i magistrati non hanno fatto alcuna domanda''.
Il presidente della Fnsi questa mattina ha lanciato un appello a Monti perché ponga ''con la necessaria fermezza la questione fondamentale della libertà di espressione e di stampa in Turchia'' nei colloqui della settimana prossima a Roma con Erdogan e la sollevi anche ''in sede di vertici europei''. (ANKARA, 30 APRILE - ANSA) NATALE: “MONTI DICA AD ERDOGAN, LIBERATE L'INFORMAZIONE
L'EUROPA NON PUÒ ESSERE SOLO DEI BANCHIERI”
Il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) Roberto Natale ha lanciato oggi a Istanbul un appello al presidente del Consiglio Mario Monti perché sollevi la settimana prossima durante il vertice a Roma con il premier di Ankara Recep Tayyip Erdogan la questione dei circa 100 giornalisti detenuti in Turchia.
"Chiediamo a Mario Monti di porre con la necessaria forza la questione fondamentale del rispetto della libertà di espressione e di stampa in Turchia" con Erdogan, ha detto Natale. Il presidente Fnsi assiste oggi a Istanbul a una udienza nel caso del giornalista Baha Okar, direttore della rivista 'Scienza e Futuro', arrestato il 21 settembre 2010 e da allora in carcere preventivo nella prigione di massima sicurezza di Tekirdag. Okar, uno dei due giornalisti turchi in carcere che la Fnsi ha deciso di adottare, è accusato di associazione e favoreggiamento del movimento armato separatista curco Pkk.
Circa 100 giornalisti turchi, per la metà di origine curda, sono in questo momento in carcere in Turchia, ha detto Natale, "con fantasiose accuse di supporto al terrorismo".
Monti riceverà Erdogan l'8 maggio a Roma per il secondo vertice bilaterale italo-turco. "Ci aspettiamo che il governo italiano faccia sentire la sua voce e decida di esigere la rimessa in libertà dei quasi 100 giornalisti turchi" ha detto Natale, e che "sollevi la questione anche in sede di vertici europei", perché "la costruzione dell'Ue non può fermarsi ai palazzi dei banchieri". Natale ha ricordato che la recente classifica di Reporter senza Frontiere sul rispetto della libertà di stampa piazza la Turchia al 148mo posto su 176 stati. (ANKARA, 30 APRILE - ANSA) ROBERTO  NATALE,  PRESIDENTE FNSI DAL SITO DI ARTICOLO21 DEL PRIMO MAGGIO
Erano in pochi a sperarci. E così, quando a metà pomeriggio (dopo due ore di udienza e una breve camera di consiglio) il funzionario del Tribunale di Istanbul ha dato agli avvocati il foglio che autorizzava il rilascio, la gioia della moglie Susan, dei familiari e degli amici riuniti nella corte del quartiere di Besiktas (massicciamente presidiata dalla polizia) è stata ancora più intensa. Baha Okar, giornalista turco in carcere da diciassette mesi, torna in libertà: il processo a suo carico va avanti, ma le prossime udienze le potrà seguire da uomo libero. Fuori lui, ne restano però quasi cento dietro le sbarre. Una situazione di drammatico attacco alla libertà di stampa, che ha indotto il sindacato europeo dei giornalisti ha lanciare nei mesi scorsi, dopo una missione in Turchia insieme a Reporter sans Frontières  ed altre organizzazioni internazionali, una campagna di “adozione” di questi colleghi da parte dei diversi sindacati nazionali. Baha Okar, direttore ed editore del mensile “Bilim ve Gelecek” (“Scienza e futuro”), è uno dei due presi “in carico” dalla Fnsi (l’altro è Bedri Adanir, curdo, come più della metà dei giornalisti dietro le sbarre), e perciò il sindacato italiano ha presenziato alla sua udienza. Vaghe e fantasiose, come per tutti gli altri (giornalisti e no), le accuse che lo hanno portato in carcere. Lo si accusa di far parte di un’organizzazione sovversiva, un fantomatico “Quartier generale rivoluzionario”. Su di lui pesa soprattutto la testimonianza di un uomo che afferma di averlo visto in un campo di addestramento al terrorismo in Iraq. Ma Okar ribatte fornendo le prove della sua permanenza in Turchia nel periodo “sospetto”, e il suo avvocato chiede inutilmente da mesi che il suo assistito venga messo a confronto con il teste dell’accusa. 
La decisione del rilascio è arrivata senza motivazioni da parte dei magistrati; dunque è presto per capire se essa preluda a un esito positivo del processo. Ma non è presto per capire cosa tocchi fare a chi, in Europa, non voglia rassegnarsi a lasciare in galera decine di giornalisti colpevoli soltanto di fare il loro lavoro in una società dalle forti tendenze autoritarie. Quell’Europa che Baha Okar ha citato, durante il brevissimo intervento che ha potuto pronunciare in udienza: “Ciò che questa Corte sta facendo - ha detto - è contrario alla concezione europea dei diritti umani”. Ecco cos’è l’Europa, a guardarla da una terra in cui la libertà di espressione e di informazione viene calpestata: il luogo dei diritti umani rispettati. E non può dimenticarsene chi voglia credibilmente essere considerato europeista: il Presidente del Consiglio italiano, ad esempio, che dell’Europa si dice - ed è - convintissimo fautore. Fra pochi giorni, l’8 maggio, Mario Monti riceverà il premier turco Erdogan in visita a Roma. Il sindacato dei giornalisti chiede al capo del governo italiano di tenere a mente quelle parole di Baha Okar, e di sollecitare il rilascio di tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati. La partita dell’allargamento dell’Unione Europea alla Turchia è ancora aperta, e sarebbe una sconfitta grave dell’idea stessa di Europa un vertice che si limitasse ad affrontare i pur fondamentali temi finanziari e strategici accantonando il dossier sui diritti umani. Se Mario Monti tiene all’Europa, non può lasciare che siano solo i mercati a definire le regole della convivenza. Faccia vedere che anche altri valori, oltre quelli di Borsa, ci tengono insieme.                                                         

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