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Unione Europea 03 Mag 2011

Rsf: “La mafia italiana tra i predatori della libertà di stampa”

Parigi - Tra i predatori della libertà di stampa, individuati dall'organizzazione Reporter senza Frontiere (Rsf), ci sono anche le organizzazioni mafiose italiane, che hanno numerosi giornalisti ''nella loro linea di mira''. ''In totale - scrive Rsf - una decina di giornalisti lavorano sotto protezione della polizia. Le minacce, le lettere anonime, le gomme squarciate, le auto incendiate si contano a centinaia.Tutti i giornalisti che scrivono di gruppi mafiosi sono stati in un momento o nell'altro sorvegliati''.

Parigi - Tra i predatori della libertà di stampa, individuati dall'organizzazione Reporter senza Frontiere (Rsf), ci sono anche le organizzazioni mafiose italiane, che hanno numerosi giornalisti ''nella loro linea di mira''. ''In totale - scrive Rsf - una decina di giornalisti lavorano sotto protezione della polizia. Le minacce, le lettere anonime, le gomme squarciate, le auto incendiate si contano a centinaia.
Tutti i giornalisti che scrivono di gruppi mafiosi sono stati in un momento o nell'altro sorvegliati''.

L'organizzazione cita in particolare tre casi emblematici: lo scrittore Roberto Saviano, ''ricercato dal clan dei Casalesi'', il giornalista dell'Espresso Lirio Abbate, ''che vive sotto protezione permanente della polizia'', e la cronista del Mattino di Napoli Rosaria Capacchione.
Nella lista dei 38 predatori, Rsf include anche i leader politici di diversi Paesi arabi al centro delle attuali rivolte, dallo Yemen alla Siria, al Bahrein e alla Libia, ''dove il lavoro di ostruzione all'informazione arriva fino all'omicidio''. Inseriti inoltre alcuni capi di Stato asiatici e africani, dai generali che guidano il Myanmar al sovrano assoluto dello Swaziland Mswati III, le forze israeliane e palestinesi a Gaza e l'Eta in Spagna. (ANSA)

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