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Diffamazione 30 Ott 2012

Siddi: "Chi decide di andare avanti con questa legge punitiva regola male i conti con giornalisti e opinione pubblica"

Il ddl Diffamazione dovrebbe tornare all'esame dell'Aula del Senato mercoledì prossimo, 7 novembre.Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.Ma ''senza precisare - spiega il presidente dei senatori Udc Giampiero D'Alia - se questo debba avvenire anche nel caso in cui la Commissione Giustizia non abbia ancora concluso il riesame del testo...''.

Il ddl Diffamazione dovrebbe tornare all'esame dell'Aula del Senato mercoledì prossimo, 7 novembre.
Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
Ma ''senza precisare - spiega il presidente dei senatori Udc Giampiero D'Alia - se questo debba avvenire anche nel caso in cui la Commissione Giustizia non abbia ancora concluso il riesame del testo...''.

DDL SALLUSTI: CAPIGRUPPO, TESTO TORNA IN AULA MERCOLEDI'7/11

Il ddl Diffamazione dovrebbe tornare all'esame dell'Aula del Senato mercoledì prossimo, 7 novembre.
Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
Ma ''senza precisare - spiega il presidente dei senatori Udc Giampiero D'Alia - se questo debba avvenire anche nel caso in cui la Commissione Giustizia non abbia ancora concluso il riesame del testo...''. (ROMA, 31 OTTOBRE - ANSA)  DDL SALLUSTI:ESAME ART.1 TORNA IN COMMISSIONE; VITA,MENO MALE

Il vicepresidente del Senato Domenico Nania ha disposto il rinvio in commissione Giustizia dell'articolo 1 del ddl Diffamazione come consente di fare l'articolo 100 del Regolamento di Palazzo Madama. ''Siamo riusciti a bloccare il testo almeno per ora - dichiara Vincenzo Vita (Pd) - anche se a dire la verità si sono impicciati da loro'' sulla norma per l'interdizione dalla professione. A chiedere il rinvio della norma in Commissione erano stati Pd e Idv. Ma aveva detto 'sì anche il Pdl. Contraria la Lega. (ROMA, 30 OTTOBRE - ANSA) DIFFAMAZIONE: CHITI, TESTO NON VA, HA TRADITO INTENZIONE ORIGINARIA
VITA, BENE IL RINVIO IN COMMISSIONE

"Ci battemmo quando scoppiò il caso Sallusti perché il Parlamento varasse, quanto prima, una nuova legge sulla diffamazione, che escludesse rigorosamente la pena del carcere per i giornalisti, sottolineando invece la necessità della rettifica e di qualche risarcimento pecuniario. Purtroppo, per l'eterogenesi dei fini, i presupposti originari sono stati via via travolti e rovesciati persino in soluzioni opposte". Lo sottolineano i senatori del Pd Vannino Chiti e Vincenzo Vita.
"Ad esempio, solo per citare i casi più gravi -proseguono- le sanzioni economiche crescevano a dismisura, si introduceva un supplemento di esborso economico per le testate comprese nel Fondo per l'editoria, si chiedeva una specifica e costosissima rettifica per l'eventuale reato commesso nella scrittura di un libro, si introducevano per via normativa le pene accessorie dell'interdizione dalla professione sottraendo la scelta all'Ordine".
"L'insieme del testo -concludono Chiti e Vita- tradiva largamente i presupposti iniziali e non rimaneva dunque che condurre una fiera opposizione. Abbiamo salutato, quindi, con grande favore il ritorno in Commissione dell'articolato, dove ci auguriamo che possa essere completamente riscritto. Altrimenti, meglio che non farne nulla".(ROMA, 30 OTTOBRE - ADNKRONOS) SIDDI: "CHI DECIDE DI ANDARE AVANTI CON QUESTA LEGGE PUNITIVA REGOLA MALE I CONTI CON GIORNALISTI E OPINIONE PUBBLICA"

Nuovo presidio della Federazione Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello della settimana scorsa contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della manifestazione sono stati esposti cartelli in stile Halloween con la scritta ''E' uno scherzo di cattivo ''Non c'e' piu' uno spread finanziario, questo paese si sta assumendo la responsabilita' di aumentare lo spread democratico - ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi - questo e' il primo vero attacco al governo Monti, che in questa materia, attento ai destini della democrazia europea, ha espresso una linea liberale e condivisibile.gusto. No al bavaglio alla stampa'' e il disegno di una zucca.
Con il ministro Severino ha detto no al carcere e ha chiesto strumenti chiari di riparazione del danno alla dignita' della persona. Chi decide di andare avanti con questa legge punitiva e rancorosa - ha proseguito - regola male i conti con i giornalisti perche' non sa che sta chiudendo i ponti con la popolazione. La nostra protesta continuera' con tutti i mezzi possibili''. Se in Senato qualcuno pensa che ci siano due caste in contrapposizione sbaglia di grosso - ha aggiunto il presidente del sindacato, Roberto Natale - si sta mobilitando non solo la categoria dei giornalisti ma parte dell'opinione pubblica che vuole essere informata correttamente. Siamo pronti a convocare una grande manifestazione e porteremo in Europa la battaglia. Dedichiamo questa manifestazione al collega greco Costas Vaxevanis, arrestato ieri ad Atene per aver pubblicato sul suo sito l'elenco di duemila grandi evasori greci. Siamo solidali con chi, per informare, rischia persino il carcere''.(ROMA, 29 OTTOBRE - ANSA)

DA REPUBBLICA.IT DEL 29 OTTOBRE 2012
Siddi (Fnsi) su bavaglio: ''Oggi incassiamo, ma ci riscatteremo''
Il Senato va avanti con il ddl che aumenta le sanzioni pecuniarie per i giornalisti. Il segretario Franco Siddi: "Le cifre astronomiche vengono richieste a scopo intimidatorio"
di Giuseppe Ferrante
IL VIDEO

DIFFAMAZIONE: FNSI, SENATO SI ASSUME GRAVE RESPONSABILITÀ 

"Il Senato si è assunto una grave responsabilità. Non ci fermeremo qui, anzi, la nostra azione si intensificherà da questo momento in poi".
Così il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, ha commentato a caldo il voto dell'Aula del Senato sul ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Parlando al sit-in organizzato dallo stesso sindacato al Pantheon per contestare il testo, Siddi ha più volte spiegato che sarebbe stato opportuno rinviare il ddl alla commissione competente.
"Gli sforzi da parte di diversi senatori di ritornare al buon senso sono stati vanificati da un voto che ha deciso di andare avanti con un colpo di mano ed i colpi di mano non ci piacciono", ha aggiunto Siddi dopo aver ricevuto la notizia della bocciatura del rinvio in commissione del testo.
Annunciando che il 5 novembre vi sarà una grande assemblea dei direttori dei giornali per valutare le azioni da intraprendere, il segretario generale della Fnsi ha osservato: "oggi incassiamo un risultato negativo ma ci riscatteremo e penso che riusciremo ad abbattere questa decisione con i giornalisti ed i cittadini".
Qualche minuto prima del voto a Palazzo Madama, Siddi, parlando dal palco, aveva sottolineato che, se licenziato così com'è adesso, il ddl "scoraggerebbe il giornalismo investigativo" e "verrebbe introdotto il principio che i poteri pubblici, finanziari ed economici controllano la stampa e non il contrario". "Il governo Monti - ha poi riconosciuto il leader del sindacato dei giornalisti – ha assunto una posizione liberale, corretta sulla diffamazione a mezzo stampa, attraverso il ministro della Giustizia, ma il parlamento si sta ribellando a questa posizione. Se volete salvare Sallusti dal carcere - ha concluso Siddi facendo un appello al Parlamento - fatelo pure ma fermatevi lì se non siete in grado di modificare la legge in modo giusto". (ROMA, 29 OTTOBRE - AGI)

OGGI 29 OTTOBRE NUOVO PRESIDIO AL PANTHEON
“MEGLIO IL CARCERE CHE QUESTO TESTO VERGOGNOSO”

“Giornalisti e cittadini sono nuovamente chiamati a mobilitarsi contro il pericoloso testo di riforma della legge sulla diffamazione all'esame del senato. La Fnsi convoca un nuovo presidio per lunedì 29 ottobre alle ore 17 in piazza del Pantheon, in contemporanea con la ripresa del dibattito nell'aula di Palazzo Madama. Lo spettacolo di livore andato in scena ieri al Senato conferma che è meglio lasciare in vigore la brutta legge attuale, persino carcere incluso affidato ai giudici saggi, se la riforma deve essere ispirata a propositi di vendetta contro un'intera categoria. Se il legislatore è incapace di tutelare l'interesse collettivo ad un'informazione al tempo stesso corretta e autonoma, dovrà ascoltare la voce di un'opinione pubblica stufa di bavagli e censure”.
DDL SALLUSTI: PREOCCUPAZIONE DA F.INTERNAZIONALE GIORNALISTI
SE PASSA DDL MENO GIORNALISMO INVESTIGATIVO E PIU' AUTOCENSURA

Il Comitato Esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti, riunito a Norimberga ieri e oggi, ''esprime viva preoccupazione e contrasto per il progetto di legge sulla diffamazione a mezzo stampa presentato e all'esame del Parlamento italiano''. Se adottato, questo testo - si sottolinea in una nota diffusa da Franco Siddi, segretario della Fnsi e membro del comitato della Ifj, avrebbe l'effetto di ''scoraggiare il giornalismo investigativo, favorirebbe l'autocensura per paura di non poter reggere i contrasti giudiziari avviati in considerazione delle multe smisurate previste. Numerose querele infondate e temerarie avrebbero come conseguenza quella di dissuadere giornali e giornalisti dal fare inchieste complesse, che sono il portato essenziale dell'informazione per i cittadini''.
La Federazione internazionale dei giornalisti porta perciò il suo ''sostegno ai giornalisti italiani e al loro sindacato, la Fnsi, nell'opposizione a questo progetto di legge e in favore di una legislazione conforme ai principi delle carte internazionali dei diritti umani e della libertà d'informazione, secondo i canoni del giornalismo etico e libero da condizionamenti e intimidazioni.''(ROMA, 28 OTTOBRE - ANSA)

DIFFAMAZIONE: FEDERAZIONE INTERNAZIONALE GIORNALISTI, PREOCCUPATI PER LEGGE

Il Comitato Esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti, riunito a Norimberga il 27 e il 28 ottobre 2012, "esprime viva preoccupazione e contrasto per il progetto di legge sulla diffamazione a mezzo stampa presentato e all'esame del Parlamento italiano. Se adottato - si legge in una nota - questo testo avrebbe l'effetto di scoraggiare il giornalismo investigativo, favorirebbe l'autocensura per paura di non poter reggere i contrasti giudiziari avviati in considerazione delle multe smisurate previste".
"Numerose querele infondate e temerarie - progue la Federazione - avrebbero come conseguenza quella di dissuadere giornali e giornalisti dal fare inchieste complesse, che sono il portato essenziale dell'informazione per i cittadini".
La Federazione internazionale dei giornalisti "porta perciò il suo sostegno ai giornalisti italiani e al loro sindacato, la Fnsi, nell'opposizione a questo progetto di legge e in favore di una legislazione conforme ai principi delle carte internazionali dei diritti umani e della liberta' d'informazione, secondo i canoni del giornalismo etico e libero da condizionamenti e intimidazioni", conclude la nota. (ROMA, 28 OTTOBRE - ADNKRONOS

IL SEGRETARIO GENERALE FNSI: "L’INTESA DI MAGGIORANZA
È UNA MEDIAZIONE TRA EMENDAMENTI TUTTI INACCETTABILI"

I PARTITI RAGGIUNGONO UN ACCORDO SUL DDL PER LA DIFFAMAZIONE

“L’intesa sul progetto di legge relativo alla diffamazione a mezzo stampa appare un’intesa tutta loro, un equilibrio tra spinte politiche che non adegua il nostro Paese ai canoni delle più avanzate democrazie a tutela della libertà di stampa e a garanzia reale dei diritti dei cittadini. Si tratta di una mediazione tra emendamenti tutti inaccettabili, punitivi e lesivi del diritto di cronaca e inidonei a ripristinare la dignità di persone danneggiate da eventuali errori o orrori di stampa".
- Lo dichiara Franco Siddi in un’intervista a Radio Ies 'Citofonare Adinolfi' - "L’unica nota positiva, la cancellazione del carcere dalle pene previste per la diffamazione, è “scambiata” con l’inasprimento di tutte le altre pene possibili, che, pur “addolcite” rispetto a qualche proposta perfino demenziale, hanno un carattere fortemente dissuasivo verso un giornalismo che voglia scavare seriamente nel bacino delle notizie più inquietanti della vita pubblica. Restano in piedi, contemporaneamente, infatti la responsabilità penale, la responsabilità civile, le multe in sede penale e l’indennizzo in sede civile oltre a nuovi vincoli sparsi qua e là. Eliminare il carcere non è sufficiente per dire che siamo in presenza di una buona legge. E’ incredibile che sui principi di libertà del diritto all’informazione e della responsabilità etica del giornalismo si pensi di poter trattare la materia come un qualsiasi negoziato sulle poltrone. Sicuramente vanno ringraziati tutti quei parlamentari che si stanno battendo con coerenza e rigore. Se non si è in grado di fare una legge buona e giusta, però, si proceda intervenendo solo sul punto su cui tutti sono d’accordo: l’abolizione del carcere, come anche il primo firmatario dell’ipotesi di nuova legge, il Senatore Vannino Chiti, va sostenendo dopo l’emersione di sentimenti di rivalsa e odio di tutti gli sconfitti della legge sulle intercettazioni. Se non si vogliono  ascoltare le ragionevoli istanze dei giornalisti e di decine di associazioni e migliaia di cittadini, si ascolti almeno il Ministro della Giustizia Severino sull'istituto della rettifica documentata e si valuti la portata innovativa del Giuri per la lealtà dell'informazione, proposta  sin qui scartata senza alcuna giustificazione. La Fnsi prepara perciò altre iniziative di raccordo con i cittadini per difendere la libertà e la responsabilità etica dell'informazione.”
Roma, 25 ottobre 2012

138 EMENDAMENTI,SCONTRO A SENATO POI INTESA
ANSELMI,DISPREZZO LIBERTÀ STAMPA; CSM,SALLUSTI? TONI INACCETTABILI

Un interminabile scontro al Senato sul ddl diffamazione (presentati 138 emendamenti), poi, in serata la maggioranza trova un'intesa: non ci sarà il carcere per chi diffama e la sanzione massima sarà di 50 mila euro. Per quanto riguarda la rettifica online, questa riguarderà solo le testate giornalistiche e gli articoli che vi saranno pubblicati. Nessun obbligo di rettifica, invece, per i commenti.
Nato dalle penne 'bipartisan' di Vannino Chiti (Pd) e di Maurizio Gasparri (Pdl) per evitare il carcere al giornalista Alessandro Sallusti, il testo si è andato 'arricchendo' via via di norme, una più spinosa dell'altra, che, come ammette il responsabile Giustizia dell'Idv Luigi Li Gotti, ''sono difficili adesso da esaminare e poi in tempi così rapidi''. Risultato: dopo l'illustrazione degli emendamenti, la seduta d'Aula viene sospesa per consentire a tecnici e capigruppo di arrivare ad un'intesa. L'intenzione, spiega il presidente dei senatori del Pdl Gasparri, è di non far tornare il testo in commissione, come era stato chiesto da alcuni senatori anche del centrodestra, né di 'stralciare' il 'no' al carcere per i giornalisti che diffamano, perché su questo il Pd sembra sia stato irremovibile.
Tecnici e capigruppo decidono, così, di mettersi intorno ad un tavolo per vedere di 'salvare il salvabile' e di mettere a punto un testo ''più snello ed agile grazie agli emendamenti che sono stati presentati''. Come spiegheranno a margine della riunione Gasparri e il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro.
Ma mentre il Pd si divide tra 'innocentisti' come Vincenzo Vita (''se il testo resta così non lo voto'') e 'colpevolisti' come Alberto Maritati (''si parla di reati quindi è giusto prospettare il carcere''), e al Senato si cerca di trovare una soluzione, fuori dal Palazzo continua a infuriare la polemica.
Il vicepresidente del Csm Michele Vietti solidarizza con i magistrati della Cassazione per le ''critiche inaccettabili nei toni'' che gli sono piovute ancora oggi da Sallusti. Mentre il presidente della Fieg Giulio Anselmi 'bolla' il ddl come un insieme di norme ''assurde e pericolose'' che ''possono condizionare la sopravvivenza di molti giornali e rivelano un assoluto disprezzo per la libertà di stampa''. Per il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Jacopino, infine, si tratta di un provvedimento che ''è ben più di una legge bavaglio: è una pistola permanentemente puntata alla nuca'' dei giornalisti.
Sul ddl, intanto 'fioccano' ben 138 emendamenti. Tra i più significativi, quello di Lucio Malan (Pdl) che di fatto impedisce di scrivere contro la Casta chiedendo condanne per chi parli male di Parlamento e istituzioni. O quello del Pd che chiede di sopprimere la norma che prevede la restituzione al governo dei contributi pubblici all'editoria, in caso di condanna per diffamazione. O quello, ancora, che impedisce ai conviventi di chiedere la rimozione dai siti internet di immagini e dati lesivi nel caso in cui sia morto il 'diffamato'.
L'Udc e il Pd sono per ridurre la sanzione pecuniaria dai 100mila ai 50mila euro. Mentre il Pdl vorrebbe estendere l'obbligo di rettifica on line non solo alle testate giornalistiche, ma anche ai blog o ai siti ''che contengono informazioni pubblicitarie''.
Le proposte di modifica che puntano a cancellare l'ordine dei giornalisti, firmate dai senatori Radicali del Pd Donatella Poretti e Marco Perduca, invece vengono dichiarati inammissibili. Decisione che scatena la protesta della Poretti che da oggi minaccia di astenersi ''su qualsiasi votazione''.
Ma alla fine, il ''vero tentativo di conciliazione'' è quello che tenta Li Gotti appellandosi di nuovo al Capo dello Stato. ''Se Napolitano concedesse la grazia a Sallusti sarebbe tutto risolto - dichiara in Aula - ed eviterebbe a noi l'imbarazzo di legiferare su temi così delicati in così poco tempo. Perché voi del governo - è l'invito che fa ai ministri presenti al Senato - non vi impegnate a chiederglielo?''. Alla fine, in extremis, si trova l'intesa. (di Anna Laura Bussa) (ROMA, 24 OTTOBRE - ANSA)

DDL SALLUSTI:MAGGIORANZA TROVA INTESA, NO CARCERE,MENO MULTE
Al termine di una riunione durata oltre tre ore, la maggioranza trova un'intesa in extremis sul ddl per la diffamazione. Non ci sarà il carcere per chi diffama e la sanzione massima sarà di 50 mila euro. Per quanto riguarda la rettifica online, questa riguarderà solo le testate giornalistiche e gli articoli che vi saranno pubblicati. Nessun obbligo di rettifica, invece, per i commenti.

Questi, in sintesi, i contenuti dell'accordo raggiunto nella riunione alla quale hanno preso parte, oltre ai capigruppo, anche i senatori 'tecnici' come Luigi Li Gotti per l'Idv; Silvia Della Monica e Felice Casson per il Pd; Giacomo Caliendo e Franco Mugnai per il Pdl. Oltre al presidente della Commissione Giustizia Filippo Berselli.

   - NO CARCERE: era questa la norma più scontata. Quasi tutti, tra maggioranza e opposizione, erano d'accordo per eliminare il carcere per il giornalista che diffama.

   - SANZIONI MENO SALATE: le sanzioni per chi diffama oscilleranno tra i 5 mila e i 50 mila euro. Si cancellano i 100 mila euro previsti dal ddl così come era stato approvato in Commissione.

   - RETTIFICA ONLINE: l'obbligo scatterà solo per le testate giornalistiche e varrà solo per gli articoli pubblicati. Nessun obbligo, invece, per i commenti.

   - RETTIFICA, STESSO SPAZIO DIFFAMAZIONE: la rettifica sui media normali, invece, dovrà avere lo stesso spazio e dovrà essere inserita nella stessa pagina 'occupata' dall'articolo diffamatorio.

   - GIUDIZIO IMMEDIATO: i 'tecnici' si sono impegnati a dire sì ad un emendamento dell'Idv, primo firmatario Luigi Li Gotti, che introduce un giudizio immediato per i reati di diffamazione.
Tale giudizio dovrà essere celebrato nel giro di sei mesi visto che ''non si devono fare particolari indagini''.

   - RECIDIVA PIÙ LIEVE E 'NO' OBBLIGO INTERDIZIONE: nessun raddoppio della pena in caso di recidiva. Se si torna a delinquere si applicherà la norma del Codice già prevista per i recidivi. Non ci sarà, poi, l'obbligo dell'interdizione dalla professione giornalistica. Il giudice potrà o meno ma senza alcun obbligo particolare. E l'interdizione diventa più 'soft': in caso di prima recidiva l'interdizione dalla professione giornalistica potrà andare da uno a tre mesi, in caso di seconda recidiva, da tre a sei mesi e in caso di terza, fino ad un anno.

   - NO CONDANNE PER EDITORI: gli editori non dovranno più rispondere per il reato di diffamazione. Salta dunque il discorso del pagamento delle quote.

   - NO 'RISCHI' PER CONTRIBUTI: almeno nel ddl per la diffamazione i contributi all'editoria non correranno rischi. Si cancella la norma che prevedeva la restituzione di parte di questi in caso di diffamazione non risarcita. (ROMA, 24 OTTOBRE - ANSA)

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