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La prima pagina di Repubblica di giovedì 29 maggio 2025
Cdr 29 Mag 2025

Tentativi di interferire su un documento su Gaza, si dimette il Cdr di Repubblica

I rappresentanti sindacali denunciano ingerenze da parte dei vertici della redazione per modificare il testo già passato al vaglio dell'assemblea. La solidarietà ai colleghi di Fnsi, Stampa Romana e Usigrai.

Dura protesta del Comitato di redazione di Repubblica all'indomani dell'assemblea in cui si discuteva (emendava e votava) un documento sulla tragedia in atto a Gaza. I rappresentanti dei giornalisti del quotidiano diretto da Mario Orfeo hanno presentato le dimissioni denunciando il tentativo di alcuni 'graduati' del giornale di modificare il testo già discusso dall'assemblea e su cui i colleghi si erano già espressi.

«Un grave tentativo di ingerenza che conferma come sia sempre più difficile nelle redazioni garantire uno spazio di libero confronto sui temi editoriali, confronto che è una risorsa per la ricchezza e la credibilità dell'informazione», commenta la segreteria dell'Associazione Stampa Romana nell'esprimere, in una nota diffusa giovedì 29 maggio 2025, «piena solidarietà» al Comitato di redazione di Repubblica.

Al fianco dei colleghi anche la Federazione nazionale della Stampa italiana, che manifesta la vicinanza del sindacato all'assemblea e al Cdr e ribadisce «l'importanza del rispetto, da parte di chiunque, delle regole democratiche e del confronto, che non può che essere ampio e sempre leale».

Solidarietà ai giornalisti di Repubblica anche da parte dell'Esecutivo Usigrai, che bolla l'accaduto come «un atto gravissimo a cui il Cdr ha avuto il coraggio di opporsi» e rivolge «un grazie al Comitato di redazione di La Repubblica per aver difeso strenuamente l'istituzione sindacale». (mf)

PER APPROFONDIRE
Di seguito il documento su Gaza pubblicato sull'edizione cartacea di Repubblica giovedì 29 maggio 2025.

Di fronte alla tragedia in corso a Gaza e alle violenze in Cisgiordania nei confronti della popolazione palestinese, l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica, in linea con le iniziative del sindacato unitario Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti, e così anche di realtà giornalistiche europee, chiede con forza:
che i media stranieri possano entrare liberamente nella Striscia, per poter documentare ciò che sta avvenendo e tutelare il lavoro delle colleghe e dei colleghi palestinesi, appello che rivolgiamo anche al presidente della Repubblica;
che il sinora silente governo italiano agisca, senza titubanze, affinché il diritto internazionale venga rispettato, affinché si fermino i bombardamenti ed entrino gli aiuti senza ostacoli. E che utilizzi, per fare questo, tutte le forme di pressione possibili sul governo di Israele, compreso il non rinnovo di accordi sulla cooperazione militare del nostro Paese con Tel Aviv e il riconoscimento dello Stato di Palestina, nell’ottica della soluzione dei due popoli e due Stati;
che la politica, il mondo del lavoro, l’associazionismo, continuino e possano ampliare una mobilitazione unitaria per la pace e la giustizia in Medioriente.
Deploriamo non solo l’uccisione di migliaia di civili innocenti, donne e bambini, colpiti da bombe o da cecchini, non solo la crudele condanna ad una morte di stenti per un’intera popolazione privata di cibo e acqua, ma anche la deliberata targettizzazione dei cronisti palestinesi da parte dell’esercito israeliano: sono oltre 200 i professionisti dell’informazione che hanno perso la loro vita, un sacrificio che onora i più alti principi della libertà di stampa, fulcro delle democrazie. Così come, d’altra parte, deploriamo il crescente antisemitismo.
Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica propongono uno sforzo ulteriore, alla direzione del quotidiano e alla categoria tutta, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui crimini che stiamo raccontando con sempre maggiore sgomento, attraverso nuove forme di protesta, partecipazione, inchiesta, sostegno economico ai cronisti palestinesi.
Non è mai stato tempo di minimizzare, giustificare o sposare le ragioni delle propagande contrapposte. Repubblica è e resta dalla parte delle vittime dei conflitti, comprese e non ultime quelle del 7 ottobre e gli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Questo è il momento di alzare la voce, collettivamente, utilizzando ogni strumento a nostra disposizione.
L'assemblea dei giornalisti di Repubblica

 

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