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I lavori del Congresso del Snj a Tolosa (Foto: @SNJ_national)
Internazionale 06 Ott 2017

Tolosa, il segretario Lorusso al congresso Snj: «Parte da qui la mobilitazione contro i crimini ai danni dei giornalisti»

Il 23 ottobre è la Giornata mondiale contro l'impunità  dei delitti commessi contro la stampa. L'occasione per promuovere assieme ai colleghi francesi un'iniziativa comune «per contrastare le minacce e i crimini di cui sono vittima i giornalisti nel mondo e anche nei nostri Paesi», ha osservato il rappresentante della Fnsi.

Difendere e rafforzare i diritti del lavoro contro il pensiero unico mondiale che punta a smantellarli. Mettere in campo azioni comuni a tutela della libertà di stampa e della libertà di espressione in Europa e nel mondo. Promuovere insieme un'iniziativa di mobilitazione contro le minacce ai cronisti e i crimini contro i giornalisti il prossimo 23 ottobre, Giornata mondiale contro l'impunità dei crimini commessi contro la stampa.Sono alcuni dei passaggi del messaggio che Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, ha rivolto al congresso del Snj, il Sindacato dei giornalisti francesi, in corso a Tolosa.

«Indebolire il lavoro – ha detto Lorusso – non rappresenta un passo verso la modernità, ma un ritorno al Medioevo dei diritti. Lavoratori più deboli sono lavoratori meno garantiti. Giornalisti più deboli, giornalisti sempre più precari sono giornalisti più ricattabili, quindi meno liberi di fare il loro lavoro nell'interesse esclusivo dei cittadini ad essere informati. Esiste una gigantesca emergenza-lavoro in tutta l'Unione europea: la crescita delle diseguaglianze compromette le basi della nostra convivenza civile e, nel caso dei giornalisti, contribuisce a rendere i cittadini più deboli perché meno informati e più esposti al dilagare delle notizie false. La qualità della democrazia è direttamente proporzionale alla qualità dell’informazione. Per questo c'è bisogno di giornalisti liberi, non ricattabili».

Il segretario della Fnsi ha ricordato l'impegno dei giornalisti italiani e francesi nell'ambito della Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti, a tutela dei cronisti dei Paesi in cui la libertà di espressione è sempre più a rischio. «Siamo noi, insieme con la Ifj – ha sottolineato – in prima linea contro la repressione in corso in Turchia, dove centinaia di colleghi sono stati sbattuti in carcere a causa del loro lavoro e del loro impegno in favore di un'opinione pubblica informata, ma anche in Siria, dove quello del giornalista è diventato uno dei mestieri più pericolosi».

È inoltre necessario, ha spiegato, essere vicini ai colleghi minacciati e alle famiglie dei giornalisti che nel mondo pagano con la vita il proprio impegno professionale. «Penso – ha rilevato – anche ai troppi colleghi minacciati dai gruppi criminali e da organizzazioni di stampo neonazista, neofascista e di estrema destra xenofoba, che si stanno radicando in tutta Europa».

Di qui, la proposta. «Il 23 ottobre prossimo – ha concluso il segretario della Fnsi – l'Onu ha indetto la Giornata mondiale per la fine dell'impunità per i crimini contro i giornalisti: facciamo partire da qui la nostra mobilitazione per denunciare le minacce e i crimini di cui sono vittima i colleghi nel mondo e anche nei nostri Paesi».

@fnsisocial

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