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Uffici Stampa 01 Ago 2005

Uffici stampa, Rossi (Fnsi): "Anche in Sicilia occorre una soluzione equilibrata e l'unità della categoria" Coordinamento precari pubblica amministrazione della Sicilia: "La lotta nel sindacato non fa bene"

“Seguo con grande attenzione quanto accade in questi giorni in Sicilia in merito alla vicenda Uffici stampa.

“Seguo con grande attenzione quanto accade in questi giorni in Sicilia in merito alla vicenda Uffici stampa.

Dichiarazione di Giovanni Rossi, Coordinatore del Dipartimento Uffici stampa della Fnsi. “Seguo con grande attenzione quanto accade in questi giorni in Sicilia in merito alla vicenda Uffici stampa. In quella regione, come in tutto il Paese, occorre ottenere due risultati: dare pieno riconoscimento professionale ai colleghi che lavorano da giornalisti nella Pubblica amministrazione e ottenere che il loro contratto di lavoro sia di natura giornalistica. Si tratta di obiettivi non semplici anche a causa della confusione che attorno a questo tema è stata creata dalla stesso mondo della politica. Credo che anche in questo caso il sindacato debba ribadire la propria contrarietà al metodo dello spoil system, largamente utilizzato nel settore degli Uffici stampa pubblici, ma che è contrario allo spirito ed alla lettera della legge nazionale numero 150 del 2000, la quale ha chiarito che il rapporto fiduciario, di natura politica, non riguarda la figura dell’addetto stampa, ma quella del portavoce. Allo stesso tempo è necessario che si operi per trovare una soluzione al difficile problema del precariato attraverso metodi trasparenti e condivisi dagli organismi rappresentativi della categoria (Ordine e sindacato). Le Pubbliche amministrazioni, anche sulla base di accordi liberamente sottoscritti (mi riferisco, tra gli altri, al protocollo firmato dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali con la Federazione della stampa e l’Associazione dei comunicatori pubblici), debbono considerare, in particolare, la Fnsi e le Associazioni regionali di stampa interlocutori su tutta la materia degli Uffici stampa. In Sicilia, come in ogni realtà regionale, è assolutamente necessario che si realizzi il massimo di unità all’interno e tra gli organismi dei giornalisti. Pur nel massimo rispetto per l’autonomia delle Associazioni regionali e del loro democratico dibattito interno, mi permetto di sollecitare uno sforzo in questa direzione poiché ogni nostra divisione (pur legittima) rafforza le controparti, anche quella pubblica. In Sicilia si discute delle modalità di applicazione del Cnlg Fnsi-Fieg, e questo è un fatto indubbiamente positivo, frutto, però, di una situazione particolare. Mi permetto, quindi, di ricordare che il problema principale, a livello nazionale, è un altro: ed è sbloccare il tavolo della trattativa con l’Aran, l’agenzia che negozia i contratti nel pubblico impiego. L’Aran si è fin qui rifiutata di ottemperare ad una disposizione di legge che prevede la stipula di uno specifico contratto di lavoro giornalistico. L’auspicio è che nell’udienza del 26 ottobre davanti alla Magistratura di Roma vengano accolte le nostre richieste. Sarebbe, tuttavia, un atto di saggezza da parte dell’Aran non obbligarci ad andare fino in fondo nell’azione legale”. «La lotta intestina all'interno del sindacato dei giornalisti, non fa bene ne al sindacato ne ai giornalisti precari siciliani, che da anni vivono una situazione di disagio lavorativo, senza tutele nè serie prospettive per il loro futuro. Non può non destare sorpresa infatti come uno dei più autorevoli esponenti del sindacato, come Gigi Ronsisvalle, vice segretario nazionale aggiunto, sia favorevole, mentre il segretario regionale Daniele Billitteri fermamente contrario». Roberto Ginex e Vito Orlando, del coordinamento dei giornalisti precari della Pubblica amministrazione, commentano così le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'Ordine Nicastro e dal segretario dell'Assostampa Sicilia, Daniele Billitteri sull'iniziativa presentata oggi dai deputati all'Ars Fleres e Barbagallo, sulla soluzione della questione dei giornalisti precari della pubblica amministrazione siciliana. «L'iniziativa Fleres-Barbagallo è una risposta, per la prima volta complessiva - aggiungono - alla questione del centinaio di giornalisti da anni precari nella pubblica amministrazione, e mette un punto certo, la data del 30 giugno 2006, per porre termine a questa pratica riprovevole, ma finora solo a parole, per tutti. Ci chiediamo quanto sia rappresentativo ancora il cosiddetto tavolo tecnico tra assessore Cimino e Assostampa siciliana, quando non prende in considerazione nè i rappresentanti dei precari, ne tanto meno quello del Gruppo Uffici Stampa della Fnsi, organismo che dovrebbe essere predisposto proprio a questo. E ancora, si dice che così si getta a mare il precariato storico: ma se non si è svolto almeno negli ultimi due anni funzioni di ufficio stampa o portavoce nella pubblica amministrazione, che precari si è?». «L'Assostampa fa un attacco fuori luogo al presidente della Regione - conclude il coordinamento precari - facendo una pericolosa confusione tra l'organo esecutivo, il governo della Regione, e quello legislativo, i parlamentari regionali, che hanno presentato l'iniziativa, per la prima volta, bipartisan. Perchè ad approvare le leggi è l'Assemblea regionale. Se la norma poi, come fa intendere il presidente regionale dell'Ordine, è 'di dubbia costituzionalita», interverrà la Consulta, a lui il compito di far applicare pienamente le norme deontologiche e professionali». (Adnkronos) "In Sicilia si e’ stabilito per legge che i giornalisti devono essere assunti nella pubblica amministrazione per chiamata diretta dei politici. E’ un grave vulnus costituzionale e una grave ferita per la democrazia e la professione: ci appelliamo ai deputati regionali di buon senso ed eventualmente al commissario dello stato perche’ venga risparmiata questa mortificazione al corpo sociale della nostra terra". Lo scrive in una nota l’Unione Cronisti che interviene nella vicenda degli uffici stampa "esclusivamente a tutela dell’autonomia della professione giornalistica, che sembra stare a cuore soltanto a pochi soggetti, tra cui il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti". "Ieri a Catania - prosegue la nota dell'Unione Cronisti - i colleghi Ronsisvalle e Fleres hanno presentato un vero e proprio raggiro ai danni dei giornalisti siciliani sottoforma di una finta stabilizzazione: per i precari non c’e’, infatti, come sostengono, ‘’l’inquadramento definitivo entro il 30 giugno 2006’ di tutti i giornalisti che lavorano nella P.A. ma solo un riconoscimento economico. La regione, insomma, rinnova loro il contratto a spese di comuni, province ed enti collegati fino al 30 giugno 2006, giusto in tempo per superare le scadenze elettorali, della societa’ civile e della categoria dei giornalisti. Poi, la ruota del precariato torna a girare, esattamente come gira per decenni per i lavoratori socialmente utili. Insieme a forestali, ex detenuti, barellieri e autisti del 118 vedremo in piazza l’anno prossimo anche i giornalisti? Ma il disegno di legge contiene anche una seria ferita costituzionale ed un problema per la democrazia in Sicilia. Allargare la chiamata diretta per l’ufficio stampa della presidenza da 8 a 20, e poi a 24 giornalisti per soddisfare appetiti personali degli amici, significa fornire a tutti gli amministratori un input preciso: in Sicilia i giornalisti si assumono per chiamata diretta. Lo fa la regione, ed e’ il messaggio che lancia a comuni e province. Concorsi in soffitta, dunque, e via alla corsa al giornalista piu’ affidabile, piu’ disponibile, piu’ malleabile. In una parola, piu’ complice. L’Unione Cronisti non partecipa a questo gioco al massacro non solo dei valori della professione ma, con le leggi-raggiro, anche di singoli colleghi precari che con merito e professionalita’ hanno svolto e svolgono il difficile mestiere di addetto stampa in una pubblica amministrazione siciliana in modo autonomo e deontologicamente corretto. Sappiano pero’ che la strada della loro assunzione non passa dalle promesse vane ed illusorie di una politica che ignora la legge professionale considerando i giornalisti operatori collaterali e non professionisti autonomi. L’Unci richiama a queste riflessioni tutti i deputati di buon senso invitandoli a non votare l’art. 22 del ddl e chiede all’Assostampa di sottoporre a verifica costituzionale la legge regionale che consente, unica in Europa, l’accesso alla pubblica amministrazione per chiamata diretta. Chiede inoltre al sindacato dei giornalisti di valutare una sospensione del tavolo vertenziale in attesa di un chiarimento con la presidenza della Regione sui tempi e sui contenuti della vertenza avviando nel contempo, e senza piu’ titubanze, la stagione dei concorsi, attraverso una forte azione di pressione nei confronti di tutti gli enti chiamati ad applicare, come ha fatto il sindaco di Siracusa, esclusivamente la legge". I consiglieri nazionali Leone Zingales Antonella Romano Giuseppe Lo Bianco

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