«'Licenziata per non aver superato il periodo di prova'. È la motivazione che padre Francesco Giuseppe Mazzotta, legale rappresentante di Tele Dehon, emittente televisiva di Andria, ha inserito nella lettera inviata ad una giornalista. Dietro la pura formalità, però, si nasconde una sostanza diversa. La collega, infatti, si è macchiata di una colpa gravissima: ha chiesto che le fosse riconosciuto il corretto inquadramento contrattuale». Lo afferma, in una nota diffusa mercoledì 19 novembre 2025, l'Associazione della Stampa di Puglia.
«Si è trattato evidentemente di un affronto per il reverendo pio padre rappresentante legale di Tele Dehon, che aveva già pronto per la collega l'inquadramento ad un livello inferiore, così da risparmiare sulla retribuzione. Apriti cielo, insomma. Il licenziamento è scattato immediatamente 'non ritenendo raggiunti gli esiti valutativi necessari per la conferma definitiva dell'assunzione'», rileva il sindacato regionale che «nell'esprimere solidarietà e vicinanza alla collega», «stigmatizza l'accaduto».
Per l'Assostampa, «si tratta di una pagina tristissima, tanto più perché l'episodio è avvenuto in un'emittente che porta il nome di padre Léon Gustave Dehon, fra i più convinti sostenitori, con la parola, le opere e l'esempio, della dottrina sociale della Chiesa. Quella stessa dottrina, dalla Rerum Novarum in avanti, che l'ineffabile padre Mazzotta non si è fatto scrupolo di calpestare. Che cosa ne pensa l'arcivescovo Luigi Mansi?», conclude il sindacato dei giornalisti pugliesi. (mf)